Capitolo 7.

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«Scott. Non farlo, ascoltami. È una trappola.» continuava a ripetere Stiles, mentre Scott faceva qualche passo avanti, avvicinandosi alla Lupa.

Ancora una volta, aveva scelto di non fidarsi del suo migliore amico.

Ma stavolta era diverso: non poteva mettere a rischio la vita di Stiles.

Quindi decise di mettere a rischio la sua, di vita.

Malia, che era in piedi dietro la madre, iniziò a mutare gli occhi: le diventarono assurdamente azzurri.

Quando Malia mostrò i canini Scott aggrottò le sopracciglia e la guardò perplesso.

La Lupa, osservando lo sguardo confuso del ragazzo, si voltò verso la traiettoria di tale sguardo.

Ma non ebbe neppure il tempo di realizzare cosa stesse succedendo che Malia attaccò la madre mettendole due mani sulle spalle e spingendola lontano.

Tutti nella stanza ebbero un attimo di shock: la situazione stava prendendo una piega completamente diversa da ciò che si aspettavano.

Scott soprattutto, fece qualche passo indietro e da vittima diventò spettatore di quella battaglia tra madre e figlia che, a primo impatto, non aveva senso.

Quel gesto, quell'annuncio di guerra da parte di Malia, sembrava aver colto di sorpresa anche la donna più grande, che in un primo momento non reagì all'attacco.

Subito dopo aver ripreso conoscenza però non provò neppure a chiedere spiegazioni: ci mise poco a contraccambiare le agili mosse che avrebbero messo a tappeto la figlia.

La figlia, appunto.

Che stava trattando nello stesso modo in cui avrebbe trattato un nemico qualsiasi.

Mentre madre e figlia davano spettacolo con calci, pugni e spinte sovrannaturali, Lydia si avvicinò a Kira e Braeden e sussurrò: «la Lupa è completamente assorta. Approfittiamone: dovete aiutarmi a liberare Stiles. Quelle catene sono tutte avvolte tra di loro. Sono come un grande nodo che dev'essere sciolto. E io non ci riesco da sola.»

Braeden annuì: «se passiamo lateralmente non dovrebbe notarci. Dobbiamo fare in fretta però.»

Le ragazze fecero come da programma e, una volta arrivate da Stiles, iniziarono a cercare un modo per disazionare la sedia, che di lì a pochi minuti avrebbe fatto partire cariche di elettroshock che avrebbero probabilmente ucciso Stiles.

Intanto la lotta tra la Lupa e Malia continuava: il volto delle due era quasi interamente sfigurato, si stavano facendo del male a vicenda senza porsi il problema del fatto che nelle loro vene scorresse lo stesso sangue.

Quando, per l'ennesima volta, la Lupa venne spinta contro il muro per poi crollare a terra, la donna non sembrava avere più le forze di reagire.

Ma com'era possibile che due Alpha come Scott e Derek non erano riusciti a indebolire quella donna, e invece Malia si?

La Lupa fece dei lunghi sospiri prima di rialzarsi con le gambe che le traballavano.

Si toccò il collo, come se fosse alla ricerca di qualcosa, poi puntò gli occhi in quelli della figlia e: «mi sono fidata di te. Avrei dovuto immaginarlo.» disse.

Malia non abbassò mai lo sguardo, con la mascella serrata e gli artigli all'infuori sembrava l'imitazione immatura della madre.

Derek e Scott si guardarono e annuirono: era quello il momento di attaccare.

Capirono, in un certo senso, il piano più o meno incomprensibile di Malia.

Di certo non si fidavano di lei: poteva essere benissimo un piano costruito con la madre per trarli in inganno.

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