"Ciao a tutti. Mi chiamo Christen e ho 17 anni."
Erano queste le uniche parole che ero riuscita a dire dopo quel maledetto 14 Aprile. Credo che questa sia una delle date che ricorderò per sempre, e non in positivo.
"Bel nome! Tu come mai sei qui?"
"Sinceramente non saprei...", pensai tra me.
Ma preferì fare del silenzio la mia risposta.
"Beh, vedo che sei una ragazza molto timida. Tranquilla, con noi sarai più aperta e socievole.
Tu, con la maglia grigia...vuoi presentarti?"Grazie a Dio l'attenzione si era spostata su qualcun altro. Ormai non reggo più il fatto di dover esser messa sotto pressione da continue domande, ma ho notato che Sandro è un tipo molto intraprendente e per questo cerca di coinvolgere tutti in pochi minuti, in modo che nessuno si senta in imbarazzo.
Ma per quanto possa essere bravo, con me ha toppato.Sono una tipa che ha bisogno di tranquillità e solitudine, e credo che questo non sia il luogo adatto a me.
La cosa che più mi preoccupa, però, è che prima d'allora io ero diversa, completamente.
Amavo il caos, stare continuamente fuori casa, passare giornate intere tra feste e serate con amici, divertirmi ogni sera come se fosse l'ultima.
Sapete quando non avete paura di nulla e siete più felici che mai? Ecco,quella ero io.
Ma è passato molto tempo, sono passate tante persone...e sono passata anche io.
Ormai non mi ritrovo più nella Christen raggiante di una volta.
Alcuni se ne sono accorti, altri no.
Alcuni mi sono stati accanto e continuano a volermi bene, altri non li ho più rivisti.
È bastata una data, un giorno, un'ora, e io mi sono trasformata.
Più che altro, è bastata una persona a fare in modo che della Christen di una volta non ne rimanesse neanche l'ombra.
È servito il suo atteggiamento da menefreghista a farmi rimpiangere ogni momento passato insieme, è servita la sua fuga a farmi pensare che forse, di amore vero, lui non me ne ha mai dato.
È bastato un graffio al cuore a farmi capire che io in realtà sono più fragile di quanto pensassi.Sono arrivata ad essere estranea a me stessa più di prima, e non c'è cosa che mi dia più fastidio.
Quando è così non sai mai come comportarti, come reagire o come rispondere. Non sai mai se andare avanti ne valga davvero la pena o è giusto che ti fermi qui.
Quante volte avrei voluto farlo, così che avesse per sempre dei rimorsi.
Avrei voluto farlo soffrire almeno la metà di quanto stia soffrendo io.
Ero sul punto di farlo...ma poi mi sono fermata: ho guardato la sua foto per qualche secondo e ho realizzato che era impossibile volere il suo male se continuavo a chiedergli di tornare.
Ma non potevo andare avanti così, e questi gruppi di sostegno peggioravano solo la situazione.
Allora cos'altro avrei potuto fare se non chiudermi in me stessa e fingere di star bene?"Christen, tutto bene? È successo qualcosa?"