Capitolo 8.

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consiglio di leggerla con questa: https://www.youtube.com/watch?v=1AZ3Z1cGGX8

Quando Lydia varcò la porta che portava all'esterno dell'edificio era notte fonda, di conseguenza, a causa del buio, non riusciva a vedere quasi nulla.

Si mise una mano sulla fronte a mo' di visiera e strinse gli occhi voltando la testa prima a destra e poi a sinistra.

Le balenò il pensiero che Stiles potesse essere andato via: ma come avrebbe potuto senza un'auto e di notte?

Il suo respirò tornò regolare quando riuscì a distinguere la figura di un ragazzo seduto su una panchina di fronte a una fontana.

Quella parte di Eichen House era persino piacevole di giorno, se non tenevi conto delle fronde degli alberi che coprivano il tutto. C'era una fontana sporca e arrugginita con dell'acqua stagnata, dove probabilmente prima ci vivevano dei pesci.

E tutto intorno alla fontana c'erano delle panchine ricoperte di vernice scrostata. Nonostante questa descrizione non faccia intendere nulla di paradisiaco, quel posto era lusso rispetto all'atroce verità che si nascondeva tra le mura di quell'ospedale.

Stiles era seduto su una di quelle panchine, aveva i gomiti appoggiati sulle ginocchia e la testa tra le mani.

Lydia prese ad avvicinarsi, facendosi spazio con le mani tra rami fogliosi e alcuni cespugli intricati.

Per una qualche ragione inspiegabile il suo cuore prese a battere più forte quando arrivò vicino al ragazzo.

Si disse che l'emozione era dovuta al fatto di aver quasi rischiato di perderlo.

Sì, si disse, era l'adrenalina del momento.

Piano piano si sedette accanto a lui, ma non troppo vicino.

Dopo tutto quello che aveva passato ogni minimo gesto avrebbe potuto infastidirlo. E in un certo senso il sedersi distante era un chiedergli il permesso. Il permesso di entrare in quella sorta di sfera che si era creato e in cui si era rinchiuso insieme ai suoi pensieri.

Ma quando Stiles stava male i suoi pensieri erano condizionati da una parte non buona che c'era in lui, e questo spaventava Lydia. Per questo non voleva che rimanesse solo, gli chiedeva in silenzio di condividere i suoi pensieri con lei.

Lydia guardò dinanzi a sé e tirò un lungo sospiro.

Stiles, che ovviamente si era accorto della presenza della ragazza, alzò lo sguardò e «potrebbe uscire qualsiasi tipo di animale da questi cespugli.» disse.

«tipo?» chiese Lydia.

«tipo un ragno gigante.» rispose Stiles.

«oh no. Probabilmente avrei un arresto cardiaco, si probabilmente sverrei.» continuò la ragazza, fingendo di non star parlando di una cosa assurdamente inutile.

«potrei proteggerti da un misero ragno, lo sai?» disse lui impulsivamente, tossendo subito dopo, come a voler miminizzare ciò che aveva appena detto. Come se non avesse detto qualcosa di un'immensa importanza. Almeno per Lydia. Che sentì il suo cuore farsi improvvisamente più pesante.

«potresti, già.»

A quel punto Stiles era in gioco: lui e Lydia si conoscevano da anni e lui aveva sempre avuto una cotta per lei, era talmente evidente che non c'era stato neppure il bisogno di dichiararsi, poi le loro vite amorose si erano divise e avevano scelto la strada più facile, quella dell'amicizia. E in un modo o nell'altro erano diventati più uniti che mai. Pochi minuti prima aveva rischiato di morire. E adesso stava flirtando con Lydia.

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