Prologo

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Louis William Tomlinson: ventiquattro anni, nato il 24 Dicembre 1990 Doncaster, South Yorkshire.

Fin da piccolo Louis si era sempre distinto tra tutti. Quegli occhioni azzurri come il celo, la vocina squillante e quasi femminile, i capelli color caramello e la sua personalità frizzante.

A Louis è sempre piaciuto il calcio, fin da piccolo. Tutto era iniziato quando suo nonno regalò a Louis un piccolo pallone dai Loney Tunes; all'ora aveva solo due anni e nessuno di loro si trattenne dal sorridere quando videro la sua reazione. Louis cominciò a trotterellare verso la palla e quando la raggiunse la calciò facendola finire tra le gambe del suo nonno che sorrise fiero e gliela ritirò a sua volta; Louis sorrise e ridacchiò per poi cominciare a trotterellare con il pallone tra e gambe nel giardino della sua casa. Cadde più volte, ma si rialzò subito e con un sorriso sulle labbra fini ricominciò a giocare.

Da quel giorno il calcio divenne la sua più grande passione. All'età di dieci anni sua madre lo iscrisse nella squadra del loro paese; si allenò duramente ma sempre con il sorriso sulle labbra, gareggiò contro le altre squadre facendo decine e decine di goal. Divenne bravo.

Tutto era perfetto nella vita di Louis fino a quel giorno, il giorno che cambiò la sua vita.

Era il sedici marzo quando sua madre portò Louis ad un visita dal medico, quelle di routine per intenderci. Aveva sedici anni, era giovani e felice all'ora.

Durante quegli anni aveva dovuto affrontare l'abbandono da parte del suo vero padre, quello che Louis chiamava "Il donatore di sperma." Louis non aveva mai conosciuto il suo vero padre, ne aveva solo sentito parlare da sua madre e fortunatamente non sentiva nessun legame con lui, non doveva ringraziarlo di nulla o meglio, poteva farlo per avergli dato la vita ma non ne sentiva il bisogno. Per lui quell'uomo era sempre stato il nulla.

Tutti quegli anni li aveva affrontati con la testa alta, seppur delle volte la voglia di sparire era talmente forte che lo faceva piangere; ma Louis non era solo. Harry, Liam e Zayn erano i suoi migliori amici. Li conosceva da quando aveva quattro anni. Avevano fatto tutte le scuole assieme e ormai erano come fratelli per Louis. Lo sarebbero stati sempre.

Quella mattina resterà sempre impresse nella mente del castano, come un tatuaggio praticamente. Incancellabile.

Il medico stava facendo i soliti esami quando notò qualcosa di strano da delle analisi; all'inizio non riuscì a capire ma poi tutto fu più chiaro. Il corpo di Louis era diverso da quello di un suo normale coetaneo. Louis poteva avere dei bambini.

Quella notizia lo devastò. Si sentì debole, una femminuccia, non umano quasi; lui poteva avere bambini. Ma era impossibile! Era un maschio con un pene e delle palle in dotazione santo cielo; come poteva essere vero?! Poteva essere uno scherzo ma quando il dottore gli fece vedere le analisi e tutto il resto, tutto quadrò e Louis si sentì ancora una volta morire.

Per quasi due settimane non uscì di casa, non ne parlò con nessuno, neanche con Liam o Zayn. Ed Harry? Beh Harry dopo due lunghissime settimane andò dal suo migliore amico e, ignorando le proteste del ragazzo e gli insulti che gli rivolse, entrò nella sua camera aprendo finestre e tirandogli via le coperte di dosso che per tutto quel tempo pensava lo avessero protetto dal mondo. Gli chiese perché li stesse ignorando, perché non rispondesse ai messaggi, perché non li facesse entrare in casa; e allora il castano esplose. Scoppiò a piangere di nuovo e si lanciò sulle braccia dell'amico raccontandogli tutto, dalla visita dal medico alle intere settimane chiuse nella sua stanza senza mangiare. Quando finì di raccontare lo guardò dritto negli occhi aspettando che il riccio scappasse a gambe levate o che gli ridesse in faccia; ma questo non successe. Harry gli sorrise mettendo in mostra quelle fossette che tanto adorava e lo abbracciò rassicurandolo con parole come "È bellissimo Louis" "Non vergognarti." "Sono felice per te." "Ti starò sempre accanto qualunque cosa succeda." E questo riempì il cuore del castano e gli diede la forza di confessare il suo segreto anche a Liam e Zayn. Inutile dire che Liam si mise a piangere ma una volta ripresosi gli saltò al collo urlando cose come "O mio dio diventerò zio!" o "Non ci credo, avrò un nipotino!" e questo fece sorridere Louis che presto venne sommerso da altri abbracci.

My little sweetie -Larry Stylinson (Mpreg) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora