Capitolo 06

444 31 32
                                    

"Ciao nonno, tutto bene? Io si, più o meno.
Sai, qualche giorno fa un uomo, prima che gli servissi la sua birra, mi ha detto che la tua mancanza si sente tanto, vedi? Non manchi solo a me ma a chiunque ti conoscesse.
Il fatto è che hai lasciato pezzi di te anche agli altri, e per questo tutti ti ricorderanno, ricorderanno la tua bontà, onestà, semplicità, ti ricorderanno per l'uomo generoso che eri.
Quanto vorrei essere quel che eri tu..
Hai fatto del male a tutti quelli che ti volevano bene andandotene..".
Angus e i suoi soliti chiacchiericci al cimitero erano ormai d'abitudine ma lo facevano sentire così bene che se non avesse chiacchierato con il nonno si sarebbe sentito immensamente vuoto.

"Nonno..non trovi assurda tutta questa situazione?
Tutto quello che c'è, anzi, che c'è stato tra me e Lauren? Tutto quello che è successo? Per colpa di altre persone non abbiamo potuto avere quello che volevamo avere insieme e adesso, dopo aver trovato la mia lettera si è presentata, perchè? Come dovrei prendere questo suo ritorno? Cosa devo fare? Ma certo, non puoi rispondermi, solo ascoltarmi, ma va bene così".
Angus si ritrovò per l'ennesima volta a parlare a Bob, seduto a terra di fronte a quella lapide che sembrava l'unica cosa che gli restava e non gli importava se agli occhi della gente poteva sembrare un pazzo. Non gli importava se lo credevano fuori di testa. Non aveva mai ascoltato i giudizi delle gente e non intendeva farlo nel momento in cui sentì delle vecchiette alle sue spalle speculare sulla sua presunta pazzia.
Angus stava bene nel confidarsi con il nonno, lo sentiva sempre vicino, e la sua morte non era bastata per dividerli, quindi, perchè doveva smetterla di parlarci?

Pensava sempre:
La morte non può dividere un grande amore.

E magari aveva ragione, chi lo sa.
"Sai cos'altro trovo assurdo? Che tu te ne sia andato..non riesco a farmene una ragione, davvero" si ritrovò a sorridere lievemente, lo sguardo fisso sulle sue mani che riducevano in piccoli pezzetti le foglie secche che teneva tra di esse.
"Dopo tutti i sacrifici che hai fatto..dopo tutte le guerre che hai combattuto, gli ostacoli che hai superato, eri una forza della natura..e invece poi, ti sei spento come se nulla fosse, come si spegne la luce da un interruttore, ti sei spento ad un tratto senza che nessuno se ne accorgesse, senza che io me ne accorgessi".
Angus prese altre foglie tra le sue mani ed incrociò le gambe per poi guardare la vecchia foto. Frantumava le foglie tra le sue dita, quel suono gli piaceva, era gradevole alle sue orecchie e in qualche modo lo rilassava.
"Cosa siamo in questa vita nonno? Niente. Siamo destinati a diventare solo resti, ossa, un ammasso di ceneri pronto a volare via un'altra volta a causa di uno stupido soffio di vento. Ecco cosa siamo. Siamo destinati a restare chiusi in una bara per sempre mentre la nostra anima finisce chissà dove o magari, chi lo sa, resta intrappolata nel corpo privo di vita.
Siamo destinati ad arrivare in quel punto in cui non possiamo più controllare il nostro corpo, non possiamo essere forti perchè le malattie, i dolori, la morte prevalgono e la psiche diventa inutile, non importa quanto vuoi reagire, i dolori saranno più forti. Quindi, se tutti siamo destinati ad andarcene, a che serve farsi in quattro per guadagnarsi un posto importante, nel lavoro, nella vita, nel cuore della gente, guadagnare soldi, cercare di essere felici se poi non ci resta nulla?".
"Serve a lasciare ricordi a chi resta, potranno ricordarti come un guerriero..come qualcuno che ha avuto il coraggio di realizzare i propri sogni, serve a ricordarti come una persona sorridente e forte nonostante tutto Angus..".
Era lei.
Angus si voltò verso Lauren, stavolta non teneva nessun fiore tra le mani.
"È da tanto che sei qui?" chiese lui pensando che la ragazza avesse ascoltato tutto il suo discorso.
"No, solo qualche istante.." Lauren gli tolse quei dubbi e lui annuì senza dire nient'altro.
"Volevo solo far un saluto a Bob.." disse per poi chinarsi e accarezzare la foto di Bob.
Poi si voltò con il sorriso sulle labbra verso Angus.
"Ricordi? Diceva sempre che sarebbe stato per noi un punto d'incontro..non sbagliava" disse riferendosi al nonno quasi contenta ma poi ripensò che avrebbe preferito avere Bob vivo e vegeto e la malinconia si fece spazio in lei.
"Beh, era il nostro punto d'incontro, lo è adesso, magari lo sarà ancora.." disse Angus cercando di non farle pesare la situazione.
Ormai i due erano ritornati più o meno ad un rapporto di amicizia, civile insomma, e stavano bene così.
Lauren si alzò e gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi "andiamo!" disse con un bagliore negli occhi. Felicità forse.
Quel bagliore che Angus non vedeva da troppo tempo.
Angus la guardò piuttosto confuso "dove?".
"In un posto" Lauren sfoggiò uno dei suoi grandi sorrisi e Angus afferrò la sua mano accettando così quella che si prospettava una folle pazzìa.
Angus stava per salire sul suo furgoncino ma la ragazza lo fermò.
"No, vieni, prendiamo la mia auto".
E detto questo salirono sull'auto di Lauren e Angus si chiedeva continuamente dove lo stesse portando.
Si diressero verso delle stradine di campagna che a lui sembravano quasi familiari ma all'impatto non ne era sicuro.
Riconobbe quelle strade dopo poco, non era la prima volta che ci passava.
Poi si fermarono e Lauren voltò lo sguardo verso sinistra. "Guarda, ricordi quel casolare?".
Angus si voltò a guardare quello che Lauren aveva accennato con il capo.
Ovvio che ricordava quel vecchio casolare.
"Forza vieni!" disse Lauren scendendo dall'auto dirigendosi verso il casolare.
"Ma sei matta? Se ci beccano siamo fritti" disse Angus, ricordandosi che l'ultima volta che erano stati li, furono quasi beccati dalla polizia. Quel posto era un vecchio magazzino, ci tenevano roba per fabbriche e cose del genere, ma di lì a qualche anno fu dichiarato inagibile ma era pur sempre controllato.
Lauren non gli diede retta e, senza paura, scavalcò la recinzione per entrare.
Angus si chiedeva cosa volesse fare, non c'era nulla lì, ma la seguì comunque, chiuse lo sportello dell'auto e scavalcò la recinzione a sua volta.
Quando entrò trovò Lauren di spalle che guardava meravigliata il muro che le si presentò davanti.
Angus la raggiunse e un qualcosa gli soffocò il cuore. Glielo strinse come stringe una tenaglia il fil di ferro.
"Questo non me lo ricordavo.." sussurrò Angus completamente stravolto da ciò che vide, con il cuore a mille e le mani tremanti.
"Volevo vedere come fosse ridotto..direi bene" si voltò Lauren sorridendo verso di lui.
Si ritrovarono a guardare quel vecchio murales che Lauren stessa aveva fatto.
Quella scritta che per loro aveva contato molto, più di qualsiasi altra cosa. Li rappresentava in un certo senso. Quella scritta era un ricordo indelebile fin quando qualcuno non avesse deciso di cancellarla o buttare giù quel muro e visto che non era ancora successo dopo dieci anni, forse, sarebbe rimasta lì per molto altro tempo.
I due guardarono quei colori ormai sbiaditi ma con ancora una certa vitalità, meravigliati.
Erano uno accanto all'altro e Lauren guardò Angus per poi afferrare lentamente la sua mano che sotto il suo tocco tremò lievemente.
Lauren, però, lo portò lì per un altro motivo.
"Vieni" lo trascinò più vicino a quel murales.
"Guarda questa scritta" lei sorrise mentre Angus cercava di leggere una scritta microscopica scritta con un pennarello nero.
Poi la riconobbe.
Riconobbe la scrittura di Bob.
"Beh..lo avevo portato qui, volevo che vedesse quello che avevo fatto per te" disse Lauren riportando l'attenzione sul murales e poi di nuovo sul ragazzo "..poi, dopo aver visto, prese un pennarello e scrisse questo, non so perchè ma credo che fosse qualcosa di sentito in quel momento, poi mi disse che un giorno, quando ne avrei sentito il bisogno, avrei dovuto fartela leggere".
Angus ascoltò attentamente ogni parola e poi rispose "questa..era la sua frase preferita, il suo motto, me lo ripeteva praticamente sempre" sorrise sinceramente.
Era contento del fatto che potesse andare a rileggere quella frase ogni volta che ne avesse sentito il bisogno e si fosse sentito inutile agli occhi del mondo.
"Non aspettare di essere felice per sorridere, ma sorridi per essere felice Angus".

---

Angolo autrice:

Hi! ahah come state?
Io bene, comunque, che ne pensate finora della storia?
Siate sincere please!
Comunque, nel caso ci fossero delle frasi delle mie storie che vi piacciono e vi va di pubblicarle su insta, il mio nickname è erinrosewhite, così potete taggarmi o seguirmi :-) mi farebbe piacere.
Detto questo, votate e commentate, non siate tirchie, al prossimo aggiornamento!
Goodbye guys!

Ps: devo aggiornare il sequel di Explosion ma 0 voglia :'( piangio

Torno per Te (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora