capitolo 12

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Casa di Lucrezia era nulla in confronto alla loro.
Entrambe le ville erano stupende ma questa era di un livello superiore,che si poteva vedere dalle entrata con la fontanella e la piscina olimpionica.
Perché non ero così ricca anche io?!
Ci dirigemmo all'entrata e Andrea aprì.
Il silenzio regnava nella casa.
Da dentro era sembrava ancora più enorme,era curata e moderna,sui toni del blu e del bianco. Il salone gigantesco aveva un televisore al plasma e tutti i giochi possibili.
-Finito di sbavare?-chiese Andrea arrogante
-no-risposi solo
-ti piace piccola mia?-mi chiese Alessandro avvicinandosi a me che ero nel centro della sala.
Arrossii.
Avremmo dovuto chiarire, io non sapevo bene cosa mi stava passando per la testa, ma sapevo che lui stava andando un po di fretta.
Non penso si fosse reso conto che quando avevo fermato il bacio per me era un NO e non un PICCINO MIO TI AMO TANTO I BACI SONO POCO SCOPIAMO!!!! Avrei dovuto farglielo capire io.
Mi gira verso Alessandro che stava appendendo il suo giacchetto all' attaccapanni,mentre al contrario quello di Andrea era buttato sul divano.
-Possiamo parlare in privato?-chiesi titubante
Mi guardo con aria interrogativa, ma annuii e mi portó nella sua camera.
Era una camera molto grande, bianca e rossa, il letto matrimoniale si trovava al centro della stanza con difronte un armadio, una libreria con qualche cd e qualche libro,una scrivania di vetro e al lato una porta che sicuramente portava ad un bagno privato.
L ordine regnava sovrano.
Non c era nemmeno un briciolo di polvere e tutto era perfetto.
Lasciai perdere la sua camera e mi rivoli verso di lui che ora era seduto sul suo letto e picchettava con la mano vicino a lui per dirmi di sedere.
Mi avvicinai
-che devi dirmi ?-chiese curioso
-Ale io..-presi fiato-per me stai andando troppo di fretta, ci conosciamo da troppo poco, non so nulla di te! Potresti benissimo essere un pazzo psicopatico! E fisicamente sono attratta da te,ma...mi ci vuole tempo Ale.-
Mi guardò tra l interrogativo e il sorpreso.
-si..si certo, hai ragione,non preoccuparti..scusa se ho fatto tutto senza prestare attenzione a te, a vedere se anche tu volevi.
Andremo piano vabene?-la speranza si leggeva nei suoi occhi celesti.
Annuii poco convinta, ci avrei provato, magari avrei scoperto di provare qualcosa,forse avrei sentito la scintilla che tanto aspettavo.
Ma il presentimento che non avrei mai provato nulla per lui ormai si era insinuato nella mia mente.
Non gli avrei dato false speranze e glie lo dissi-io..non so se provo o proverò mai qualcosa per te Ale..-
Lui mi zitti mettendomi una mano sulla bocca.
-provaci, ti chiedo solo di provarci-i suoi occhi supplicavano un si.
Annuii.
Ci avrei provato.
Non sapevo perché si era fissato così tanto su di me, non ero una bella ragazza,tra la popolazione femminile della nostra scuola c'erano ragazze migliori di me.
Io non avevo nulla di speciale,i soliti occhi marroni, i soliti capelli biondi,la solita bocca, il solito naso...non avevo nulla che mi faceva spiccare rispetto alle altre.
Ci alzammo e insieme ci dirigemmo al piano inferiore dove Andrea parlava al telefono scherzando con qualcuno.
Era stravaccato sul divano che che rideva e guardava la televisione.
Ma gli mancava qualcosa...LA MAGLIETTA.
In questo momento sarei potuta svenire.
Ma sempre senza maglia doveva stare ?!
Certo la prima volta  che lo avevo visto in questo stato, l'aveva prestata a me; ma questi sono solo dettagli.
Non so come facesse a stare così, io sentivo freddo anche ora! E avevo un felpone invernale.
Lui fini la telefonata con un "ci sentiamo bella".
Bella?
Sicuramente parlava con qualche ragazza così stupenda, che se l avessi vista la mia autostima sarebbe andata a farsi fottere.
Ma non avevo tempo di pensare a ciò, ora la mia attenzione era stata catturata dai suoi addominali, che mentre rideva si erano contratti.
Lui mi guardava con un sorrisetto e il sopracciglio dove c'era il percing alzato.
Io non riuscivo a capire come facessero le persone ad alzarne solo uno,io ogni volta che ci provavo sembrava che mi fosse preso un tic.
Distolzi lo sguardo e solo ora notai Alessandro che fulminava Andrea con gli occhi.
-visto qualcosa che ti interessa?-chiese Andrea.
Lo guardai con aria di sfida.
Voleva giocare sporco?
Avremmo giocato sporco.
-no nulla-dissi solo
Finalmente Alessandro parlò-te rimetti la maglia- disse rivolgendosi al fratello-e te dimmi cosa vuoi mangiare per cena-continuo, addolcendo lo sguardo quando si rivolse a me.
-Ho già ordinato pizze e patatine-si intromise Andrea
Lo guardai con gli occhi a cuoricino.
PIZZAAAAA!!!!!
-se mi dite dove sono le cose apparecchio- mi rivolsi ai gemelli.
Alessandro mi accompagno in cucina, e solo ora mi resi conto che ancora non avevo visto i genitori.
- ma i vostri genitori ?-chiesi curiosa
Lui mi guardo colto di sorpresa-sono... via,non chiedere nulla ad Andrea però di questo argomento-
Annuii non capendo, avrei lasciato perdere.
Una volta tanto potevo farmi gli affari miei.
Le pizze arrivarono non appena fini di apparecchiare ed andai ad aprire io.
Un bel ragazzo con gli occhi marroni e i capelli neri si presentò davanti alla porta.
-ciao splendore- mi disse
Era raro che qualcuno mi facesse complimenti.
-ciao-dissi monotona
-come va?-mi chiese lui appoggiandosi allo stipite della porta.
-andrebbe meglio se tu mi dessi le pizze-riposi scocciata e affamata.
-vedi che non sei molto socevole-aveva un ghigno stampato in faccia
-no, ora se non ti dispiace...tieni i tuoi soldi-dissi porgendiglieli -e dammi le pizze- glie le presi dalle mani e gli chiusi la porta in faccia, lasciandolo stupefatto.
Dietro di me sentii una risata trattenuta.
-allora non sei stronza solo con me-mi disse Andrea con un sorrisino.
-no, sono stronza solo con i coglioni,e mi diressi in cucina.
Ormai il caldo si faceva sentire e quindi mi levai la felpa,mostrando la cannuttiera nera che avevo sotto.
Era una cannuttiera larga ma con una profonda scollatura, e proprio per questo la mettevo solo sotto a felpe e maglioni.
L'attenzione dei gemelli si posò dove immaginavo.
-visto qualcosa che vi interessa?-chiesi incrociando le braccia scocciata.
-si-rispose Andrea convinto e poco dopo di beccò una gomitata sulla pancia dal fratello .
Iniziammo a mangiare in silenzio,finché esso non venne distrutto da un rutto di Andrea.
-ecco perché esiste il preservativo-sussurrai abbastanza forte perché tutti sentissero.
Alessandro trattenne una risata.
-che hai detto?!-chiese incazzato l altro
-che tua madre ti doveva ingogliare-risposi con noncuranza.
-soffri il solletico?-chiese solo
-che cazzo ti frega?-ero interdetta, non aveva risposto a tono,peccato perché avevo già pronta un altra battuta.
Lo vidi alzarsi e venire verso di me, e capii.
Merda.
Scappa via in salotto, ma venni subito raggiunta da lui che si trovava dalla parte opposta del divano.
Alessandro guardava la scena con uno sguardo di fuoco.
Andai verso destra ma lui mi segui,i suoi muscoli erano tesi sotto la maglietta, e prestava troppa attenzione ai suoi bicipiti per notare che ormai si era avvicinto troppo.
Mi salto addosso e mi butto sul divano per poi iniziare a farmi il solletico sui fianchi.
Io ridevo come una scema , ma pochi secondi dopo non sentii più nulla, e vidi solo Alessandro che teneva il fratello dalla maglia per evitare che mi toccasse.
Si vedeva che Andrea era più forte del gemello ,ma non oppose resistenza,mi ammiccó e se ne andò in cucina.
Io avevo il fiatone.
Guardai Alessandro che mi fissava con uno sguardo strano.
-andiamo -disse solo
Finimmo la cena in silenzio, finchè Andrea si alzò da tavola, saluto il fratello e mi si avvicinò alla orecchio.
-lo so che ti piace quando faccio questo- si morse il labbro giocherellando con il percing e posizionò una mano sulla mia coscia, iniziando a muoverla.
MI alzai di scatto, salutai Alessandro e corsi verso l uscita.

Che ne dite?????Vi piace?!
Fatemi sapere se devo continuare o se questa storia è brutta o banale.
Tanti baci ❤vivi

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