4 CLAN?

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Il miei occhi riflettevano i raggi di sole che trapelavano dal tetto di more sopra la mia testa. Illuminando di un verde brillante, il terreno battuto su cui formavano uno spettacolo di sfumature contrapposte alle ombre delle fronde più grosse.

Un morbido giaciglio cullava il mio corpo. Facendomi scordare cosa fosse accaduto.
Un gatto color della sabbia mi fissava con i suoi occhi gialli persi nel vuoto, solcati da un moto di tristezza. Il suo pelo era liscio come ľ ambra, e la sua corporatura possente. Aveva un orecchio lacero, quello destro, credo.

Occhi color del sole si accesero. Appena notarono i miei, semi-aperti, che annunciavano il risveglio tanto atteso (o forse no) di Felina.

《Benvenuta nel clan.》miagolò il gatto, dolcemente. Con voce ironica e distante, rimanendo seduto sul suolo, immobile.

《Chi sono? Dove sono?》interrogai il giovane gatto ancora incredula e stordita dal sonno.

《 campo del clan del Tuono》tagliò corto il gatto, mentre una lacrima proveniente da chissà quale ricordo, sgorgava lentamente da uno dei suoi occhi ambrati.

《Campo, che?》domandai confusa.

I ricordi tornarono poi ad affollarmi la mente: Il gatto della terra, il gatto che mi aveva ferita, PapaveroNero, Grappina... rividi tutto in un battito d'ali, e la tristezza tornò ad impadronirsi delle mie membra spossate dal lungo pianto del giorno precedente.

La voce del gatto sembrò quasi un sussurro nella mia mente; occupata da troppi pensieri per poter elaborare le sue parole.
Il gatto mi si avvicinò e poco dopo strofinò il suo caldo muso contro il mio, come per rassicurarmi da quei pensieri orribili. Capendo poi, che il suo gesto non aveva avuto alcuna influenza sul mio umore, se ne andò, abbandonandomi alle mie riflessioni.

Le lacrime pesanti che colavano dai miei occhi spenti, erano troppo distanti perché io potessi sentire gli aghi del freddo pungermi il muso bagnato.

*****

Luce sanguigna illuminò il mio corpo. Ero distrutta. Persino le lacrime si rifiutavano di scendere per bagnarmi il muso. Accompagnava questo status solamente un silenzio totale.

Ascoltando meglio, mi accorsi che a volte si udivano leggeri zampettii e miagolii provenire dall'esterno, tutto però sembrava ricoperto da un velo di nubi,che attutivano i suoni gravi, ed estinguevano quelli acuti.

**
Un tonfo sordo ricordò quello udito nella tana dello sciamano, giorni prima. Questa volta però, non era il corpo di un gatto, bensì quello floscio di un gustoso topo, posato goffamente accanto al mio giaciglio.

Il cucciolo nero si spaventò appena vide il mio occhio, aperto, che lo osservava vuoto, dall'alto.

《Tu... tu... sei lei?》 Chiese tremante il piccolo terrorizzato. Cosa ho fatto di male, per spaventarlo così tanto?

Nel medesimo istante entrò una gatta marrone scuro, che, alla vista del gattino pietrificato dalla paura, accorse subito da lui. 《 Oro, dai... andiamo...》 miagolò dolce. Prima di accompagnare il cucciolo fuori dalla tana. Lanciandomi un'occhiata furente prima di svoltare a destra, nelľ ignoto. Quest'ultimo però non riscosse alcuna curiosità nel mio animo.

《 Non è colpa tua》 una voce dietro di me, mi fece sussultare.

Una gatta tricolore mi osservava in modo tenero. Doveva essere molto vecchia, poiché magra e malandata.

《Non è colpa tua... piccola.》 Ripeté notando la mia incredulità.

Io non miagolai, ero troppo intenta a cercar di comprendere la paura del cucciolo davanti a me, per una sola cucciola poco più grande di lui (tre lune e mezzo).

Colpa mia? Per cosa? Mi voltai verso la gatta con un'espressione interrogativa dipinta sul muso.

La gatta tricolore miagolò come se potesse leggermi nel pensiero:《Meglio che tu non lo scopra.》.

《Perché? 》

La mia curiosità era tale che pronunciai la domanda con tono ansioso, alla ricerca disperata di una risposta che mettesse fine alle mie sofferenze interiori. Improvvisamente mi ricordai di Grappina, e una fitta al cuore mi pervase. Come poteva esser accaduto? Se fosse stata colpa mia?

Il solo pensiero di aver contribuito anche solamente in parte alla sua morte, si fece vivo, come non mai... infondo ero stata io a provocarla entrando nella foresta... probabilmente il mio odore aveva attirato attenzioni indesiderate.
Non sapevo però, niente di certo. Questo era poco, ma sicuro.

La gatta tricolore dopo che io ebbi posto la domanda, si rifiutò a dar risposta, come se avesse paura di farlo.

L'odore fresco del topo inondava le mie narici. Non avevo voglia di mangiare, dopo l'accaduto. Ma, i morsi della fame, avevano incominciato a sentirsi, forse anche troppo. Allungai il collo verso l'esterno del giaciglio, ove era deposta la fragrante creatura.

Divorai il topo ormai freddo, senza consumare nemmeno le energie sufficienti ad alzarmi. Mi sentivo spossata nel fisico, anche se in realtà era la mente, fonte anche della disperazione provata nel profondo della mia esistenza.

NOTA AUTRICE * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

Care guerriere e cari guerrieri.
Scusate se è dall'alba dei clan che non aggiorno. Ma con l'inizio della scuola ho avuto molto da fare...
A breve però pubblicherò il prossimo capitolo... ne ho 2 o 3 già pronti!

Non ho trascurato affatto questa storia! Anzi! Proprio perché è la mia preferita, voglio scriverla bene!

Perdonate le mostruosità grammaticali commesse!

Aspetto tanti commenti!

HO DA CONSIGLIARVI UN' ALTRA BELLISSIMA STORIA!

LA PROFEZIA. Scritta da: MantoStellare





La nascita di un nuovo Clan/È GIUGNO *_*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora