5) Lo Spirito della Luna

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Marco si svegliò poco dopo, tossendo violentemente sangue, e riprendendo il controllo del suo corpo.
"Stupido umano, ho dovuto sbrigarmi per non farti morire...la prossima volta voglio divertirmi di più..." disse nella sua testa il demone.
Marco non volle nemmeno rispondere.
Si sentiva privo di forze, ma non era stanco. Era consumato. Una leggera manciata di cenere, tutt'a trono al suo corpo, venne spazzata via dal vento.

-Come ti senti?- chiese Viktor, appoggiato ai resti della cucina.
-Meglio...ma voi chi siete?- chiese fissando il duo. Era strano.
Viktor, con i suoi capelli argentati, faceva contrasto con Shaco, dai capelli lunghi e biondi.
-Piacere, sono Shaco- disse con un sorriso carico di divertimento. Sorriso che venne smorzato da un singolo sguardo del suo amico.
-Io sono Viktor...tu dovresti essere il "Fantasma Umano"?- chiese il Mietitore.
-Non so da quanto vada di moda chiamarmi così, ma sono io...- rispose tentando una risata, che fu soffocata sul nascere dallo sguardo serio di Viktor. Shaco si rassegnò: era impossibile portare felicità in qualsiasi discussione con Viktor.
-Se pensi che ti basteranno dieci secondi per affrontare chiunque, ti sbagli. Al mondo ci sono creature più forti di te, anche quando cedi il tuo corpo al demone...io ne so qualcosa- disse quest'ultimo mostrando il suo braccio infuocato sul momento -Dovrai migliorare parecchio, quindi, per adesso sei con noi. Ti hanno dato tutto? Spiegato cosa sei diventato?-.
Marco annuì, tentando di far comparire nelle sue mani almeno il taccuino. Una sirena della polizia si avvicinava sempre di più all'abitazione.
-Andiamocene, il lavoro è...aspettate!- disse Shaco improvvisamente.
Sentiva qualcosa.
Con un saltello scomparì per riatterarre in cantina, dove vi era uno spettacolo raccapricciante. Anime. Anime incatenate ovunque. Stavano soffrendo.
-Oh cavoli. Capisco perché la ragazza su non si è ancora svegliata...- disse Shaco.
La stanza era una sorta di macelleria. Sangue umano, cadaveri e altro ancora. Una cosa vomitevole. C'erano anche casse e casse di narcotizzanti.
-Andiamocene, prima che getti l'anima di questo tizio in un varco...- disse rabbiosamente Viktor.
Non era da molti sfidare la Morte.
Ognuno aveva il suo destino, ma se qualcuno lo cambiava, molto spesso nessuno se ne accorgeva.
Per Viktor era stato così.
Nessuno sapeva come mai, invece che morire, fosse finito nel Limbo.
Ma ormai si chiedeva questo da molti anni, e ancora non aveva risposta.

L'essere oscuro viaggiò a lungo. Si fermò appena la luna fu alta nel cielo.
Decise di farsi una scorpacciata di incubi. La sola Sua presenza faceva tremare di paura i poveri e deboli sogni che i bambini facevano.
-Mamma!- urlò il bambino svegliandosi.
-Grazie mille...- rise di gusto l'essere, strisciando sotto il letto e scomparendo.
Era una cosa divertente. Aveva imparato a incutere terrore nelle sue vittime. Solo in remoti casi le uccideva, ma aveva fame quella volta. E poi quel ragazzino sarebbe morto comunque. Dopo qualche anno, nella nuova scuola, dopo tanto bullismo. Lui sapeva tutto.
Insicurezze, paure, desideri. Il passato, il presente e il futuro.
Lui poteva controllarli oltre ogni limite.
Per questo andava fermato.
-Cosa vuoi?!- urlò l'essere bloccandosi a mezz'aria. La sentiva, era lì.
-Come mai sei qui? Ti sei stancato di quella prigione dove devi stare?- rispose una voce. Sottile ma allo stesso tempo potente.
-Cara, credimi. Ho passato gli ultimi cinquecento anni rinchiuso lì! Cosa pensi volessi fare qua fuori? Annientare le Luci. Solo così dominerò anche te.- disse iniziando a muoversi attorno. Cercava il possibile punto dal quale la voce poteva provenire.
-Sono più vicina di quanto pensi...- rispose quest'ultima.
-No no! Tu sei solo una mia immaginazione. Non sei reale!- continuò ad urlare l'essere, sparando diversi darsi neri in più direzioni.
-Oh, io direi di essere più che reale...io sono TE- disse la voce.
Una forte luce azzurra crebbe nel petto dell'essere.
-Tutto questo non è vero!- rispose.
Mentre si muoveva, lo sguardo gli cadde su una Luna che stava sorgendo e diventando sempre più luminosa.
E fu lì che l'essere, con sgomento, si sgretolò in sabbia nera, che scomparve.
Al suo posto comparve una figura bluastra con una forte luce attorno, dai capelli blu elettrico raccolti in un codino che gli ricadeva sulla spalla. Lei, la Protettrice della Luce, lo Spirito della Luna.

Diversamente da quanto si pensava, il Demone dell'Abisso non era una fantasia. Era sempre vissuto con lo scopo di annientare le Luci, ovvero le anime più pure del globo, coloro che riuscivano a possedere poteri ultraterreni. Fino Prima Grande Guerra, aveva portato caos e morte.
Poi, quegli insulsi mortali: aiutati dagli Amgeli, avevano accettato di rimpiazzare la speranza al terrore; in tal modo, Hakumen si era indebolito, e fu rinchiuso senza alcuna ragione.
Ed era stata tutta colpa delle Luci.
Dovevano difendere il mondo umano, rappresentavano l'ultimo fronte contro i nemici più oscuri. Senza di essi a sostenere i "buoni", non ci sarebbe stata vita.
Perché senza felicità, senza gioia, il mondo sarebbe caduto in un baratro.
-Morendo si impara sempre qualcosa sai?- disse Ephis (si legge "Efis")- Ora te lo mostrerò...-.
Lo spirito brandiva una spada che aveva forgiato grazie alla luce della Luna. Uloy, la "spezza-tenebre". Non amava usare la sua forma umana, né tanto meno la violenza. Ma l'oscurità ormai era andata troppo oltre.
Hakumen era solo ora.
-Pensi davvero che IO mi faccia sconfiggere così?- urlò l'essere. Generò un'immensa onda nera, carica di Ombre e Obscuri, pronti a uccidere.
Ephis non si scompose. Puntò dritta la spada contro i nemici. Un fascio di luce spazzò via la minaccia.
-AHAHAHA! Sei divertente...- l'essere si teletrasportò alle spalle dello Spirito - ma ora basta scherzare!- e la colpì con una lama nera generata sul momento, generando un onda d'urto che si fermò a pochi millimetri dalla faccia dello Spirito, prima di esplodere in una miriade di schegge nere.
Ephis fu sbalzata via e iniziò a perdere lucidità. Il Sottomondo non era il luogo ideale per combattere. Niente Luna significava niente potere. Mentre Hakumen godeva di ottima forza.
-Accettalo, non potrai mai battermi...- disse l'essere avvicinandosi e sollevando di peso lo Spirito per la gola, che in forma umana era anche più bassa di lui.
-Come hai detto? Morendo si impara? Bene. Direi allora che la lezione di oggi termina qui!- e con una forza inaudita trapassò l'addome di Ephis. Il Buio e tutte le paure da esso portate dilagarono nel corpo dello spirito, che cadde a terra privo di vita.
-Io non posso essere sconfitto!-  e rise di gusto.
Le Ombre iniziarono a divorarla.

Poi, dal nulla, la controparte lunare del Sottomondo apparve. La Luna Rossa.
Ephis iniziò a emettere energia.
-Ora!- si poté udire.
-Cosa?! Cosa sta...NO! NON POSSO MUOVERMI!?- urlò inutilmente il Demone.
L'energia di Ephis lo stava tenendo bloccato.
Un cerchio magico si generò ai suoi piedi, e una serie di specchi caddero in punti precisi attorno a lui.
-Morendo si impara...ma forse rimanere per sempre rinchiuso qui farà imparare qualcosa anche a te!- disse Nir, sigillando le distanze tra gli specchi.
-Addio, sciocco demone da quattro soldi!- furono le ultime parole che l'essere oscuro poté udire.
Poi, solo l'oscurità ebbe posto per lui.

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