Era ormai giunto l'inverno nella calorosa cittadina di Bookings. Un venticello gelido accarezzava violentemente i visi paonazzi dei passanti,bardati di cappotti e cappellini di lana. Un canto sonoro si innalzava nell'aria; ometti,piccole donne,si rincorrevano ovunque,presi dalla magica atmosfera di quel Natale ormai imminente. In cima a una montagna sul punto di sgretolarsi,in un'accogliente costruzione di legno,viveva,ormai da anni,la signora Addams,proprietaria della libreria situata in centro. minuta e mingherlinna,lunghi capelli bianchi che cadevano sulle spalle. occhi vispi,colmi di ricordi della sua tormentata giovinezza. Un sorriso radioso,e un carattere dolce e pacato,I quali colmavano le sue giornate,e quelle della sua piccola nipotina Sarah,orfana di genitori.
Si diceva che,nonostante la sua età,la signora Addams si prendesse cura della piccola,regalandole attenzioni e un'immancabile affetto.
Le loro giornate scorrevano leggendo libri di avventura,immersi nel buio di una stanza,illuminata dal piacevole scoppiettare del fuoco nel camino.
la piccola Sarah,intenta ad ascoltare i racconti della nonna,si stupiva giorno dopo giorno,constatando che,in qualche modo,Alice Addams avesse vissuto di persona le innumerevoli "avventure",se di avventure si può parlare.
in lei,cresceva una curiosità intrattenibile,di conoscere le origini della sua famiglia.
Qui,inizia la nostra storia.
Kringott,paesino di campagna negli Usa. Anni cinquanta. Dimanche street,uno dei tanti quartieri di Kringott,circondato da cottage ricoperti di vernice colorata. 13,Dimanche street.
la giovane Candy sta per mettere alla luce una bambina. urla soffocate fuoriescono dalla finestra spalancata,liberandosi nell'aria.Narnia,12 anni dopo.
una figura oscilla nella notte,lungo la riva del mare. I lunghi capelli sono mossi dal vento gelido. Una figura minuta osserva il mare all'orizzonte, pensierosa. Le sue labbra sussurrano qualcosa di impercettibile,e,inaspettatamente,la figura scompare. La giovane Dolly si ritrova in un luogo sperduto. alza lo sguardo,alla ricerca di una creatura vivente. è circondata da pareti bianche,che sembrano opprimerla nella loro maestosità. per un attimo si sente spaesata, finché,pochi metri lontano da lei,qualcosa di molto piccolo prende a luccicare,causando un sussulto nel corpo della ragazza. Ripresa conoscenza,Dolly prosegue il suo percorso verso quel misterioso oggetto,ma è come se si fosse creato davanti a lei un muro Impercorribile,e la meta della ragazza sembra essere sempre più lontana.
spaventata,si chiede cosa stia succedendo. ma i suoi pensieri privi di senso logico vengono interrotti da un fruscio. poi è successo. Un alone inarrestabile prende il possesso del suo corpo,catapultandola in un luogo assai diverso da quello precedente. tutto sembra essere indifferente intorno a lei. è come se nessuno,in quella strana città, si fosse accorto della sua presenza. la vita quotidiana della gente sembra scorrere tranquillamente,senza perplessità o timori. Qualcosa risalta agli occhi della nostra amica. ogni abitazione nei dintorni, è caratterizzata dalla presenza di una bandiera. rossa. con un maledetto simbolo nero al centro. un simbolo che ha fatto la storia. una storia tragica,dove i responsabili non sono persone,no. Il frenetismo caratteristico delle grandi città come quelle,non c'è. Ogni cosa paragonabile a un industria sull'orlo del fallimento,la quale ha però riposto la sua speranza in qualcosa. E forse è proprio lì che abbiamo sbagliato. La tristezza e ostilità di quel posto,non frenò tuttavia la curiosità di Dolly. Proseguendo,la ragazza si ritrovò nei pressi di una libreria,la più fornita della città,proprietà di un generale tedesco,stretto collaboratore di A.H.,"uomo" che risollevò Mahan dalla crisi depressiva in cui era caduta.
