Io sono la più grande, ho visto e ricordo quei pochi momenti in cui ha fatto cose di questo genere.
Una volta eravamo partiti da casa per andare fino in Marocco in macchina.
Eravamo tutti contenti, ero piccolina avevo si o no 8 anni.
Mi ricordo di essere salita sulla nave, arrivati in Spagna.
La nave era grande e aveva molti giochi, gonfiabili e palline.
Dopo un po iniziai a cercare mio padre, perche volevo le patatine fritte.
Avevo fame ma volevo proprio la patatine.
Anche le mie sorelline avevano fame, ci misi circa un ora e mezza per trovarlo.
Cercai nella sua cabina, nei bagni, la parte inferiore della nave dove c'era l' automobile.
Dappertutto.
Mia madre stufa, dato che sa il francese parlo con la reception e gli disse che non trovavamo mio padre, che avevamo fame e che lui aveva i portafogli ecc.
Fece l'appello con l'altoparlante per tutta la nave, dicendo nome e cognome e pregandolo di venire alla reception.
Non si fece vivo.
Dopo ore lo trovammo nella terrazza affacciato al lungo mare.
-Ma dov eri?Hanno fame le bambine- anche se eravamo preoccupate per lui, mia madre glielo chiese gentilmente dato che c erano altri uomini con mio padre.
-Potevate venire qua, sapete che fumo- rispose con totale indifferenza.
-Ti abbiamo chiamato e cercato, sei sparito-
-Sono sparito perche stavo riflettendo-
-E su cosa?- chiese mia madre.
Credo che mio padre abbia un altra persona cattiva dentro che a volte si fa sentire ed esce fuori, avevo otto anni e non mi dimenticherò mai la scena che ho visto.
Lo vidi tirare dalla saccoccia dei jeans, dei fogli bianchi e un blocchetto verde, a quell'eta non credevo fosse un passaporto e fosse cosi importante.
Alzò il braccio e lo mise oltre la terrazza, sopra a quel blu di mare.
Non sapevo di cosa stessero parlando ma sentivo che stava facendo qualcosa di sbagliato e che non saremmo arrivati a destinazione.
Si giró verso mia madre e gli disse:
-Tu non arriverai mai in Marocco, dirò che sei una clandestina!Ti toglierò i figli.-
Mia madre è una persona calma e intelligente, gli parlava piano e cercava di farlo ragionare.
Ma c era poco da far ragionare, è pazzo.
Vidi mia madre mettersi in ginocchio e chiedere pietá, chiedere che questo inferno finisse, che la lasciasse stare, voleva solo un po di pace.
Tutti ci guardavano e mano a mani che ascoltavo cio che si dicevano o guardavo mia madre, alzavo gli occhi e vedevo sempre più gente.
Vennero dei poliziotti e presero i documenti da Kabil dicendo a mia madre che glieli avrebbero ridati appena scesa.
I miei salvatori.
Non mangiai le patatine, non mangiai nulla non avevo più fame.
Salimmo in macchina e usciti dalla nave mia madre chiese al poliziotto i documenti ma lui non rispose.
Non avevo capito finché vidi mia madre scendere dalla macchina e correre.
Avevo paura che morisse c'erano cosi tante macchine intorno a lei.
Non so nemmeno dove volesse andare.
Ci hanno fermati alla dogana che era 600 metri lontana da dove eravamo.
Ci offrirono delle caramelle e mi ricordo soltanto cio che dissero:
-Avete delle bambine bellissime, fatelo per loro cercate di stare uniti-
Stavamo piangendo tutte e tre.
Mia madre aveva gli occhi rossi a forza di piangere.
Mio padre?nemmeno una lacrima.
È furbo, cosi tanto da pagare i due poliziotti e prendere i documenti di mia madre.
Figli di puttana.
Siamo entrati in Marocco e mia madre per farci dimenticare l'accaduto e per svagarsi un po, ci ha portato in tre zoo, gli unici di Casablanca.
Ci ha fatto sciare a Ifrane.
Ci ha portato a Sale, Khourigba, Fez, Meknes, Khemisset e la bellissima Marrakech.
Ci ha fatto fare dei giri nel cammello e nei muli.
Non ci stavamo un solo giorno in questi posti, 4 o una settimana.
In qualunque di questi posti avevamo casa nostra o di fratelli o sorelle dei miei genitori, tranne che a Beni mellal e Ben ahmed dove avevamo casa dei nonni.
Praticamente da quel giorno ad oggi e sono passati 9 anni mia madre non è più tornata laggiù.
Per paura di scoprire che lui abbia un figlio o di scoprire una relazione.
Sa che esiste tutto cio, fa meno male saperlo e crederci e a volte far appoggio in quel filo di speranza ed illudersi che vedere con i propri occhi.
Lo dice e me lo sento anche io che è questo il motivo ma secondo me ce ne un altro.
La paura ancora non superata di quello che è successo li.
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Eroinomane,cosi mi chiamano.
Fiksi PenggemarSono io in copertina e questa storia parla di me. Una storia completamente reale. Campagna, una casa, un divorzio mai affermato, mai deciso. Mia madre non può decidere da un giorno all altro di uscire di casa, non guadagna abbastanza e l unica opzio...