Capitolo 15

2.3K 121 19
                                    

Siamo dentro l'auto e Hank è seduto accanto a me.

Lui legge le email dal suo cellulare e io lo guardo mentre lo fa. Nessuno dei due ha ancora aperto bocca da quando siamo entrati in macchina e la cosa mi preoccupa un po'.

"Accompagno il signor Baker a casa, signor Marroni?" Chiede all'improvviso l'autista spezzando il silenzio. Lui alza la testa."Ehm, no. " Dice, poi si volta verso di me. "Ti va di andare a bere qualcosa oppure sei troppo stanco ?" Mi domanda. Ho bevuto un bicchiere di Pinot Grigio tutta la serata e , diamine, mi serve il mio fidato Cosmo per rilassarmi un pochino. "No, sto bene." gli rispondo. Hank mi sorride . "Al solito posto, signore?" Chiede l'autista. Hank risponde con un cenno del capo.

Ho il sospetto che il "Solito Posto" non sia altro che il "Free Way". Quel posto mi ricorda il nostro primo appuntamento, se così possiamo chiamarlo. E' il luogo dove Hank mi ha raccontato della madre.

Come pensavo, ci fermiamo davanti al Free Way che, da fuori, sembra parecchio pieno questa sera. "Rimango qui,signore."Dice l'autista.

Quando scendiamo, mi accorgo che è sceso il gelo , sento freddo fino a dentro le ossa . "Brrrr" Dico involontariamente.

Hank se ne accorge e si sfila il suo cappotto. "Tieni, prendi questo. Ti terrà caldo." E me lo porge. Lo prendo e lo indosso. Ovviamente mi sta molto grande, in quanto Hank è molto più muscoloso di me.

Entriamo dentro il locale e meccanicamente Hank cerca sua madre, ma non la trova. "Non c'è ,vero?" Chiedo io, lui si volta verso di me e vedo che è imbarazzato . "Non lo so, ma ultimamente la vedo sempre meno la sera." Mi spiega. "Quando si avvicina l'inverno, lei preferisce andare via più presto." Lo dice come se avesse studiato i suoi turni. Per un momento, mi metto nei suoi panni e capisco quanto deve essere triste vedere la propria madre in questo modo.

Troviamo un tavolo e ci sediamo. Arriva una delle cameriere che ci fornisce due menu. Ne prendo uno, ma so già cosa voglio ordinare.

"Non hai mangiato nulla questa sera." Mi rimprovera Hank. "Hai bevuto solo un pinot grigio." Io spalanco gli occhi ,cercando di capire come diamine faccia a sapere che ho lo stomaco vuoto.

"Che fai, mi spii adesso?" Faccio io tra l'irritazione e il divertimento. "No, ma devi pur riempire lo stomaco. La cena è un pasto importante e ci terrei a vederti camminare domani mattina." Dice mentre sfoglia le pagine del menu. "Non ho molto appetito." Annuncio io. " Se vuoi il tuo cosmopolitan, dovrai guadagnartelo." La sua espressione non è seria, ma so che non sta scherzando.

"Quindi se voglio bere il mio bicchiere di cosmopolitan, devo ordinare qualcosa da mangiare." Riassumo io brevemente quello che mi ha appena detto. " Visto? Sapevo che eri molto perspicace. " Piega la bocca in un sorriso. Io lo guardo storto, ma non ho le forze necessarie per un nuovo battibecco così scelgo dal menu la prima cosa che mi ispira.

Quando la cameriera ritorna, io prendo un sandwich con tonno e maionese e ,ovviamente, il cosmopolitan, Hank ordina ,invece, un piatto di pasta al formaggio e ,anche lui, un cosmo.

Cala nuovamente il silenzio tra di noi, ma questa volta ci guardiamo negli occhi. E' come se ci stessimo sfidando ad uno di quei giochi che fanno i bambini su chi distoglie lo sguardo per primo .Io non sono intenzionato a farlo.

"Allora." Dico io. "Vogliamo parlare di quello che è successo tra di noi?" So di essere stato molto schietto, ma non voglio passare altre quattro settimane a rimuginare su tutta la faccenda. Voglio delle risposte e le voglio ora.

"Tu cosa pensi sia successo?" Mi chiede lui. Vorrei spaccargli la faccia, non so perchè ma sento che mi sta prendendo un po' in giro.

"Non mi piacciono questi giochi, Hank." sbuffo io. "Se ho accettato di venire qui, è perchè voglio capire che diamine stiamo combinando."

Anime Fragili #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora