Goodbye Stiles

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Era passato un anno ormai.
Un anno da quando lui non c'era piu.
Da quando se n'era andato.
Il branco non l'aveva dimenticato, non l'avrebbe mai fatto. I ragazzi lo ricordavano ogni giorno, e ogni giorno piangevano perché sentivano la sua mancanza, terribilmente.
E i giorni non attutivano il dolore, il dolore era sempre uguale, dalla sera in cui Scott gli aveva tagliato la testa, da quella maledetta sera.
Ma il dolore non sarebbe mai passato.
E nessuno incolpava Scott, perché non era stata colpa sua.
Il Nogitsune era il suo assassino.
Era colpa sua se lui si era ucciso.
Lui.
Il ragazzo.
L'umano.
Il più puro.
Ma anche, come ai ragazzi piaceva ricordarlo, quello iperattivo, goffo e logorroico.
Lui.
Stiles.
Si era ucciso solo per lasciar vivere le persone a cui teneva.
Era morto a 17 anni, ma era morto da eroe: aveva salvato tutti i suoi amici, la sua famiglia.
Lydia, Scott, Ethan, Aiden, Allison, Isaac, lo sceriffo, Melissa, Chris, Derek, Kira e Jackson, che era tornato da Londra, si trovavano ogni giorno e lo ricordavano.
Coloro che stavano peggio erano Lydia, Scott ed Allison che per un anno si erano chiusi in uno stato di trance, di tristezza, si erano rinchiusi in un senso di colpa da cui non sarebbero mai usciti.
Allison si incolpava di non essere stata abbastanza forte, di non essere riuscita a sconfiggere il Nogitsune e gli Oni senza che Stiles si facesse male. Lei era la guerriera. Lei doveva riuscire a sconfiggere un gruppo di mostri. Ma non ce l'aveva fatta. E Stiles era morto.
Lydia lo amava. Se ne era accorta troppo tardi, ma l'aveva capito. Questo però Stiles non l'avrebbe mai saputo. La ragazza aveva davvero compreso i suoi sentimenti quando il ragazzo aveva preso la katana e l'aveva appoggiata sulla sua pancia, richiamando l'attenzione di tutti. Scott aveva cercato di fermarlo. Lei stessa aveva detto che poteva essere l'ennesimo inganno della volpe, ma tutti sapevano che era la verità: per salvare tutti coloro che lo circondavano si doveva uccidere. Non Poteva perderlo, pensó. Lydia aveva fatto di tutto per fargli capire che lei non avrebbe resistito senza la sua compagnia, che se fosse morto sarebbe andata letteralmente fuori di testa, ma ormai lui aveva preso una decisione. Con la spada appoggiata sulla pancia le aveva rivolto l'ultimo sguardo e le ultime parole verso di lei:
"Lydia, ti amo"
E in quel momento lei non aveva saputo rispondere perche troppi ricordi le erano tornati alla mente: da quella prima volta in ospedale, quando lui aveva parlato ma lei non lo stava ascoltando, da quando era venuto a farle visita a casa mentre lei era in uno stato di trance, quando avevano fatto shopping insieme.
Le venne in mente il ballo. Ricordò il suo
"Well, I think you look beautiful"
Ricordò il suo discorso
"Lydia, I've had a crush on you since the third grade, and I know that somewhere inside that cold, lifeless exterior, there's an actual human soul"
Ricordò quando lei, lui Scott ed Allison erano andati a pattinare e lui le aveva detto
"There's other things you wouldn't think would be a good combination, and then turns out to be like a perfect combination"
Solo ora capiva che non si stava riferendo a Scott e a Allison, ma a loro due.
Ricordó il suo
"I think you look beautiful when you cry"
Ricordò il suo regalo talmente grande che non passava dalla porta.
Ricordo l'emozione, la felicità, che provò quando Stiles era riuscito a fare un goal a lacrosse. Il suo primo goal. Lei aveva sorriso come aveva fatto poche volte nella sua vita.
Ricordó quando lei aveva deciso di sacrificarsi per aiutare Jackson, Stiles le aveva detto:
"And if you die, I will literally go out of my freaking mind"
Ricordò quando l'aveva coperta dagli uccelli che erano entrati distruggendo le finestre.
Ricordò il motel. Lei lo aveva salvato, lui stava per morire a causa delle fiamme, ma lei si era buttata su di lui senza pensarci, perché era in pericolo.
Ricordò quando era stato lui a salvarla
"Stiles, you're the one who always figures out"
Ricordò il bacio. E questo ricordo l'aveva distrutta. In quel lontano momento lei aveva sentito il bisogno di baciarlo perché vederlo lì, indifeso, davanti a sé l'aveva portata oltre un punto di non ritorno. Sapeva che era il suo amore che si manifestava. Ma poi aveva mentito dicendo che era per bloccare il suo attacco di panico,e la delusione, la tristezza, la speranza distrutta negli occhi di Stiles le avevano spezzato il cuore.
Questi ricordi la accompagnarono mentre Stiles affondò la lama dentro di sé e questi furono i ricordi che la accompagnarono per tutta la sua vita.
Ma Scott era colui che era uscito maggiormente distrutto da tutto ciò.
Scott aveva perso un fratello, e non riusciva più a vivere senza di lui. Lui non riusciva più a pensare. L'unica cosa che sentiva era il rimbombo delle parole di Stiles prima che lui gli tagliasse la testa.
"Sei e sarai sempre mio fratello, Scott"
Le sue ultime parole.
La sua ultima parola era stata Scott.
E da quel momento non aveva smesso di incolparsi della morte del suo migliore amico, perché era colpa sua, lui aveva sferrato il colpo di grazia, lui aveva posto fine alla sua vita. Eppure i ragazzi gli parlavano, gli dicevano che non era colpa sua se Stiles era morto. Ma tutto ciò che a fine giornata ricordava erano la voce del suo migliore amico e il tonfo del suo corpo mentre cadeva a terra.
Ed era tutto troppo doloroso.
Il giorno a scuola il banco a fianco al suo era vuoto. Per i corridoi tutti lo guardavano, ma lui sembrava quasi non farci caso.
Ogni tanto si girava per commentare qualcosa o fare una battuta con Stiles, ma quando vedeva che lui non era al suo fianco, una nuova ondata di dolore lo colpiva.
L'asma era tornata, respirava a fatica, e di solito coincideva a quando i ricordi si facevano più intensi.
Ma quel giorno, quel 6 giugno, il dolore era diventato troppo, aveva superato ogni limite, e lui aveva pensato di porre fine a tutto ciò.
Quel giorno non avrebbe dovuto piangere il suo migliore amico, avrebbe dovuto festeggiare i suoi 17 anni!
Eppure non fu cosi.
Notando che giorno fosse, quella mattina il dolore tornó, prepotente e arrogante. Le lacrime iniziarono a scendergli copiosamente e un dolore al petto si fece sempre più intenso.
Decise di porre fine alla sua miseria.
Mandò un messaggio ad Allison dicendo che l'amava ma che non poteva più sopportare il dolore. Dopodiché prese la katana che aveva ucciso suo fratello e si diresse nel bosco, dove tutto era iniziato e dove tutto sarebbe finito.
Arrivato, estrasse la spada dal suo fodero e la puntò sul torace, nello stesso modo di Stiles, sperando che centrando il cuore sarebbe morto, anche se era un lupo.
Per la prima volta si concesse di ricordare tutto ciò che aveva passato con Stiles: si ricordò quella volta in cui vennero nel bosco per cercare un cadavere, si ricordò quando Stiles l'aveva definito "the hot girl", ricordò quando pensava che Stiles stesse per morire a causa della demenza frontotemporale, ricordò tutte le volte che erano entrambi finiti in detenzione e tutte le volte che nel laboratorio di chimica non erano riusciti a fare un esperimento. Ricordò quanto Stiles fosse contrariato dal fatto che lui non avesse mai visto Guerre Stellari, si trovavano nel motel , in quel maledetto motel dove lui stava per suicidarsi, e Stiles lo aveva risvegliato dal suo stato di trance dicendo che lui era suo fratello e che si voleva uccidersi, allora sarebbero morti insieme. La logica di Stiles era chiara, se moriva uno moriva anche l'altro. Ed era appunto ciò che stava facendo Scott in quel momento. Voleva raggiungere Stiles, ovunque egli fosse.
Prese quindi un bel respiro, e inizio a fare pressione.
Allison e Lydia arrivarono in quel momento, piangevano disperate perché non potevano perdere anche Scott.
Gli pregarono di fermarsi.
Si fermò.
E in quel momento comprese davvero ciò che aveva fatto Stiles.
"Mi dispiace ragazze. Mi dispiace, non so che cosa stessi facendo... Stavo per sprecare il sacrificio di Stiles. Lui ci ha offerto una migliore possibilità di vivere. Una possibilità che gli è stata negata. Lui voleva soltanto che noi fossimo felici, che vivessimo, che andassimo avanti. Abbiamo passato un anno sprecando le nostre vite, e Stiles da lassù ci ha guardato, ed è stato peggio di noi perché ha capito che stavamo soffrendo per causa sua. Ma noi dobbiamo andare avanti, per lui, dobbiamo vivere la vita, per lui, dobbiamo sfruttare la possibilità che ci ha donato e che a lui è stata negata. Dobbiamo farlo, per lui, per Stiles. E lui è qui con noi, ora sorride, non sentite la sua risata ragazze? Io la sento, la sento bene, sento quella sua bellissima e contagiosa risata. Sta ridendo perché finalmente abbiamo capito cosa fare, sta ridendo perché siamo stati degli sciocchi per un anno. Ed è felice -oh quanto è felice!- perché sa che staremo insieme per sempre, noi quattro, perché lui sarà sempre qui con noi. Ora andiamo ragazze, oggi è il suo compleanno, e dobbiamo festeggiarlo"

~ Il 6 giugno di 15 anni dopo ~
"AHHHHHHHHHHHHHHHH" un urlo femminile si sentì dalla sala parto dell'ospedale di Beacon Hills.
"Spingi Allison, spingi!" si sentì la voce di Melissa gridare mentre lei e sua nuora cercavano di portare al mondo un nuovo bambino. Era ormai giunto, dopo tanto tempo, il grande momento e le tre donne e l'uomo nella stanza non potevano essere più emozionati
"Dai Ally, ce la fai ti manca poco!" la voce della migliore amica della quasi mamma si sentì nella stanza, mentre rassicurava la ragazza.
"Hei amore, sei la donna più forte che conosca, un'ultima spinta e ce l'hai fatta" una voce colma di amore di un marito preoccupato rimbombò nella stanza.
E dopo un'ultima spinta il bambino nacque.
Era un maschietto.
Melissa lo prese in braccio e lo portò al papà che lo guardò con un amore che va oltre ogni limite.
"Come chiamerete il bambino, Scott?"
Scott, Lydia ed Allison si guardarono, tutti e tre sapevano la risposta, e a tutti e tre scappò una lacrima che non riuscì ad essere fermata, perché il dolore c'era ancora, ma era cambiato, si era mischiato alla consapevolezza e alla gratitudine.
E poi quel giorno era anche il suo compleanno.
E quel bambino dagli occhi vispi, svegli e intelligenti lo ricordava terribilmente.
"Stiles, il suo nome è Stiles"

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Ecco qua.. Questa è la mia prima storia, e quindi vi prego di perdonare tutti i miei errori.
Alcune frasi sono in inglese perché le ho considerate molto più significative e più belle di quelle in italiano.
E vi prego di mettere una stellina (si dice così? 😂) se vi è piaciuta la storia e se vi va di scrivere un commento...
Un bacioooo 💕

Goodbye Stiles ~ Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora