Aprire gli occhi, per svegliarsi la domenica, era quello che preferivo. Non c'era la sveglia, mi svegliavo e basta, restavo a stiracchiarmi sul letto per un quarto d'ora e pensavo a tutto ciò di emozionante che avrei fatto durante quella giornata.
Peccato che non succedeva mai.
Di domenica, giravo sempre per la casa a vuoto cercando qualcosa da fare, ma finivo per annoiarmi a morte e tornare a letto, guardare video su YouTube, ascoltare i miei amati All Time Low e andare a dormire prestissimo.
Ma quel giorno era diverso. Volevo uscire e rivedere Luke, chissà, magari avremmo fatto un giro insieme... Mi piaceva passare del tempo con lui, sarei stata interessata a conoscerlo meglio per levarmi un po' Michael dalla testa, dato che mi mancava da morire.E magari avrei visto tutto sotto una luce diversa, sapendo che Luke in realtà era il fratello di Jea e il 'migliore amico' di Michael, avrei potuto chiedergli qualcosa in più su di lui.
Così mi andai a fare una doccia, per poi indossare un paio di jeans pesanti e un maglione lungo bordeaux. Infilai le cuffiette alle orecchie, e scesi al piano di sotto.Ros era lì, stava facendo guardare i cartoni animati a Jason. Il più piccolo venne verso di me e mi abbracciò la gamba, lo presi in braccio e gli stampai un bacio sulla fronte.
In genere, odiavo i bambini, soprattutto quelli più piccoli ed urlanti. Ma non potevo odiare il mio fratellino, era una fonte di tenerezza e dolcezza, ed era anche bellissimo. Ero sicura che da grande sarebbe diventato un gran figo, persino più bello di Ros.«Dove vai, Tea?» Mi chiese quest'ultimo, sorridendo alla scena tra me e Jason.
Feci sedere di nuovo il più piccolo sul divano, poi sbadigliai e risposi: «Sto andando a fare una passeggiata. Credo che tornerò per pranzo.»
Ros mi guardò con un'occhiatina ambigua, alzando le sopracciglia.
«Con chi devi vederti? Michael?»Sospirai. «No, Ros.» Gli risposi, sistemandomi la borsa sulla spalla. «Michael no. Probabilmente incontrerò un amico, si chiama Luke.»
«Non mi hai mai parlato di un Luke,» mi disse, alzando le spalle, «chi è?»
«È... Un ragazzo. L'ho conosciuto ieri, niente di così eclatante.» Risposi, ma non volevo sottopormi ai suoi interrogatori, quindi lo salutai ed uscii di casa.
Come al solito, il vento non perse tempo per farmi volare tutti i capelli neri davanti agli occhi, e li spostai di nuovo con le dita dietro l'orecchio.
Mi guardai intorno. Il cielo era grigio, c'era un tempo terribilmente instabile, quindi il mare sarebbe stato molto mosso, non sarebbe valsa la pena di scendere giù agli scogli e beccarsi tutta l'acqua.Così mi diressi ugualmente verso la piazza, andai a comprare un pacchetto di patatine al chiosco e mi sedetti su una panchina.
A causa del brutto tempo, non c'era tanta gente, la piazza era popolata dalle colombe; sporgendomi dalla ringhiera potevo scorgere anche qualche gabbiano posato sugli scogli più alti, attento a non farsi prendere dalla furiosa acqua del mare.Era agitatissimo, le onde erano fitte ed alte. Mi augurai mentalmente che Michael non fosse laggiù, o si sarebbe certamente ammalato.
Poi, però, un suono familiare attirò la mia attenzione, e mi girai.Dall'altro lato della piazza, Ashton e Jea si erano arrampicati su un albero. Il ragazzo le suonava la chitarra, come sempre, doveva essere un vero appassionato. E lei ascoltava e sorrideva, era ovvio che a Michael piacesse così tanto: per il suo sorriso, qualcosa che lui non aveva, ma quello di Jea avrebbe potuto illuminargli il mondo, glielo invidiavo tanto anch'io.
Mi concentrai di più sul suono, cercando di capire in che canzone si stesse cimentando il ragazzo dai riccioli d'oro.
Sperai di avere sentito male, ma purtroppo non era così.
Stay.
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Three || Michael Clifford
Teen FictionConta solo fino a tre. Tutto questo finirà presto. "Benvenuta all'inferno, Tea, ti sarà impossibile uscirne." Credits ©besidelvke all rights reserved. 12/06/2015: #55 in TeenFiction.