L'insistente rumore delle lancette andava a ritmo con il mio picchiettare nervosamente sulla scrivania mentre ero seduta sulla sedia girevole in attesa di una definitiva decisione.
Le cinque e trentacinque.
Mi alzai di scatto facendo quasi cadere la sedia e mi diressi all'armadio di lato al letto.
Lo aprii e ne estrassi le prime borse che mi capitavano sottomano. Spostai malamente i vestiti dalle stampelle, facendone cadere in parte a terra, e dopo aver preso quelli meno costosi ed eleganti li buttai nei rispettivi borsoni, insieme ad un altro paio di scarpe e il resto dell'occorrente, senza dimenticare un borsellino con tutti i miei soldi messi da parte.
Mi guardai intorno e scrutai attentamente la camera che mi aveva visto crescere per quasi diciotto anni.
In tutto quel tempo, nella mia vita non c'era mai stato nulla di buono, quindi tanto valeva andarsene piuttosto che restare chiusa in quella casa senza nessuna possibilità di futuro.
Il futuro va costruito da soli. Dicono.
Perciò, mi caricai le borse sulle spalle, lasciai un bigliettino a Jenny, non mi importava cosa avrebbe fatto in seguito alla mia scomparsa, e uscendo di casa mi incamminai verso il mio futuro.
Un Harry stranamente felice mi aprii la porta accogliendomi in un caloroso abbraccio.
Lo strinsi anche io, e gli accarezzai la testa da sopra quel cappellino di lana che era solito portarsi.
Mentre eravamo ancora attaccati, non percepii nessun odore strano provenire dai sui vestiti, solo una vampata di colonia maschile che mi riempì le narici. Sorrisi, ero felice che abbia smesso di fumare e di bere.
"Pronta?" Mi sussurrò in un orecchio.
"Calcolando che è la prima volta che scappo di casa, si, direi di si."
"Andrà tutto bene. E' più facile a dirsi che a farsi."
Entrammo in casa per prendere i bagagli di Harry e dopo un'ultima occhiata da parte sua uscimmo dal cancelletto.
Si carica lo zaino sulle spalle e afferrando un manico per'uno del suo altro borsone ci avviammo a piedi alla stazione dei pullman.
Ci facemmo timbrare i biglietti presi da Harry il giorno prima e dopo aver caricato le borse nello scompartimento andammo ai nostri posti, che fortunatamente si trovano in fondo.
"Dove siamo diretti?" chiesi curiosa, ancora non me lo aveva detto.
"Lo vedrai."
"Uffa, perché devi essere sempre così misterioso?" Lo rimproverai tirandogli in cappellino fino a davanti gli occhi per poi scoppiare in una fragorosa risata che faceva girare alcuni passeggeri.
Allungai le gambe su quelle di Harry e dando le spalle al vetro mi appoggiai con la testa sullo schienale del sedile. Il viaggio sarebbe durato circa tre ore, quindi presi sonno tranquillamente, con le mani di Harry che mi accarezzavano le gambe lasciate scoperte dai pantaloncini.
Il pullman si fermò, e recuperate le nostre cose, camminammo per altri dieci minuti fino ad arrivare ad una paninoteca lì vicino.
Prendemmo tutti e due un panino e velocemente uscimmo
"Non ne posso più, ma dove siamo?" I piedi cominciavano a farmi male, nonostante avessi delle scarpe morbide, ma l'asfalto era pieno di buche e crepe che intralciavano il passaggio.
Harry non mi rispose e continuava a camminare con un mezzo sorriso stampato sulla faccia.
Fortunatamente quello era un giorno nuvoloso, così c'eravamo risparmiati di trovarci sciolti sulla strada, dato il lungo percorso.
STAI LEGGENDO
Hopeless {Harry Styles, One Direction}
Fiksi Penggemar"Porca puttana Harry, è possibile che non ne fai una giusta?" "Mi dispiace, rimedierò." "Ti conviene." Aggiunse Matt. "Hai altri dieci giorni Styles, capito?" - - - QUESTA STORIA NON È MIA MA DI @_Daylight, CHE MI HA DATO IL PERMESSO DI RIPORTARLA...