"Antica libreria Fox" la grande insegna era ancora illuminata,nonostante il cielo della notte avesse già da tempo lasciato posto alle prime,fioche luci dell'alba. un giovincello,immerso nella lettura,era seduto sul retro del negozio,stringendo tra le mani esili un orologio tascabile.
due scarpette da ballo,ben lucidate,battevano i tacchi sul pavimento in marmo ,a ritmo di musica. Il giovane,scrutando la figura che lo stava osservando da tempo,si alzò improvvisamente,raggiungendo l'uscita. Quando dolly,ancora sognante,lo vide venirle incontro,distolse lo sguardo,cercando invano di cambiare la sua direzione. Ma,una voce fredda e sofferente la precedette. "Aspetta" mormorò il ragazzo. "Cercavi qualcuno?" Dolly lo osservò da capo a fondo;fin a quel momento,non era mai stata in confidenza con persone così "diverse".
I suoi timidi occhi incontrarono quelli di Mark,figlio del generale Fox,ancora immobile sulla soglia del portone. "Ero stata attratta dalla libreria", rispose Dolly,mostrando una finta indifferenza. le labbra di mark si allungarono in un sorriso forzato. "ti piace leggere? vuoi venire a dare un'occhiata?Sono appena arrivati i nuovi romanzi,li trovo molto coinvolgenti". Dolly rispose con un cenno,seguendolo impacciata. Alti scaffali ripieni di ogni genere di romanzo,enciclopedia. Un interminabile bancone "soffocato" da cartacce,mappe geografiche,foto ingiallite. Mark afferrò qualcosa,porgendola alla sua nuova amica.
dolly lesse: "il mistero dei tesori della giungla".
"potresti incominciare da questo,successivamente puntiamo a qualcosa di più elaborato",aggiunse ,con un tono di superiorità intellettuale,e puro egoismo. la ragazza gli lanciò un'occhiataccia,sentendosi per un primo momento offesa e pregiudicata. Ripose il libro nella sua borsetta signorile,e si guardò intorno,ponendosi mille interrogativi. Mark,leggendola nel pensiero,esclamò "Non dirmi che non sei a conoscenza del proprietario di questo posto. Mio padre,generale fedele e ubbidioso,è in stretta collaborazione con A.H.,il nostro Dio Venerato."
"Cosa fa di tanto venerabile questo "Dio"?,chiese presuntuosamente la giovane.
una scintilla di puro odio percorse gli occhi spenti del ragazzo.
"il nostro Dio,ribattè Mark,ignorando l'affermazione affrettata di Dolly, è colui che salverà il nostro paese,dimostrando che noi,Mahanesi,abbiamo l'indiscutibile diritto di dominare e prevalere sugli altri popoli. noi,potente popolo americano,abbiamo tutte le qualità e i requisiti necessari per controllare l'intero mondo."
La ragazza notò un qualcosa di strano nel tono di Mark,come se neanche lui fosse convinto delle sue affermazioni.
Mahan,10 anni più tardi..
Era ormai mattina inoltrata. La brezza primaverile riempiva l'atmosfera,e un timido sole abbracciava la città.
La nostra protagonista,divenuta oramai una donna,risiede in una mediocre abitazione ai margini della città. Sedutasi Nell'accogliente veranda,apre un romanzo,e inizia a sfogliarlo delicatamente,soffermandosi sulle illustrazioni creative,realizzate da uno dei tanti artisti anonimi. Le sue pupille sembrano muoversi velocemente,dilatandosi. Erano ormai passati parecchi anni,dall'ultima volta che,giorno dopo giorno,il ragazzo dai capelli cenere era divenuto il suo amico inseparabile. Dolly e Mark si frequentavano spesso,girovagando tra i luoghi più taciturni della città,in cerca di un po' di tranquillità per poter leggere i propri romanzi. Si scambiavano idee,opinioni,a volte finivano per avere una discussione,pensandola in modo diverso. Il ragazzo non faceva che esaltare la politica della città,che aveva un regolamento ferreo e indiscutibile. la nostra amica,dal canto suo,disprezzava A.H. e il metodo da lui adottato per la convivenza con i suoi cittadini,i quali venivano trattati come burattini. Non ne parlava spesso con Mark,per timore che lui riferisse la questione a suo padre. Non che non si fidasse,ma era consapevole del fatto che il generale Fox,lo aveva educato,o meglio dire,strutturato in un certo modo. Dolly,dopotutto,era una semplice Ebrea,che aveva sì vissuto nel benessere della sua infanzia,ma proiettata verso un mondo libero e indipendente.