Death

76 8 0
                                    

DEATH


Freddo.

Morte.

Incredibile come queste due cose, così simili, ma anche così diverse, riescano ad andare di pari passo.

Sono nella mia Sala Comune. La Sala Comune dei Serpeverde.

La stanza non presenta particolari arredi, solo qualche poltrona e sofà neri, dei tappeti verdi ed argento - colori caratteristici della grande casata di Salazar Serpeverde - ed alcune lampade che diffondono una fievole luce verdastra.

Non c'è calore in questo posto, nonostante il camino in marmo pregiato ed il fuoco scoppiettante al suo interno.

Qui non c'è praticamente nulla.

La Sala Comune dei Serpeverde è vuota.

Sono seduto su questa poltrona da ore - o almeno così mi pare - aspettando il momento giusto per compiere ciò che mi è stato ordinato.

Ma io come ci sono finito in mezzo a questo gran casino?

I miei occhi sono fissi sulle fiamme che danzano tra quelle pareti marmoree ed antiche. Vedo tutti i momenti più significativi della mia breve esistenza passarmi davanti in un soffio - come trasportati da un vento silenzioso - e comprendo che ciò che sto passando, ciò che mi sta accadendo, è un'eredità di mio padre.

Lui che crede così fortemente in una persona crudele ed assetata di potere, ha permesso che il suo unico figlio rischi la vita per questa guerra in cui nemmeno crede.

Perché è questa la verità.

Io non credo in questa lotta che persiste da prima della mia nascita e non credo in un megalomane pazzo che vuole solo conquistare il Mondo.

No, io non credo in tutto questo, eppure devo seguire le orme di mio padre. Devo seguire l'Oscuro Signore nei suoi piani di conquista.

E devo fare tutto questo in silenzio.

Un sospiro esce dalle mie labbra e sembra rimbombare nella Sala Comune come un tuono improvviso.

E' quasi l'ora.

Abbasso lo sguardo verso il braccio sinistro ed alzo - quasi con timore - la manica della bianca camicia che indosso. Un segno nero spicca sulla mia pallida pelle. Una maledizione che si abbatte sulla mia famiglia e che i miei genitori hanno accettato con gioia e speranza.

Tutti l'hanno accolta questa tortura, tutti tranne me.

Io non volevo essere marchiato, ma sono stato costretto a farlo.

Il solo fatto di essere un Malfoy ti porta, irrimediabilmente, a diventare un Mangiamorte.

Eppure io non lo volevo.

Io, Draco Lucius Malfoy, non volevo essere marchiato.

Non volevo essere un Mangiamorte.

Non volevo essere come mio padre.

Ora che cammino al fianco della Morte, mi sembra di non aver mai vissuto veramente.

E' strano il fatto che si capisca l'importanza della Vita, solo quando sei ad un passo dalla Morte.

Ed io lo sono.

Percepisco la sua presenza alle mie spalle, sento il suo freddo respiro sul collo, odo il fruscio della sua veste nera ed i suoi passi leggeri sul pavimento, rabbrividisco notando il luccichio della sua falce.

Una smorfia si dipinge sul mio viso, una smorfia di fastidio e dolore insieme. Il marchio brucia e si scurisce sul mio braccio.

E' il momento.

Mi alzo lentamente dalla poltrona ed osservo ancora una volta quella stanza che per sei anni mi ha accolto e visto crescere.

La Sala Comune dei Serpeverde non mi è mai sembrata così fredda come in quest'istante.

Con lo sguardo vuoto e la Morte accanto, oltrepasso il ritratto del Barone Sanguinario e mi lascio la Sala Comune alle spalle.

Questa notte devo fare ciò che mio padre mi ha lasciato in eredità.

Questa notte devo fare ciò per cui sono stato marchiato contro la mia volontà.

Questa notte qualcuno vedrà la Morte per mano mia.

Questa notte dovrò togliere la Vita ad una persona.

Questa notte ucciderò Albus Silente.


DeathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora