Capitolo quattordicesimo. Apparenze

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Strofinai la guancia su una superficie bollente, mi piaceva e continuavo a farlo. Mi rannicchiai ancora di più fino a sbattere le ginocchia contro quella che sembrava una parete rocciosa. Sussultai e notai Douglas con il braccio destro che mi avvolgeva ancora e quello sinistro poggiato sul suo ventre. Dormiva, e sembrava avere un'espressione piuttosto rilassata e serena.
Pensai a come poteva essere stata così vile la sua ragazza: lui sembrava essere tanto disponibile, sincero, aggraziato e affascinante, e lei lo trattava proprio come fosse uno zerbino, una ruota di scorta.
Inoltre, mi chiedevo, perché lui stesse insieme a lei. Non doveva essere poi così difficile lasciare chi non ami e chi non ti apprezza. Certo, io non avendo avuto alcuna esperienza pensavo per il bene di Douglas. E anche il mio, credo. Credo che in quel momento, vedendolo così appisolato e vicino a me, non avrei voluto trascorrere altro tempo con nessuno.
Credo inoltre che ormai fosse chiaro anche a me stessa: c'era qualcosa in quell'uomo che mi tratteneva ancora.
Non parlo di tentazioni, penso sia più il fatto di volerlo per me e provare a renderlo felice.
In quel momento lui si girò, schiuse gli occhi lentamente e mi rivolse di nuovo quel sorriso al quale non sapevo resistere.
"Buongiorno." mi disse e si avvicinò di più a me.
"Hai dormito bene?" pronunciò quelle parole nella penombra e trovai il tutto piuttosto intrigante.
"Sì, ha fatto abbastanza caldo..."
Probabilmente perché ero stata appiccicata a lui per tutta la notte, pensai.
"Ho acceso i riscaldamenti, stavi tremando."
Ed ecco chiarito l'arcano mistero.
"Sta piovendo ancora, ma non posso trattenermi oltre. Devo sbrigare alcune pratiche dal perito." si fece più cupo e io mi rattristai all'istante. Mi dispiaceva non trascorrere più tempo insieme, adesso che saremmo tornati alla realtà e di conseguenza lui dalla sua fidanzata.
"Sì, penso sia ora di tornare."
Mentre Douglas era in bagno a farsi la doccia, il suo telefono fu assalito da alcuni messaggi, ed io non potei fare a meno di guardare. Provenivano dalla fidanzata, era preoccupata e lo cercava da ore. Ce n'era uno anche da parte del fratello, ma non lessi poiché la porta del bagno si aprì velocemente.
"È il tuo turno, è abbastanza caldo il bagno."
Sotto il getto d'acqua pensai al tocco delle dita di Douglas, era così leggero e aveva rispettato il mio volere.
Douglas, per quanto potessi conoscerlo, non era il classico cattivo ragazzo. Era intelligente, prudente e serio. Per nulla noioso, ma era sicuramente il classico ragazzo che non potevo avere.
Forse.
Fu silenzioso per tutto il viaggio, rispondeva freddamente se provavo a fargli una qualsiasi domanda. Mi chiesi se avessi sbagliato qualcosa.
Si fermò ad una stazione di servizio, il suo cellulare squillò ancora: Kristian.
Mamma era basita quando è venuta e ci ha...
"Scusa, ho dimenticato il telefono." Douglas abbozzò un sorriso e aprii, forse, il messaggio.

Tornò di nuovo indietro e io rimasi fortemente col dubbio fino a che non si fermò davanti casa mia.
"Sarò impegnato questa settimana, non so se potrò vederti. Ti chiamerò." alzò lo sguardo e incontrò poi i miei occhi perplessi.
"Sì... Va bene. Aspetterò una tua chiamata."
"Sono stato bene, comunque."
Si protese verso di me è mi strinse forte. Adoravo stare tra le sue braccia, adesso che avevo provato.
Sciolse l'abbraccio e mi prese il mento tra la sua grande mano destra.
"Lasciamelo fare, Diane."
Non risposi, chiusi leggermente gli occhi e lentamente sentivo il respiro di Douglas che si avvicinava fino ad unire le sue labbra calde alle mie.
Un semplice bacio che sembrò durare troppo poco.
"Sei bellissima." mi sussurrò prima che io potessi scendere.

Adelaide mi chiamò la sera, quando io stavo per andare a dormire consapevole che Douglas avrebbe chiamato molto tardi.
"Ma sei sparita?" mi chiede emettendo un risolino, forse era con Luke.
"No! Mi sono presa una vacanza."
"Oh! Dove siete stati?"
"Come fai a saperlo!? Comunque al Leech Lake. È stato davvero carino."
"Incredibile! Sospettavo qualcosa di simile. Cosa avete fatto?"
"Ma Adele... Nulla! Abbiamo mangiato, guardato la tv, dormito..."
"Insieme? Dio mio!"
"Insieme, ma non c'è stato nulla!"
"Oh capisco... Senti, devo andare. Con Luke le cose non vanno benissimo, usciamo per parlare."
"Fammi sapere, Adele."

Navigai sul web su siti di acconciature per capelli, quando un articolo a primo impatto poco rilevante, catturò la mia attenzione:
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