Insanity || Taylor Lautner

6. Christmas

"And so this is Christmas

I hope you have fun

The near and the dear ones

The old and the young"

Varcai la porta dell'Istituto con un sorriso stampato in volto, muovendomi verso l'auto che mi aspettava lì davanti.
Era la mattina della vigilia e finalmente stavo lasciando quella sorta di prigione, anche se solo per alcuni giorni.
"Hey" salutai Jonah, battendogli la mano sinistra sulla spalla.
"Come va?" mi chiese, mettendo in moto l'auto e ricevendo solo una scrollata di spalle in risposta.

Di sicuro ora che ero fuori di lì andava meglio.
"Hai da accendere?" gli domandai mentre sfilavo il pacchetto di sigarette dal cruscotto e ne recuperavo una. Mi allungò l'accendino e abbassò il finestrino, osservando una nuvola di fumo scivolare fuori.
"Che si fa stasera?" borbottai tra una boccata e l'altra e questa volta fu lui a scrollare le spalle.
"C'è una festa al Pool, Gus ha detto che ci avrebbe procurato un paio di inviti" annuii gettando la sigaretta consumata fuori dal finestrino.

Il resto del viaggio lo trascorremmo in silenzio, interrotto solo da qualche imprecazione di mio fratello nel traffico.
Quando scesi dall'auto una folata d'aria gelida mi colpì la pelle nuda delle braccia e rimpiansi di non aver messo una felpa. Era dicembre dopotutto.
Mi catapultai sul divano e accesi la tv, aspettando che Jonah mi raggiungesse con un paio di birre.
"Non hai idea di quanto mi manchi bere così" sbottai, stringendo la bottiglia in mano, "Il massimo della trasgressione li è prendere una coca"
Ridacchiò, buttando giù un sorso e poi tornò a me "Se ti fosse andata diversamente il tuo culo ora sarebbe in prigione e li ti darebbero forse ogni tanto dell'acqua" sputò con sarcasmo, buttando indietro la testa sul divano.

Strinsi la presa attorno alla bottiglia e lo imitai, cercando di non alterarmi. Doveva essere una buona giornata oggi, non me la sarei dovuta rovinare.
"Non c'è nemmeno una tv" mi lamentai, "Niente da fare, nessuno con cui parlare"
"Ma se sei circondato da ragazze" rise lui "ti sei rammolito o cosa?"
"Sono tutte pazze" sputai "mi guardano come se fossi un qualche animale esotico e pericoloso"

"Tu sei pericoloso, Taylor"
"Ma non sono un cazzo di animale!" mi stavo scaldando e non era un bene.
"Tutta colpa di quella testa di cazzo che mi ha messo nei casini. Che fine ha fatto Seek?"
"È sotto stretta sorveglianza. Non l'hanno messo dentro perché aveva la fedina pulita, ma aspettano un suo piccolo errore per distruggerlo. Non l'ho più visto in giro."
Risi amaramente "Io costretto a farmi il culo in mezzo ai pazzi e quel coglione che fa quello che gli pare. Questa è la giustizia!"

Jonah mi allungò un'altra bottiglia, cercando di lasciar cadere il discorso. Era meglio per entrambi che io mantenessi la calma. La trangugiai in tre sorsi e la lasciai cadere a terra, sfilando l'Iphone dalla tasca e portandomelo all'orecchio.
"Si?" sputai infastidito, cercando di apparire un po meno incazzato di quanto lo ero realmente.
"Fratello, sono Gus" rise l'altro, divertito dal mio nervosismo "ti hanno già fatto incazzare?"
Ignorai la domanda, passandomi le dita tra i capelli.
"Che vuoi Gus?"
"Abbiamo qualcosa di cui parlare. Ci sei stasera al Pool?"
"Se mi procuri un invito." risposi sarcastico.
"Ci vediamo alle nove lì fuori" concluse, chiudendo la chiamata, con un tono più serio e composto.

Rimisi il cellulare in tasca e mi alzai dal divano.
"Abbiamo due inviti" informai Jonah, che stava digitando qualcosa su un computer "Alle nove."
Spalancai il frigo e afferrai un cartone di pizza, scaldandone un paio di fette in microonde.
Mi appoggiai con la schiena al ripiano inutilizzato della cucina e divorai le due fette, bevendo un ultimo sorso di birra.
Mi infilai una felpa e mi chiusi la porta dell'appartamento alle spalle, scendendo le tre rampe di scale e ritrovandomi così in strada. Infilai il cappuccio e percorsi un paio di isolati.
Alcuni ragazzini stavano giocando a basket, attorno a un canestro di cui rimaneva ben poco, sudati e al freddo, tossendo ripetutamente.