Prologo

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Apro gli occhi, cercando di capire dove mi trovi. Non sono nella mia camera da letto, questo è certo. Sembra una camera d'albergo, ed in fatti lo è. Quando mi muovo, sento qualcuno che si lamenta, mi giro e la vedo. Stesa sul mio petto, coi capelli bruni, lunghissimi, tutti disordinati, la bocca rossa e gonfia, e la pelle color perla. Mi abbracciava. Era molto carina, ma non mi pareva di averla mai vista. Avevo combinato un vero e proprio casino. Non ero un tipo da una notte e via. Guardo la stanza, i nostri vestiti e biancheria intima sul pavimento, ed una bottiglia vuota di vodka. Ora capisco perché non ricordo nulla. La guardo. Lei sarà una ragazza da una notte e via? Le tocco una spalla, lei si lamenta e farfuglia -Lasciami dormire mamma!- Io risi. "Come mamma?" Mi chiesi. -Ehm, non sono tua madre- Dissi. Lei aprì immediatamente gli occhi e si sedette sul letto, scoprendo, per sbaglio, il suo seno. Lo guardai, era più grande di quanto immaginasi. -Chi cavolo sei?- Chiese lei. Poi notò dove era posato il mio sguardo e si coprì con la coperta. Io le sorrido, e la guardo negli occhi, due occhi nocciola profondo che mi disarmano. Sono così splendidi e luminosi. Così dolci. -Io...Io sono Peter- Balbetto, completamente perso nei suoi occhi. Lei mi guarda ancora con quel suo sguardo da "Non mi fido di te" e forse ha ragione. Però ora si è trasformato in uno sguardo interrogativo. -Mariana- Dice lei, con una voce fredda e distaccata e stringe ancora più forte la coperta, questo fa ricadere il mio sguardo al suo petto -Potresti non guardarmi il seno- Mi rimprovera lei. La guardo di nuovo negli occhi. Lei respira profondamente e mi chiede -Cos'è successo?- Io alzo le spalle. Lei mi guarda male. -Secondo me è chiaro ciò che è successo- Le rispondo, con un sorriso, lei mi fulmina con lo sguardo. Penso proprio che possa scartare la carta rimaniamo amici. Sospiro e mi alzo dal letto, iniziando a raccogliere la mia roba, per vestirmi. Sento il suo sguardo su di me e sorrido, non mi giro a guardarla, ma le dico -Potresti smettere di guardare il mio sedere?- Mi giro verso di lei, si è girata ed ha le guance completamente colorate di un rosso accesso, sorrido. -Scusa, non so che mi è preso- Mi dice. Io rido e le dico -Stavo scherzando- Lei si gira lentamente verso di me. I suoi occhi sembrano quasi le potrebbero uscire dalle orbite. -Potresti vestirti?- Mi chiede lei. Io scuoto il capo e -Sto bene così- Le rivelo con un ampio sorriso sulle labbra. Lei mi fulmina con lo sguardo. Dovevo aspettarmelo. Mi siedo sul letto, e mi copro con un pezzo di lenzuolo, poi mi giro a guardarla. -Cerchiamo di analizzare quello che è successo ieri- Le propongo. Lei fa cenno di si con la testa. Dopo un paio di minuti sospira e dice -Ho il vuoto in testa- Io la guardo. -Anche io- Le rivelo- Qualcuno bussa alla porta, ci guardiamo. Prendiamo due accappatoi e ci avviamo alla porta. -Si?- Chiedo con la porta ancora chiusa -Servizio in camera- Apro la porta. è un cameriere, con un carrello, ci sorride e porta dentro il carrello -Nessuno l'ha ordinato- Si affretta a dire lei. Il cameriere ci guarda e ci spiega -Offre la casa, per la signora ed il signor Lanzani- Noi lo guardiamo senza capire -Come?- Chiede lei interdetta, battendomi sul tempo. Io penso di star iniziando a capire. Lui ci sorride e ci spiega -Per il vostro matrimonio- -Cosa?- Gridiamo all'unisono.


Ti amerò per sempre. LaliterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora