La spiaggia a Louis aveva sempre messo pace. Adorava passare il tempo seduto sulla sabbia ad osservare il mare, cercando di studiarlo e di capirlo perché secondo lui il mare aveva sempre qualcosa da dire.
L'inverno era ormai inoltrato, Gennaio era iniziato, eppure stranamente in quel piccolo paesino sconosciuto dell'Inghilterra il sole batteva forte, riscaldandolo, permettendogli di togliere la giacca che aveva steso a terra e su cui si era seduto.
Una strana tranquillità si era impossessata di lui, mentre il sole gli illuminava il volto e c'erano solo i gabbiani a fargli da sottofondo, insieme allo scrosciar delle onde sulla sabbia.
I capelli castani ondeggiavano a causa del vento leggero che li accarezzava come un amico di vecchia data, le mani erano poggiate ai lati dei fianchi, gli occhi studiavano quel mare che con una calma inaudita ondeggiava lentamente apparendo piatto come una tavola e la mente volava, insieme a quei gabbiani, verso una prigione di brutti ricordi.
Proprio lì, su quella spiaggia, tra quelle onde, aveva perso il suo migliore amico, la persona per lui più importante.
Studiava quel mare che gli aveva tolto una delle sue ragioni di vita, che avrebbe dovuto mettergli paura, rabbia, eppure quel mare era l'unico che riusciva a farlo sentire nuovamente vivo per un attimo.
Se si soffermava, tra quelle onde leggere, riusciva ancora a scorgere il corpo magro e statuario di un ragazzo riccio che sorride e si diverte, lasciando che il sole faccia risultare i suoi occhi smeraldi ancor più brillanti.
Harry era un ragazzo stravagante, con tanta forza e tanta voglia di vivere. Il suo migliore amico era una forza della natura, non si arrendeva mai, anche quando soffriva gli si poteva leggere in viso la voglia di andare avanti e ogni battaglia, vincere ogni paura, ed era stata proprio quella sua determinazione ad averlo portato via.
Chiuse gli occhi e si lasciò andare, poggiandosi con la schiena sulla sua giacca, lasciando che per un attimo quei ricordi gli riaffiorassero nella mente e gli lacerassero il petto.
Harry era determinato, voleva fare il bagno a mare, nonostante il mare fosse agitato e il cielo minacciasse pioggia, Harry voleva fare il bagno sotto la pioggia.
Provò a convincere Louis ad andare con lui ma il castano impaurito gli aveva detto che non voleva e arrabbiato dalla tanta insistenza del riccio aveva lasciato che il minore ci andasse da solo.
Fu un attimo, la pioggia cominciò a scendere giù velocemente, il vento crebbe a dismisura facendo ondeggiare anche gli alberi e le onde si alzarono.
Un attimo e di Harry non ci fu più traccia. Ci aveva provato, si era tuffato a mare, aveva cercato il suo migliore amico, lo aveva fatto cercare anche nei giorni seguenti ma niente... Il mare sembrava aver risucchiato Harry e lui. Sì, perché nonostante avesse continuato ad andare avanti in onore del riccio che gli aveva insegnato a non arrendersi mai, nonostante avesse un fidanzato che amava da morire, una parte di lui era morta con il riccio, tra quelle onde.
Avrebbe dovuto odiare quel posto, eppure continuava ad andarci perché il mare ogni volta sembrava raccontargli di Harry, come se il riccio fosse lì e stesse cercando di comunicare con lui.
Si rialzò e riaprì gli occhi, restando a fissare il punto in cui per l'ultima volta aveva visto il sorriso del suo migliore amico.
Louis riusciva a vederlo, Harry camminava sull'acqua, schizzava acqua in aria, sorrideva e lasciava ondeggiare i ricci bagnati. Un sorriso spontaneo gli nacque sul volto e una lacrima minacciò di rigargli una guancia, fermandosi però prima di scivolare, restando intrappolata tra i suoi occhi blu.
Ad un tratto un paio di braccia sottili che gli avvolsero la vita ed un respiro caldo sulla pelle lo fecero sorridere.
«Come sta?» chiese il moro, lasciandogli un bacio nei capelli castani.
Louis sorrise e si perse nuovamente nell'osservare quel ragazzo riccio giocare con l'acqua, come fosse la sua migliore amica.
«Sta bene, sta giocando,» rispose. Zayn annuì e si sedette dietro di lui, con le gambe attorno ai suoi fianchi, facendogli aderire la schiena con il suo petto. Louis sorrise ancora e poggiò la testa sulla spalla dell'altro.
«Come lo vedi?» chiese ancora Zayn, sussurrando quelle parole con tono estremamente dolce.
«È bellissimo,» rispose, senza staccare gli occhi da Harry, che adesso si era girato verso di lui e gli aveva sorriso.
Quel sorriso fece sì che il suo cuore cominciasse a battere più velocemente, quasi come volesse urlare la sua felicità per farla udire al riccio.
«Che ha fatto?» chiese Zayn, avvertendo i battiti del cuore accelerati del suo ragazzo, poggiandogli un altro bacio nei capelli.
«Mi ha sorriso,» sussurrò.
Erano ormai due anni che Zayn era il suo fidanzato e ne erano passati quattro dalla morte del riccio. Louis si sentiva bene in quel momento, aveva vicino le due persone più importanti e niente sembrava poter distruggere quel suo benessere che provava solo quando era lì.
Harry era sempre con lui, Louis lo sapeva, ma quando era lì e riusciva a vederlo si sentiva completo, come se quella sua parte morta con lui tornasse a vivere solo in presenza di quel mare.
Era stato Zayn ad accompagnarlo, ma come suo solito aveva lasciato Louis da solo per un po' per far sì che i due migliori amici avessero un momento tutto loro.
Zayn non aveva mai perso nessuno di importante, i suoi genitori, nonni e parenti c'erano ancora tutti e anche Liam, il suo migliore amico, per fortuna stava bene e viveva tranquillamente.
Non sapeva cosa significasse perdere qualcuno di importante ma a guardare Louis aveva capito che doveva essere qualcosa di davvero lacerante.
Non riusciva a vedere il suo ragazzo così distrutto, perché nonostante sorridesse, Zayn sapeva benissimo che in ogni momento della giornata nei suoi pensieri ne aveva sempre uno in serbo per Harry che lo distruggeva lentamente. Aveva ormai imparato anche a gestire gli incubi e le crisi che la notte s'impossessavano del corpo del castano, che al mattino dopo diceva di non ricordare niente.
Zayn lo sentiva, ogni notte, il nome di Harry urlato dalla voce squillante e condizionata dal dolore e dal terrore del suo fidanzato, ma continuava a non dire niente a Louis, non voleva distruggerlo maggiormente, ma era come se il castano di giorno vivesse la sua vita semplicemente lasciando sempre un pensiero per il suo migliore amico senza però farsi prendere dalla depressione, e di notte invece rivivesse sempre quel momento in cui il riccio era scomparso tra le onde di quel mare che Zayn stentava a credere Louis amasse.
«Gli piaci,» asserì improvvisamente Louis, risvegliandolo dai suoi pensieri.
Non sapeva come interpretare quella cosa, aveva semplicemente imparato ad assecondarlo. Chiunque si sarebbe spaventato all'idea di un fidanzato che vedesse e parlasse con un morto, ma lui no, sapeva che quella cosa faceva star bene Louis e lui non voleva altro che la sua felicità.
«Ti ha detto così?» chiese allora e il castano in risposta si limitò ad annuire.
In quei momenti Zayn si sentiva come se tra le sue braccia avesse un bambino da crescere e di cui dover assecondare le fantasie su un migliore amico immaginario. La cosa non gli pesava affatto, nonostante potesse risultare strana.
Sorrise e gli baciò una tempia.
«E cosa sta facendo ora?» chiese ancora. Louis sorrise e alzò la mano destra, muovendola in segno di saluto.
«È andato via,» asserì il castano sorridendo debolmente. «Dice che tu hai bisogno di un bacio» concluse, voltando di poco il capo, in modo da poterlo guardare negli occhi. Zayn sorrise e si perse negli occhi color dell'oceano del suo fidanzato.
«E tu che ne pensi?» chiese sorridendo. Louis ridacchiò e si avvicinò con il viso al suo, restando a pochi centimetri dalle sue labbra.
«Penso che abbia ragione,» sussurrò, prima di azzerare la distanza e poggiare le labbra sulle sue. Zayn chiuse gli occhi e si beò di quelle labbra dolci incastrate con le sue. Amava i baci di Louis erano decisi ma dolci, passionali ma puri, senza aggiunta di malizia.
Fece scivolare la lingua fuori dalla sua bocca e tracciò il contorno delle labbra dell'altro lentamente, accarezzandole come una mamma che accarezza suo figlio per farlo addormentare.
A quello Louis schiuse le labbra e gli aprì le porte del suo paradiso personale, lasciandogli comando completo della sua bocca e di tutto il suo corpo. Zayn sapeva che quando erano in un luogo pubblico Louis non si lasciava mai andare alla passione, diceva che gli dava fastidio perché loro alla gente non dovevano dimostrare niente, quindi potevano tenere quei gesti così intimi solo per loro. Interpretò quindi quel gesto in un completo abbandonarsi a lui, donarsi a lui, in modo che lo accudisse e si prendesse cura di lui riempiendolo di sé e delle sue attenzioni.
Zayn fece scivolare una mano fino al magro fianco sinistro del castano, accarezzandogli la pelle nivea sotto la maglietta bianca, rendendosi conto che in quei momenti, in quel posto, Louis non lasciava mai niente al caso e curava i dettagli in modo maniacale.
Passò un'ultima volta la lingua sotto al palato del maggiore per poi allontanarsi da lui lentamente. Aprì gli occhi e trovò la conferma alla sua ipotesi, insieme ad un espressione confusa sul viso di Louis.
«Hai messo la sua maglietta» asserì, con un tono che poteva apparire di richiamo ma non lo era affatto, la sua era una semplice osservazione. Louis arrossì leggermente, sentendosi per un momento in colpa. Non lo faceva apposta, il suo non era un modo per dimostrare a Zayn che Harry era più importante di lui, affatto, però sapere di avere qualcosa del suo migliore amico quando andava lì, faceva sì che lo sentisse ancor più vicino.
Interruppe il contatto tra i loro occhi ed abbassò la testa, ritrovandosi ad osservare distrattamente le mani del moro poste saldamente sulla sua vita.
«Scusa,» sussurrò. Zayn scosse la testa portando una mano sul viso dell'altro per incontrare nuovamente quei pozzi d'acqua che erano i suoi occhi.
«Non hai niente di cui scusarti. Era solo un'osservazione e, ti dirò di più, mi piace da morire come ti sta!» affermò, tracciando con i polpastrelli della sua mano destra la linea della mascella dell'altro. Louis ridacchiò e si voltò quanto bastava per lasciare un bacio al centro della mano del moro che gli stava accarezzando il viso.
I loro occhi tornarono a studiarsi, perdendosi gli uni negli altri, mentre alla mano di Zayn sulla sua guancia era andata a far compagnia una mano di Louis, che possessiva aveva incrociato le dita tra quelle della sua gemella.
Si fermavano spesso così, a guardarsi negli occhi, perché il loro amore era nato così, in uno sguardo, e non richiedeva altro, mentre i loro corpi si bramavano e si desideravano in ogni momento. I loro cuori battevano all'unisono e bastavano i loro occhi perché battessero felici, mentre i loro corpi avevano un continuo bisogno di essere in contatto, anche solo un bacio a stampo, una gamba sfiorata, le mani intrecciate, qualsiasi cosa che creasse un contatto tra i loro corpi desiderosi di combaciare.
Zayn vide lo sguardo di Louis farsi sempre più intenso e si trovò a rabbrividire come una ragazzina, mentre con la mano libera continuava ad accarezzare il viso dell'altro delicatamente non tralasciando nessun particolare, come se lo stesse ritraendo.
Ad un tratto un'idea apparentemente geniale lo investì e fu costretto ad alzarsi ed allontanarsi un attimo da Louis.
«Ho avuto un'idea, aspettami qui, torno subito!» gli aveva detto, lasciando che sul suo volto si aprisse un'espressione perplessa ma curiosa che lo portò a non obiettare, bensì annuire semplicemente.
Il moro gli lasciò un bacio sulle labbra e si allontanò, dirigendosi a passo svelto verso la macchina. L'idea di aver lasciato Louis solo non lo allettava, al contrario. Louis non aveva mai tentato il suicidio, ma niente impediva a Zayn di essere preoccupato quando lo lasciava solo in quel posto per minuti troppo lunghi e sufficienti per commettere un errore irrimediabile.
Aprì la macchina e si sporse a controllare il suo fidanzato, il cui corpo giaceva abbandonato sulla sabbia mentre gli occhi erano sempre fissi sul mare e il capo leggermente inclinato a destra.
Louis stava parlando con Harry, ne era sicuro.
Sorrise e tornò a cercare nella macchina ciò che gli occorreva, trovandolo pochi minuti dopo. Si caricò il suo zaino sulla spalla e si avviò nuovamente verso la spiaggia a passo svelto.
Man mano che si avvicinava al castano una risata a lui molto familiare gli arrivava dolce e forte alle orecchie, che si rilassarono ascoltando quella soave musica.
Si calò sulle gambe e lasciò un bacio sulla fronte dell'altro che smise di ridere ma si aprì in uno dei suoi sorrisi più belli.
«Stavamo parlando di te,» asserì il castano, con l'espressione di un bambino che ha appena fatto una marachella sul volto.
«Io direi che stavate ridendo di me,» ribatté il moro, e Louis come sempre non si perse in negazioni ed annuì, con ancora quell'espressione diabolica e angelica al contempo a decorargli il volto.
«Si può sapere che ho fatto per meritarlo?» chiese allora il moro, mantenendo un tono tranquillo ma divertito, continuando a guardare il suo ragazzo sottosopra.
Louis ghignò e Zayn sbuffò; i due migliori amici si stavano letteralmente prendendo gioco di lui.
«Niente!» asserì il castano, poco convinto delle sue stesse parole, e Zayn scosse la testa. Decise di non indagare oltre, lasciando fare ai due migliori amici ciò che avrebbero probabilmente fatto anche se Harry fosse stato vivo, lasciandolo all'oscuro di tutto.
