Capitolo 26

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-Non capisco come mai ti sia messo dietro Holt, dici sempre che non respiri laggiu- Esordì Gage mentre sfrecciava ad alta velocità sull'autostrada verso il lago. -Volevo cambiare aria- Rispose lui guardando la ragazza che gli sedeva accanto. Il viaggio non era stato noioso, Kyle aveva animato l'auto con delle battute trovate su giochi online e Kole, non essendo proprio per questo, riuscito a dormire, aveva dato vita a scene isteriche in cui fingeva di strangolarlo. -Cominciano a farmi male le gambe- Fece Holt massaggiandosi le ginocchia indolentzite. -Tranquillo fratellino, siamo quasi arrivati, conosci la strada- Gli rispose estasiato Gage mentre inseriva finalmente la freccia per uscire dall' autostrada. Hope prese ad osservare fuori dal finestrino. Il paesaggio era cambiato enormemente dalle casette in fila di Windsor. Ora la strada era praticamente deserta, quasi sterrata, e tutt'intorno si infittiva sempre di piu una boscaglia dai colori interessanti. Gage svoltó su un piccolo piazzale e spense la macchina. -Eccoci!- Disse battendo le mani sul volante contento. I tre amici slacciarono le cinture e scesero curiosi a vedere ciò che li lasciò a bocca aperta. -Oh Dio!- Disse Hope osservando la struttura che gli si stagliava davanti. Era una grande casa in legno, su due piani e stracolma di finestre. Il piano inferiore aveva due intere pareti a vetrata che lasciavano intravedere due bianchi divani. Il lago non si vedeva, ma a stento si notava anche la casa, circondata da alte sequoie. Gage diede una pacca sulla spalla a Kole che contemplava l'ambiente a bocca aperta. -La magia dei soldi del paparino- Fece prima di dirigersi al bagagliaio per prendere le valigie. -Ma questa è una villa- Disse la ragazza rivolta ad Holt. Lui sorrise mentre si caricava le spalle di buste della spesa. -Può più comunemente essere definita "Seconda abitazione familiare"-. Rispose lui sorridendole. Presero tutti le loro borse e poi si diressero verso l'entrata, una pesante porta dallo stile moderno che scattò non appena Gagr fece ruotare la chiave. -Casupola!- Disse entrando e dirigendosi sul bancone della cucina per poggiare le buste. Se la casa si presentava bene da fuori, dentro, mostrava a pieno tutto il suo potenziale. A destra della porta c'era una larga cucina dai piani grigio scuro, con un tavolo in legno che affacciava perfettamente sul lago azzurro. Dritto alla porta si stagliavano le scale che conducevano al piano superiore. Erano prive di ringhiera e si innalzavano quasi come un ponte, senza una base, tanto che era possibile passarci sotto. Il salotto era leggermente ribassato rispetto al piano del resto della stanza ed era arredato con divani bianchi, vasi con alte piante ed un televisore che dava l'aria di essere costosissimo.
-Holt dammi una mano con le ultime cose- Disse guardando il suo gemello. Poi posò lo sguardo sui tre, fermi all'entrata della porta con gli occhi spalancati, quasi fossero in un film. -Voi ragazzi invece accomodatevi di sopra. Ci sono quattro stanze, perciò credo che dobbiate stare insieme Bad Boy- Fece rivolto ai maschietti. -Questa è discriminazione però- Rispose Kyle prendendo la sua valigia ed avviandosi per le scale. Gli altri due lo seguirono scambiadosi sguardi e risolini. -Inutile che ridete, è cosi. Siccome sono un maschio devo dividere la mia stanza con sto coso qui- Disse indicando Kole. -Tu non puoi capire l'assurdo potere delle tue ovaie- Esordì concludendo il suo isterico discorso rivolto a Hope. La ragazza si avvicinò a lui e poggio la mano sulla sua fronte. -È febbre. Si- Constató sorridendo. Kole, rimasto ormai l'unico sano all'interno di casa prese a guardarsi nuovamente attorno. -Troppo bella- Percorse il corridoio e trascinò dietro di lui il trolley scricchiolante. Si fermò davanti alla prima porta. Ve ne erano sei, tre per lato, le prime quattro uguali, in legno bordeaux, poi l'ultima a desta in un legno dorato e quella di fronte in mogano. -Credo che quella sia la camera dei genitori- Fece Kyle indicando la porta oro. -Probabile-. Rispose Hope. La ragazza si infilò nella prima camera e chiuse la porta contenta. -Quuuesta è miiiiiaaaaaa- Urlò euforica da dentro. Kyle guardò l'amico. -Diceva a me di avere la febbre?-, -Kyle, basta- Fece l'altro dandogli una pacca sulla spalla e abbandonandolo in corridoio. -Okey-.

-Oh miseriaccia- Fu l'unica cosa che la ragazza riuscì a dire quando osservò bene la camera. Era una stanza per gli ospiti? Non voleva sapere come fossero le altre. Poggiò la borsa sul letto matrimoniale dolcemente vestito di federe panna e il cellulare sul comodino dall aria moderna. Tutto in quella stanza dava l'idea di essere costosissimo, dal tappeto peloso che ricopriva tutto il parquet, al piccolo bonsai posto solitario sul lato della scrivania chiara. Le pareti erano di un grigio leggero e una mancava del tutto, sostituita dal lucente e trasparente vetro che dava sul parcheggio. Si sporse leggermente per osservare l'auto e vide Gage ed Holt che scaricavano alcune buste. Le sembrava incredibile. Erano quasi due mesi e mezzo che erano arrivati e le cose erano cambiate cosi tanto, e cosi velocemente. Avevano trovato degli amici, erano nella loro casa in montagna, avrebbero passato il Natale con loro e conosciuto i loro genitori, ma sopratutto... Holt. Guardò il ragazzo incamminarsi verso l'entrata con i suoi soliti capelli arruffati e l'aria stanca sorridendo. Holt era precipitato nella sua vita come un meteorite. Non avevano avuto nemmeno modo di conoscersi che si erano subito lasciati travolgere da quello che, non poteva avere proprio un nome perché, in se per se, non esisteva. -Il fratello piu carino ha chiesto il tuo aiuto per la cena. Di nuovo- Disse la voce di Kyle leggermente seccata, alle spalle della ragazza. Quando si girò lo trovò appoggiato allo stipite a braccia incrociate, come suo solito. -Chi sarebbe "il fratello piu carino"?- Domandò lei dubbiosa. -Mi prendi in giro?- Dietro di lui apparve anche Kole curioso. -Vieni?- Le dissero in coro. Hope alzò le spalle e seguì i due al piano inferiore dove i gemelli erano divisi in due diverse mansioni. Holt era in cucina col frigo aperto e metteva dentro il cibo, mentre Gage era seduto sul divano e contemplava un programma televisivo. -Che figata! Ma chi sono?- Disse Kyle mentre si sedeva vicino a lui assieme a Kole. -Due fratelli che lavorano in banca e cercano crimini economici in giro- Rispose lui sorridendo, forse contento che qualcun'altro gli si interessasse. -Need an help Mr?- Disse scherzosamente mentre si avvicinava al frigorifero. Holt si alzò dal pavimento e si passò la mano sulla maglietta. -Se foste cosi dolce da aiutarmi Mademoiselle- Rispose sorridendole. Hope lo guardò allegra -Per lei sempre signore- Fece inchinandosi da brava donzella. Holt divenne leggermente rosso in volto e si girò verso il lavandino per non farsi vedere. -Ho ordinato una pizza per stasera Mims, quindi in realtà non dobbiamo preparare niente. Volevo solo avere un minuto con te- Fece infilando una mano in tasca. Hope gli si mise accanto in modo da poterlo vedere. Era successo qualcosa? -Qualcosa non va?- Holt si avvicinò a lei e le prese una mano. -Hai intenzione di allenarti mentre siamo qui? Voglio dire, io lo farò ma magari volevi staccare un attimo la spina... No perché sennò, ho un posto perfetto per andare a correre- Gli occhi del ragazzo si illuminarono mentre indicava un punto oltre loro. -Beh, si. In realtà volevo allenarmi- Disse lei. Holt le sorrise soddisfatto della risposta e si passò la mano fra i capelli. -Fantastico. Allora, domani mattina, alle sei, vediamoci all'entrata okey?- Hope gli diede un pizzico sulla guancia. -Va bene misterioso-. Fece lei concludendo il discorso. Hope allungò una mano e toccò una calendula finta immersa assieme ad altri fiori in un vaso. -Mia madre adora i fiori. Rispecchiano la sua personalità volatile- Hope sorrise ritraendo la mano. -Mia madre é del tutto matta invece. È una di quelle persone che scordano tutto quello che fanno. Una volta ha persino dimenticato il mio compleanno- Holt fece una breve risata e poi prese a camminare verso la vetrata osservando fuori. -Beh però tu almeno la hai sempre. Io i miei li vedo solo in queste occasioni. Ricordo che quando avevo circa sette anni, la mamma si ammalò e dovette stare a casa per un mese circa. Per me fu un sogno. Dovetti portarle tutti i giorni da mangiare, farle tisane e ricordarle di prendere le medicine ma la verità è che quel mese per me fu magico- Hope lo seguì e gli mise una mano sulla spalla. -Sai, anche se spesso manca questo non significa che non ti voglia un gran bene. Io non vedo mio cugino da anni eppure so che ci tiene a me-. Holt le sorrise. Quella ragazza dava quell'effetto a tutti? No perché in quel momento Holt si sentiva il ragazzo più fortunato del mondo. La guardò mentre lei attendeva che rispondesse. Aveva i capelli neri raccolti in una coda cadente e gli occhi più neri e profondi che Holt avesse mai visto. Improvvisamente senti qualcosa nelle tasche vibrare intensamente e solo dopo aver messo la mano a contatto col telefono si ricordò del suo cellulare. -Una chiamata- Fece sorpreso. Tirò fuori l'apparecchio e osservò la scritta "Mamma". -È lei- Fece sorridente. Hope sorrise a sua volta notando che il ragazzo sembrava estasiato della telefonata. Lui non smise neppure per un secondo di guardare Hope però. -Ciao mamma!- Rispose contento. -Si siamo tutti qui! Mancate solo voi!- Si girò e vide Kole, Gage e Kyle sul divano. -Cosa? Domani? Ma è fantastico! Come avete fatto a liberarvi?- Prese quasi a saltare dalla felicità. Hope gli prese la mano contenta che i suoi ce la facessero addirittura in anticipo. -Okey, allora a domani! Ciao mamma!- Holt chiuse la chiamata e si girò verso gli altri in estasi. -Gage mamma e papà tornano domani pomeriggio!- Annunciò fiero. Gage alzò la mano in segno di vittoria. -Grandissimo!-.

Scusate per l'assenza. Si torna in pista!

Quasi Diversi ● Quasi Uguali (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora