Capitolo 17

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ZACK.

Impugno l'acceleratore e sfreccio per le strade di Miami senza meta. Mi sento pesante,come se in tutti questi anni avessi vissuto senza gravita, e all'improvviso cinque anni di problemi mi crollino addosso come una  valanga.

Entro nel buoi e spoglio parcheggio del mio palazzo, e parcheggio la moto.   Prendo l'ascensore che mi porta impeccabilmente al terzo piano,producendo un suono acustico prima che  le porte si aprano.

Infilo la chiave nella serratura e giro la mandata. Tutto è esattamente come l'ho lasciato. Ma qualcosa appena entro in soggiorno mi assale. La incolmabile assenza di Alex in questo appartamento. 

Non volevo che sapesse di mio padre,non adesso,non così. Gliene avrei parlato quando sarebbe stato il momento,ma ora tutto è sotto sopra.  Sembrava che le cose fra noi avessero ripreso il loro posto. Invece la felicità mi è esplosa in faccia.

Alex è la mia sorellastra,o "sorella" al diavolo. Non cambia il fatto che la amo,e finalmente ho capito che voglio stare con lei,ma non posso.  Vorrebbe dire legarla al mio passato,e lei non si merita di essere rivangata dai miei problemi. Il problema ora è : quel pazzo di mio padre vive nella sua stessa casa.  Alex è in serio pericolo. Quanto odio quell'uomo.  Come si può essere così falsi? Abbandonare la propria famiglia e cambiare la propria identità per scappare dalla precedente. È  un misero vigliacco .

Mi tolgo la maglia e indosso un paio di pantaloncini della tuta .

Mi giro e mi rigiro nel letto ma niente,non riesco a dormire. La mia mente e focalizzata su quell'orribile ricordo,i sensi di colpa mi assalgono,avrei dovuto fermarlo fare qualcosa,sono rimasto immobile.

Allungo il braccio per prendere il telefono dal comodino. Scorro il dito sul display,ma non c'è neanche un messaggio. Povera Alex. Continua a ronzarmi in testa la sua espressione quando mio padre ha aperto la porta della stanza.  Era disparata ,se poteva scomparire lo avrebbe fatto.

Mi impongo di dormire, spengo il telefono e mi giro di fianco.  Magari è tutto un incubo da cui domani mi risveglierò.

ALEX.

Mi sveglio ancor'prima che sorgano le prime luci dell'alba. Gli occhi gonfi,e il mascara colato a contornarmi gli occhi.

Dopo il messaggio di Zack,non sapevo più che pensare. La serata di ieri è stata scritta dalle lacrime. Anche se vorrei vivere nel mio letto per sempre , mi alzo e vado in bagno. Mi vesto, e prendo la cartella al volo. Sebbene so che sono solo le sette e mezza,voglio uscire da questa casa. Scendo le scale fino ad arrivare al piano di sotto,e poi li vedo. Seduti al tavolo a discutere. Mi fermo prima che mi vedano ed inizio ad origliare.

« Trent è inammissibile,avevi un figlio in questa città e non me lo hai mai detto? » esordisce mia madre.

« Non è come pensi Taylor. Te lo avrei detto. » 

« E quando? Quando sarei morta? » ribatte alzando il tono di voce. Il silenzio cala nella stanza quando scendo gli ultimi scalini che mi portano al soggiorno. Vado dritta alla porta ma un suono acuto mi ferma.

« Buon giorno anche a te! Dobbiamo parlare Alex . » 

« Ah ma davvero? E di cosa,sentiamo. » dico facendo  crescere un sorriso sarcastico sul mio viso.

« Di te e quel ragazzo .»

« Quel ragazzo ha un nome mamma,si chiama Zack. E a differenza tua,lui ha sempre avuto rispetto per te.»

« Ma non ne ha avuto altrettanto per te Alex,andiamo bambina mia,quanto è che vi frequentate? Forse un mese,e già ti è entrato nelle mutande. Su bambina apri gli occhi.»

Il disgusto si propaga sul mio viso.

« Mamma ma ti senti? Non lo conosci neanche ! Non sai niente di lui,e io non starò di certo qui a sentire parlare male della persona che amo senza far niente! »

Apro la porta e sbatto alle mie spalle.  Una lacrima amara mi riga la guancia,ma la asciugo subito. Arrivo davanti l'appartamento di Skyler e busso al campanello.

Sono le otto meno un quarto, Skyler chiude la porta,e ci avviamo a scuola.

« Tesoro mi dispiace davvero tantissimo. Ma infondo non siete proprio parenti.

<<Si ma mia madre farà di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote. »

« E tu glielo permetterai? Che diamine, sei Alex Evans per l'amor del cielo!» dice spalancando le braccia.

« Skyler,non so che fare,non so come guardare in faccia Zack. » 

« Ei,non è colpa sua,lui non ne sapeva niente. Guarda un po' chi sta venendo da questa parte?»  sgrano tanto d'occhi quando vedo Zack.

« Ei. » rompe il ghiaccio.

« Be' ragazzi io vi lascio. Ciao Alex.»  Esclama Skyler.

« Vuoi fare due passi?» scuoto la testa.

« Non posso Zack,non posso saltare le lezioni.»

Raggiungiamo il muretto e ci sediamo. Estrae un pacchetto di Marlboro  dalla tasca della giacca,lo apre e ne prende due. »  Fa per porgermene una. Mi spunta un piccolo sorriso.

« Come fai a sapere sempre tutto? » un sorriso gli cresce sul viso.

« E' un dono . » Prende l'accendino e protegge la fiamma con la mano. Caliamo entrambi la testa per accendere la sigaretta.   Risputiamo una nuvola di fumo .

« Mi sei mancata.»

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