Era giusto così, anche lui lo avrebbe fatto se tra lui e Louis le cose fossero sempre state semplici e tranquille, avrebbe parlato a Liam delle loro uscite e tutto quello di cui si parla ad un migliore amico quando si è in una relazione, se solo la loro fosse stata una relazione normale e ci fosse stato il tempo di scherzare.
Si spostò poi lateralmente sedendosi accanto a Louis e cacciando dal suo zaino l'album da disegno e il carboncino.
Solo in quel momento Louis si voltò a guardarlo.
«Cosa disegni?» chiese. Zayn finì di sistemare il tutto sulle sue gambe e poi si sporse per baciare dolcemente le labbra morbide dell'altro, rispondendo così alla sua domanda. Louis fece scattare una mano che finì ad accarezzargli la guancia, facendolo rabbrividire per il contatto della sua mano fredda sulla sua pelle calda, e approfondì il bacio, abbandonandosi nuovamente in balìa di Zayn.
Restarono lì per minuti interminabili, con le labbra incollate e i respiri affannati, allontanandosi di malavoglia solo quando questi vennero a mancare.
«Voglio che mi parli di lui,» gli sussurrò Zayn sulle labbra e Louis lo guardò per un attimo smarrito e quasi impaurito, per poi accordargli quel permesso con un cenno del capo e un bacio sulle labbra bagnate.
Zayn si risistemò e rimase stregato dal modo in cui il suo ragazzo descriveva il suo migliore amico. Louis si perse in una descrizione inizialmente fisica, poi sotto sua richiesta gli aveva parlato del suo sorriso, delle sue fossette, dei suoi interessi e tante altre cose. Zayn si rese conto di non conoscere se stesso quanto Louis conosceva Harry.
Il castano continuava a spendere fiumi di parole dolci, sorridendo o incupendosi a seconda dei ricordi che riaffioravano nella sua mente, la sua voce squillante si era trasformata in una voce debole e bassa, quasi un sussurro, come quello di una mamma che racconta una storia al figlio per farlo addormentare mentre le sue dita delicatamente accarezzavano la sabbia.
Le parole di Louis scorrevano veloci come la sua mano sul cartoncino e si fermarono insieme, quando Zayn ebbe finito, lasciando calare un piacevole silenzio.
Fu quando Louis si voltò a guardare il disegno appena concluso dal moro che l'atmosfera cambiò.
Spalancò la bocca e sentì il respiro mozzarsi, le mani presero a tremare e il suo cuore accelerò i battiti. Louis non riusciva a credere che Zayn, che non aveva mai visto una foto di Harry poco prima della sua morte ma solo da bambino, avesse fatto un ritratto che risultava a dir poco perfetto guidato solo dalle sue parole.
Una lacrima non riuscì a starsene in disparte e fece la sua corsa lungo la sua guancia arrossata.
«Ehi. Che hai?» chiese Zayn, spaventandosi per quella sua reazione che lasciava libera interpretazione.
«È perfetto, Zayn.» sussurrò con voce rotta. Il moro sorrise e si avvicinò a lui, gli poggiò il cartoncino sul petto all'altezza del cuore e gli catturò una mano con la sua, portandogliela a mantenere il cartoncino sul petto, mentre Louis lo assecondava senza distogliere mai gli occhi dai suoi.
«Non dirlo a me, ha fatto tutto lui,» affermò, facendo spallucce.
Louis sorrise e lasciò che un'altra lacrima gli rigasse la guancia, raccolta dalle labbra dolci del moro. Zayn lasciò che le sue labbra catturassero quella lacrima salata venuta fuori dagli occhi del castano e rimase incollato a quella guancia fredda per parecchi minuti, intenzionato a regalarle un po' di calore.
Louis chiuse gli occhi e portò la mano libera tra i capelli del moro. Amava le labbra di Zayn, erano una delle prime cose che lo avevano fatto innamorare di lui. Il moro si staccò solo per un attimo e poi prese a lasciargli tanti piccoli baci su tutta la guancia sinistra, la tempia e la mascella mentre lui prese il disegno che teneva stretto al petto e lo poggiò accanto a lui. Un sussurro solo a lui udibile lo fece sorridere, ricordando della malizia del suo migliore amico, sempre stata una sua caratteristica principale.
"Vuole fare l'amore con te."
Un sussurro, un'ipotesi possibile. Louis si guardò intorno e si assicurò che quella spiaggia abbandonata e quella stradina su cui si affacciava fossero deserte, prima di stendersi sulla sabbia e portare Zayn con lui che continuava a baciargli ogni lembo di pelle scoperto partendo dal suo viso, scendendo sempre più giù sul suo collo, lasciando sciando scie di baci che risultavano bollenti al contatto con la sua pelle fredda. Zayn si sistemò meglio e gli fece aprire di poco le gambe, incastrandone una sua tra esse e continuò a baciargli il collo mentre le sue mani possessive erano finite ad afferrare i fianchi del castano, massaggiandoli sotto la maglietta bianca.
Louis chiuse gli occhi e inclinò di poco la testa per facilitare il lavoro al moro, mentre una sua mano stringeva i capelli corvini dell'altro e l'altra gli accarezzava la schiena.
L'atmosfera si stava pian piano riscaldando e Louis riusciva già ad avvertire qualcosa crescere nel suo basso ventre. La sua pelle fredda come ghiaccio si stava scaldando, ignorando quel leggero freddo invernale, e il corpo caldo del moro sul suo lo stava portando a perdere la ragione.
Zayn scese ancora e gli lasciò un morso nel punto più sensibile del suo collo, strappandogli un gemito trattenuto. Inizialmente voleva semplicemente regalare un po' di dolcezza al maggiore, ma poi quando Louis si era steso e si era abbandonato a lui il moro aveva capito di aver avuto quasi un permesso per continuare, andare oltre, e senza attendere oltre l'aveva fatto.
Non gli importava di essere all'aperto, non gli importava che fosse gennaio e potesse far freddo, tutto quello che voleva era regalare amore a Louis e l'avrebbe fatto.
Le sue mani abbandonarono i fianchi del castano e salirono sulle sue spalle per afferrare i lembi della sua felpa e sfilargliela delicatamente, mentre abbandonava il suo collo per guardarlo negli occhi e chiedergli un ultimo consenso. Louis capì e alzò di poco la schiena da terra per permettere al moro di sfilargli la felpa mentre i suoi occhi studiavano quelli dell'altro, velati da un po' d'incertezza che fu scaraventata via quando Louis si lasciò sfilare la felpa e si avvicinò al suo volto per catturare le sue labbra.
Le loro labbra s'incontrarono e combaciarono perfettamente, come la mano che Louis aveva portato a cercare quella del moro stringendola. Le loro dita s'incrociarono e le loro lingue, gelose, fecero lo stesso.
Zayn si beò del sapore di menta nella bocca del maggiore e portò la mano libera ad accarezzargli i capelli lisci, prima che l'altro sciogliesse le loro mani e senza staccarsi da quel bacio carico di passione le portò alla base del suo maglione, afferrando anche la maglia. Accarezzò la sua lingua un'ultima volta prima di allontanarsi lentamente da lui e sfilargli maglietta e maglione in un gesto rapido, facendolo rabbrividire quando una folata di vento lo colpì sul petto.
Sorrise, quando si rese conto dell'amore con il quale il maggiore stava studiando il suo petto lasciandolo stregato, e portò una mano a sfiorare il viso dell'altro, portandogli un ciuffetto di capelli dietro l'orecchio.
Louis si riscosse dal suo coma temporaneo e alzò il viso per guardarlo negli occhi, quando sentì la mano del moro sul viso.
«Sei bellissimo.» sussurrò, tornando ad osservare il suo petto, avvicinandosi poi alla sua spalla destra, lasciando un bacio proprio sul suo tatuaggio con il teschio. Zayn sapeva quanto Louis amasse i suoi tatuaggi e quanto ognuno di loro suscitava in lui una curiosità tale da portarlo a voler conoscere loro e i loro significati alla perfezione.
«Ti amo.» fu l'incoerente ma gradita risposta. Louis sorrise e prese a giocare con il suo petto, lasciando scie di baci umidi ovunque alternati a piccoli morsi. Zayn portò la testa indietro e gemette sommessamente quando i denti del maggiore andarono a stuzzicargli un capezzolo mentre le sue mani erano scese ed armeggiavano con la cintura del suo pantalone, slacciandola lentamente e aumentando il suo desiderio.
Sapeva che Louis lo avrebbe fatto impazzire prima di soddisfarlo minimamente, il castano era specializzato nel fargli perdere l'autocontrollo ogni volta.
Le mani di Louis slacciarono finalmente la cintura del moro e gli sbottonarono i jeans, calandogli poi sempre più lentamente la zip mentre le sue labbra scendevano lungo tutto il suo petto fermandosi a mordergli un fianco.
Le sue dita fredde andarono ad accarezzargli la pelle sotto l'elastico dei boxer e le labbra scesero, lasciandogli un bacio sull'erezione prorompente attraverso i boxer.
«Lou.» quel nome uscì dalla sua bocca con voce roca, impregnata di desiderio e quasi supplichevole, il suo membro pulsava e le dita di Louis lo stavano facendo impazzire. Il castano scosse la testa, constatando che fosse decisamente troppo presto per soddisfarlo e gli calò leggermente l'elastico dei boxer lasciandogli un morso proprio lì, dove le sue dita continuavano a stuzzicare l'autocontrollo del moro.
Zayn ansimò e con un gesto rapido portò le sue mani su quelle dell'altro scostandole dai suoi boxer per spingerlo a stendersi. Il suo sguardo incrociò quello dell'altro che sorrise malizioso quando riconobbe il suo sguardo famelico. Il moro spinse le sue braccia fino a terra, artigliandogli i polsi per tenerlo fermo e gli morse forte il collo strappandogli un gemito di dolore, poi si calò su di lui e fece scontrare i loro bacini ripetutamente iniziando a mozzargli il fiato.
Louis ansimò e Zayn ghignò soddisfatto; tra loro andava sempre così, il castano faceva di tutto per farlo impazzire e lui rispondeva a tono.
Quando Zayn si rese conto che Louis portava ancora la maglietta corse a sfilargliela, e prese a massaggiargli il torace mentre i loro membri desiderosi si scontravano e le lingue giocavano tra loro, rincorrendosi e provocandosi come solo loro sapevano fare.
Le mani di Zayn scesero e sempre più fameliche gli sbottonarono i jeans in un attimo, calandoglieli poi con un solo gesto seguiti dai boxer. Sorrise, guardando l'erezione del minore pulsare sotto la luce fioca del sole che tramonta nel mare. Alzò poi un attimo lo sguardo per incrociare quello dell'altro e si precipitò nuovamente sulle sue labbra, come se non ne avesse mai abbastanza.
Quelle labbra erano segretamente la sua droga preferita.
Per un attimo, mentre la sua lingua contornava le labbra perfette del suo fidanzato, a Zayn tornò in mente il fatto che fossero in un luogo pubblico e per un attimo si sentì in imbarazzo, che cosa avrebbero pensato le persone che sarebbero passate di lì?
Sapeva che in realtà su quella spiaggia da molti anni a quella parte non ci andava nessuno, ma non poteva esserne del tutto sicuro. S'irrigidì appena, ma tutto si confuse e sparì nuovamente quando le mani di Louis gli calarono i pantaloni e i boxer e la sua lingua incontrò quella dell'altro.
Le loro lingue ripresero a ricorrersi e Louis benedì Zayn per aver portato delle coperte e per aver precedentemente sistemato una coperta a terra ed una accanto a lui, che sarebbe servita alla fine per ricoprirli.
Quando si staccarono Zayn gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarlo negli occhi, senza però parlare. Louis lo guardò confuso, pensando solo un attimo dopo di non aver risposto al ti amo del moro e ipotizzando che fosse quello che il moro volesse si sporse per baciargli dolcemente le labbra prima di sussurrare.
«Ti amo anch'io.» Zayn sorrise e lo baciò nuovamente, finalmente soddisfatto poi si concentrò solo su di lui, baciandogli tutto il corpo mentre le sue mani finivano dove preferivano, ad afferrare quelle natiche sode che fin dal primo giorno gli avevano fatto perdere la testa.
«E' così bello.» sussurrò, palpandoglielo delicatamente, mentre la sua lingua era arrivata all'inguine del castano che sorrise e portò la testa indietro, gemendo quando avvertì la lingua del moro leccare la punta della sua eccitazione.
Una sua mano finì tra i capelli del moro e il suo bacino si alzò, andando a colpire le labbra del moro che sorrise.
«Zayn,» supplicò e il moro decise di accontentarlo. Passò un'ultima volta la lingua sulla punta della sua erezione e poi improvvisamente lo prese tutto in bocca, leccando e succhiando ogni centimetro, beandosi dei gemiti che il suo fidanzato non nascondeva, consapevole che la sua voce e i suoi gemiti erano per lui la più bella delle torture. Il suo ritmo era lento e Louis sentì di star impazzendo, così strinse la presa sui capelli del moro e diede una spinta con il bacino, intimandogli di andare più veloce.
Zayn lo accontentò e prese a fare sul serio, aumentando il ritmo e facendo crescere la sua erezione sempre di più, insieme ai gemiti e agli ansimi del maggiore.
Un paio di minuti e Louis venne quando sentì la lingua del moro nuovamente sulla punta, riversando tutto il suo seme nella bocca dell'altro che prontamente ingoiò beandosi del sapore dolce del suo sperma.
Zayn si leccò le labbra e risalì a baciare il castano che ancora con gli occhi chiusi cercava di riprendere fiato, lasciando che il suo petto si alzasse ed abbassasse irregolarmente.
Entrambe le sue mani tornarono ad artigliare le natiche del castano mentre questo aveva portato la sua mano a stimolare lentamente la sua erezione, facendolo impazzire insieme alla sua lingua che gli contornava le labbra senza però permettergli di incontrare la sua. Louis passò ripetutamente il pollice sulla punta della sua erezione e Zayn gemette tra le loro labbra.
Poi quando capì non poter più aspettare lasciò di malavoglia le labbra dell'altro e gli afferrò le gambe, glie le aprì delicatamente e portò il suo viso vicino all'apertura del castano che fremeva di desiderio.
Anche lui non ne poteva più, voleva che Zayn lo riempisse di sé, come il suo cuore faceva ogni giorno regalandogli amore. Il moro passò lentamente la lingua sulla sua apertura e poi la infilò dentro. Louis gemette e chiuse gli occhi, portando la testa all'indietro.
Il suo cuore batteva irregolarmente, il suo corpo fremeva di desiderio, il calore si era espanso su tutto il suo corpo e lo proteggeva dal quel leggero vento invernale che soffiava delicato, quasi impercettibile.
Mugugnò infastidito quando un dito di Zayn sostituì la sua lingua e il moro sorrise, poggiando il viso sul suo petto inspirando l'odore del bagnoschiuma alla vaniglia.
«Zayn.» gemette, quando il moro inserì due dita contemporaneamente e prese a muoverle velocemente nel suo corpo. Ma Louis voleva di più, non gli bastavano le dita, voleva Zayn, voleva sentirlo addosso, voleva sentirlo dentro, voleva sentire il respiro affannato del moro sulla pelle e il suo cuore urlargli amore con i battiti accelerati andar di pari passo con le spinte.
«Zayn, entra.» sussurrò. Il moro annuì e affondò un'ultima volta le dita dentro di lui prima di tirarle fuori e posizionarsi meglio tra le gambe del castano che gli aveva avvolto la vita. Il moro si calò su di lui e gli catturò le labbra, mordendogli il labbro inferiore.
Louis sentiva il membro di Zayn stuzzicargli l'apertura senza però entrare e pensò di poter venire così, con le labbra incollate a quelle dell'altro come fossero ossigeno.
«Guardami.» sussurrò poi Zayn con un tono deciso che fece rabbrividire Louis e gli fece aprire gli occhi di scatto per puntarli in quelli nocciola dell'altro.
Zayn si avvicinò un'ultima volta a lui e gli lasciò un bacio a fior di labbra, poi stufo dell'attesa logorante, spinse il bacino in avanti e lo penetrò con una spinta secca.
Louis urlò e s'inarcò, facendolo pentire di tanta irruenza, aprendosi in un'espressione del viso dolorante. Zayn si diede dell'idiota e corse a raccogliere con le sue labbra una lacrima che era venuta giù dagli occhi del suo fidanzato, da cui lui era stanco di veder scendere lacrime quasi ogni notte.
Restò fermo un paio di minuti per permettere all'altro di abituarsi all'intrusione ma quando Louis si fu ripreso, dopo circa un minuto, aprì gli occhi e lo guardò male, tanto da farlo scoppiare a ridere.
Gli lasciò un bacio sulle labbra, portò le sue mani nuovamente a stringergli le natiche e prese a spingere fin da subito velocemente, come sapeva piacesse al suo fidanzato, e come era stato il loro amore; improvviso, irruento, immediato.
Louis si rilassò e portò le mani sulla schiena del moro, attirandolo a sé, voleva sentirlo sempre più addosso, sempre più dentro.
Zayn si avvicinò ancor di più a lui e gli morse il labbro inferiore ripetutamente, lasciando che i loro gemiti e ansimi si perdessero tra le loro labbra. Le loro lingue ripresero a giocare e dovettero staccarsi quando il membro di Zayn toccò la prostata al maggiore che portò la testa indietro lasciandosi andare ad un gemito quasi osceno, che però non fece altro che aumentare il desiderio di Zayn che pese a spingere sempre più forte mentre il castano gli graffiava la schiena.
«Zayn.» gemette Louis, quando sentì il membro del moro colpirgli ripetutamente la prostata.
Zayn lo ignorò e continuò a spingersi sempre più nel suo corpo, ansimando e palpandogli le natiche.
Una spinta più forte delle altre fece urlare Louis che si sentì quasi al culmine e si strinse attorno all'erezione del moro che fremette.
«Lou.» lo richiamò Zayn ansimando, il respiro sempre più affannato e la fronte sudata. Louis sorrise, consapevole che nonostante quello fosse un richiamo a Zayn piaceva da morire, e si strinse nuovamente attorno all'erezione del moro che ormai senza più forze affondò i denti nel suo collo e spinse un'ultima volta, venendo dentro di lui. Louis fu del tutto inondato dall'orgasmo del moro e si spinse un'ultima volta contro Zayn, mordendogli la spalla, prima di venire sui loro ventri a stretto contatto.
A Louis piaceva da morire quando lo facevano senza preservativo, perché poteva sentire l'essenza del moro riempirlo e colargli giù per le gambe, facendogli pensare che non esistesse sensazione migliore. Sorrise e si lasciò andare del tutto sulla sabbia.
Mai come in quel momento si sentiva vivo. Aveva fatto l'amore con il suo fidanzato nel posto in cui aveva perso il suo migliore amico, e li aveva sentiti entrambi vicini. Pensò che in quel momento non avesse bisogno di nient'altro e desiderò che quel momento potesse durare per sempre.
Zayn si accasciò su di lui, lasciando che le sue pareti cullassero il suo membro ancora per un po', appoggiando la testa sul suo petto e le mani strette sulla sua vita, in attesa che i loro respiri si regolarizzassero. Zayn amava restare addosso a Louis dopo l'orgasmo perché così riusciva a sentire i battiti del suo cuore accelerati.
Louis portò una mano ad intrecciarsi tra i capelli corvini del moro e prese ad accarezzarglieli dolcemente, spostandogli dei ciuffi che si erano abbandonati sulla sua fronte come lui sul suo corpo.
«Harry dice che devo accettare la tua proposta.» sussurrò poi il castano e lui sorrise, senza muoversi da quella posizione alzò di poco la testa e fece si che i suoi occhi si perdessero nuovamente in quelli blu infinito oceano dell'altro.
«E tu, che ne pensi?» chiese nuovamente, ansioso di sapere quale sarebbe stata la risposta che gli avrebbe cambiato la vita. Louis sorrise e strinse un po' i suoi capelli con la mano.
«Penso che il mio migliore amico abbia sempre ragione» rispose, lasciando che due enormi sorrisi si dipingessero sui loro volti e il cuore di Zayn iniziasse a battere tanto velocemente da sembrar volesse uscire dal suo petto per volare via.
Zayn si alzò dal suo petto ed uscì da lui, prima di avvicinarsi con il volto al suo e poggiare le sue labbra desiderose su quelle dell'altro per far si che si amassero, come stavano facendo loro.
I loro cuori battevano all'unisono, il tramonto era uno dei più belli, il sole stava calando e l'aria intorno a loro cominciava a farsi più fredda ma a loro non importava i loro corpi a contatto bruciavano, le loro labbra incollate gridavano amore, le mani di Louis stringevano i capelli di Zayn per bloccarlo e non lasciarlo mai andar via, le loro lingue intrecciate erano un patto tacito e le mani di Zayn sui fianchi magri di Louis una promessa.
Senza lasciar che le loro labbra si dividessero Zayn con una mano cercò la coperta e la tirò su a coprire i loro corpi che non volevano esser scrutati da altri se non occhi color nocciola e occhi color dell'oceano.
Lentamente Zayn si staccò da Louis e gli poggiò un ultimo bacio sulle labbra rosse, prima di mettersi al suo fianco e lasciare che le sue braccia lo avvolgessero protettive e il suo petto lo accogliesse come un abbraccio di un padre.
Louis chiuse gli occhi e si lasciò andare tra le braccia di chi sapeva non lo avrebbe mai abbandonato. I suoi muscoli si rilassarono, il suo respiro era tornato stabile, il suo migliore amico era accanto a lui, il suo fidanzato era lì a proteggerlo tra le sue braccia, i gabbiani avevano lasciato la scena alle rondini, il mare aveva taciuto lasciando come unico suono lo scrosciar dell'acqua sulla sabbia, il sole era quasi del tutto sparito per lasciar spazio alla padrona dei sogni, il suo sorriso sembrava non voler sparire e il suo cuore aveva ripreso a battere.
«Ti sposerò, Zayn Malik.» sussurrò, un attimo prima di farsi accogliere dalla luna che quella sera non l'avrebbe, forse per la prima volta in due anni, lasciato agli incubi bensì gli avrebbe raccontato una favola. La favola di un ragazzo riccio che era riuscito a trovare finalmente la via del paradiso, guidato dal sorriso e dai battiti del cuore di un ragazzo castano che aveva finalmente ripreso a vivere completamente.
«Mi prenderò cura di te... amore.»
Piccolo angolo mio.
Salve a tutti, di nuovo!
Eh sì, oggi sono qui per la seconda volta, a postare qualcosa a cui tengo molto, forse il lavoro migliore che abbia mai fatto, o forse no, fatto sta che tengo molto a questa OS, e spero sia piaciuta a voi tanto quanto l'ho amata io, per diverse ragioni.
Quindi non ho voglia di aggiungere nulla, se ci sono cose che non vi sono chiare domandate, ma non voglio spiegare nulla qui, lascio tutto a voi, a quelle parole che avete letto lì su.Alla prossima!
OpsHi x
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Who Knew.
FanfictionI capelli castani ondeggiavano a causa del vento leggero che li accarezzava come un amico di vecchia data, le mani erano poggiate ai lati dei fianchi, gli occhi studiavano quel mare che con una calma inaudita ondeggiava lentamente apparendo piatto c...