five

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«Sai Ruthie, stavo pensando alla tua affermazione.» disse Michael, rivolgendosi alla ragazza.

«Quali delle tante cazzate che ho sparato stasera, Mic?»

Quando Ruth lo chiamava così, un brivido attraversava la sua schiena.
Nessuno gli aveva mai fatto quell'effetto, solo con una parola di tre lettere.
Però, come lo pronunciava lei.
Mentre teneva l'ennesima sigaretta fra le labbra, avrebbe fatto venire i brividi a chiunque.

«Ehm... Il fatto cioè... Dell'affezionarsi ad una persona.»

«Oh...» la ragazza si irrigidí a quelle parole, e scostò la mano del ragazzo dal suo viso. «Ecco, è difficile parlarne. È il passato, e so che è da ricordare, perchè è quello che ci lasciamo alle spalle, una conseguenza di ciò che siamo ora.
Ma certe volte, il passato è troppo doloroso.»

«Non vuoi raccontarmi il tuo?» Michael la guardò intensamente per alcuni secondi.

Erano le tre passate di notte, e loro le stavano trascorrendo a parlare di qualunque cosa gli passasse per la testa.

«Riaprirei tante ferite e sai com'è, il sangue attira gli squali.»
Ruthie rivolse gli occhi al cielo, ammirando la bellissima luna, sorridendo, chissá persa in quale pensiero.

«Non sono uno squalo, e poi sono uno sconosciuto.
Fa sempre bene parlare di questo con uno sconosciuto, appunto perchè quest'ultimo non troverebbe un modo per ferirti.» disse Mic, sospirando e toccandosi i capelli colorati.

«Vedremo, ma solo io avverto questa strana tensione fra noi?»

«Io non avverto nessuna tensione, infondo sono le tre di notte, e sotto quel porticato provengono gemiti e urla, e io sono qui a parlare con una ragazza che fa pensieri depressi sul passato. Che c'è di piú normale?»

Ruthie si mise a ridere, ridere fortissimo. Era la prima volta, dopo tanto, che rideva così a lungo e subito dopo il suo viso non assumeva un'espressione acida.

Quella notte, fu la piú bella della loro vita, perchè l'inizio di una delle tante, che avrebbero trascorso assieme.

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