Memento mori

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Succede all'improvviso, come tutto del resto.
Un attimo prima stai bene, tranquillo con i tuoi amici e il momento dopo non ti accorgi più di nulla, i tuoi cari attorno al tuo corpo esanime, che osservi da dietro.

Caduto dal balcone, come se niente fosse.

O meglio, diciamo,f atto cadere dal balcone.

La sua breve esistenza (soli 20 anni) si era infranta in quel momento come se nulla fosse,non se n'era nemmeno accorto, era morto sul colpo.
Guardò il suo corpo, poi i suoi genitori e ancora dopo la sua migliore amica.
Piangevano per lui, e si sentiva molto in colpa.
Inoltre non sapeva né dove andare né cosa fare.Non riusciva nemmeno a piangere,sapendo che fondamentalmente non avrebbe risolto assolutamente nulla, uno stupido pianto.
Cercò di ricordare.
Una spinta fatale, il volto di un bimbo del suo asilo, ma tutti ricordi sfocati.
Era certo solo di una cosa: era morto.

Gliel'avevano sempre detto "Ricordati che devi morire!" ma lui non ci dava peso e continuava a prendersi tutto con calma, non sapendo che magari quello sarebbe stato l'ultima volta che qualcuno a lui caro lo avrebbe visto.
Ricordava a stento il suo nome: Kyle, gli pareva.

Senza alte opzioni, iniziò a vagare per le strade della enorme New York, ma all'improvviso un fascio di luce lo avvolse, e accecato chiuse gli occhi.

Quando li riaprì, non era a New York.
Non aveva idea di cosa fosse quel posto,ma era certo del fatto che quella non era New York.
Un boschetto cupo era là ad accoglierlo.
Era l'inferno?
No, assurdo. Era fin troppo calmo.
Iniziò a guardarsi intorno disperatamente in cerca di risposte, a girare su sé stesso, a setacciare il luogo. Alla fine si lasciò cadere a terra, stremato.

Non aveva idea di che luogo potesse mai essere quello.

Acta est fabula,plaudite!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora