Capitolo 8

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Nonostante ci siano voluti almeno due giorni per abituarmi alla mole di lavoro e ai ritmi frenetici del Boston Daylie, Il resto della settimana è continuato abbastanza bene.

David è sempre molto carino con me e, più di una volta, mi ha invitato a bere qualcosa con lui. Ho declinato gentilmente la proposta sia per quello che mi ha detto Hank, sia perchè sono deciso a non mischiare vita privata con il lavoro.

"Va bene." Mi ha detto lui."Ma prima o poi ti farò dire di sì,Jack Baker." Credo non sia abituato a ricevere rifiuti.

Sto cercando di ultimare l'ultimo pezzo. E' venerdì sera e io ,alle diciannove e trenta, sto ancora lavorando come un mulo.

Devo ammettere che oggi ho fatto proprio un gran lavoro. Ho corretto tantissimi articoli. Non vedo l'ora che questa sera passi, domani incomincia Il mio week-end con Hank e non sto più nella pelle.

Dopo aver finito, spegno il mio computer, prendo la mia giacca e la mia borsa da lavoro, la riempio con alcuni fogli e mi avvio verso l'ufficio di David. Lo trovo ancora impegnato a lavorare.

"Non hai intenzione di andare via?" gli domando quando entro.

Lui alza la testa. Non appena mi vede, il suo volto si illumina. "Da quando mi hanno promosso a vicedirettore mi sembra di non avere più una casa."

Solo adesso noto che è abbastanza stanco, non me n'ero accorto prima.

"Perchè non stacchi?Il lavoro sarà lì anche lunedì."Cerco di convincerlo io.

Lui si sistema la cravatta e poi mi dice " In realtà lavoriamo anche il sabato. Ovviamente non gli stagisti. Non vorremmo essere così sfruttatori. " Mi spiega. "Tutti gli altri dobbiamo lavorare anche nei fine settimana, spesso anche la domenica." Non mi sembra che la cosa gli dispiaccia.

"Deve proprio piacerti questo lavoro, eh?" Constato io.

"A te no? Io quando sono qui, in questo ufficio...mi sento me stesso. Libero da ogni costrizione. Tutto è sotto il mio controllo." I suoi occhi si accendono di passione. "Capisco cosa vuoi dire. Per me è lo stesso." Confermo io.

"Quindi niente week-end selvaggio?" Gli chiedo io curioso. David ridacchia.

" Non faccio un weekend selvaggio da una vita. Certe volte sento di avere settant'anni e non trentadue." Mi fissa con i suoi occhi e mi fa un sorriso triste.

Sospiro e alzo gli occhi al cielo . So che mi pentirò di quanto gli sto per chiedere."Perchè non andiamo a prendere qualcosa da mangiare insieme." Non so perchè l'ho invitato. Forse un po' per pena, forse perchè mi piace parlare con lui.

David rimane spiazzato, poi mi guarda compiaciuto. "Pensavo non me l'avresti mai chiesto." Mi disse allegro. ''Neanche io.'' Mi sofferto a pensare.

Si alza dalla sua sedia e va a prende il suo cappotto e il suo ombrello .

"Conosco un posticino qui vicino, fanno dei buonissimi tapas. Ti piace il cibo messicano?" Mi chiede.

"Abbastanza." gli rispondo, anche se mi maledico per la mia boccaccia larga.

In pochi minuti ci ritroviamo fuori l'ufficio.

La serata trascorre sorprendentemente bene. Se devo essere onesto, mi diverto parecchio. David è molto interessante e anche molto spassoso. Sto bene con lui, ma più di una volta mi penso a Hank e al fine settimana che ci attende.

"Scusami un attimo, vado in bagno." mi dice cordialmente lui ad un certo punto. Si alza e va alla ricerca della toilette.

Guardo l'ora sul display del mio cellulare e mi accorgo che sono già le dieci passate.

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