"Che cazzo stai facendo deficiente?"-gli urlai contro.
I suoi amici e la ragazza sbarrarono gli occhi impauriti per il tono della mia voce.
"Stai tranquilla.."-disse con nonchalanche
"No, non sto affatto tranquilla! Buttala immediatamente!"-gli ordinai.
Come risposta ricevetti una sonora risata da parte sua e con prepotenza si riportó la sigaretta alla bocca aspirando avidamente per poi buttarmi tutto il fumo contro.
Tossii appena tappandomi in naso e muovendo la mano in aria per scacciare via l'odore di fumo.
"Pianta ho detto! Buttala! Sennò lo dico a mamma!"-lo minacciai.
La sua espressione da sbruffone non cambiò di una virgola, anzi si fece ancora più accentuata.
"Ohh.. che paura! Guarda sto tremando!"-disse prendendosi gioco di me.
I suoi amici si misero a ridere compreso lui.Chiusi gli occhi ad una fessura.
"Christian. Ti ordino di spegnere quella cazzo di sigaretta. Ora. Non lo ripeterò una seconda volta."-dissi con tono autoritario.
Quasi mi stupì di me stessa per avergli detto quelle parole con quel tono ma non lo diedi a vedere.
"Ma non rompere il cazzo."-mi rispose facendo un altro tiro da quella fottuta sigaretta.
Rimasi senza parole per la sua arroganza nei miei confronti. Mio fratello stava cambiando, lo sapevo, ma non sapevo che lo faceva in peggio, non è più lo stesso e questo a me spaventa un sacco.
Rivoglio il mio vecchio fratellino, rivoglio il Christian non arrogante e presuntuoso, rivoglio quel Christian di quel giorno in camera che ci confortava e dava buoni consigli.
Questo non è mio fratello.
Dylan mi si parò davanti togliendo dalle grinfie di mio fratello QUELLA sigaretta, buttandola a terra per poi pestarla.
"Ma sei deficiente? Ci scappavano almeno altri cinque tiri, ora me le ricompri era anche l'ultima, coglione che non sei altro!"-sputò Christian contro Dylan.
"Senti ragazzino come prima cosa chiedi scusa a tua sorella, lei si preoccupa per te e tu le rispondi così?"-disse Dylan sovrastandolo con la sua figura. Venendo in mio soccorso.
Ma mio fratello non si fece intimidire.
"Che vuoi tu? Che cazzo vuoi dalla mia vita? Chi cazzo sei per dirmi come devo o non devi rispondere a mia sorella? Chi. cazzo. sei."-disse Christian sicuro di se.
Ad un tratto un tonfo sordo si impossessò delle mie orecchie. Dylan aveva appena schiaffeggiato con tutta la sua potenza Christian il quale era chiaramente senza parole.
"Non ti azzardare più a rivolgerti a me con queste parole, ragazzino."-questa volta fu Dylan a sputargli contro.
Dopo lo schiaffo gli amichetti di mio fratello se ne sono andati via a gambe levate.
Christian si teneva la mano sulla guancia e stava con lo sguardo basso e ispirava profondamente. Mi avvicinai ma non appena cercai di toccarlo lui mi fermò.
"Non voglio la tua compassione."-disse guardandomi con uno sguardo che mi fece rabbrividire.
I suoi occhi azzurri erano così spenti, così cupi.. Non avevano più quella luce che li faceva splendere.
Mio fratello non sta bene, mio fratello ha bisogno d'aiuto. Io cercherò di fare l'immangiabile per farlo tornare quello che era un tempo, ormai lontano.
Dopo tutto è mio fratello e ci tengo a vederlo felice, a vederlo sorridere.
Guardai verso gli altri e notai che Dylan non era più con loro.
"Dove è andato?"-chiesi ai miei amici.
"Si è avviato verso casa a piedi.."-mi disse Crystal.
La voglia di raggiungerlo è tanta ma non posso lasciare mio fratello qui.
"Meglio che vada ragazzi.. e scusate per questa scena.. mi dispiace.."-dissi scusandomi.
"Tranquilla.."-risposero in coro.
Afferrai mio fratello per il polso trascinandolo con me.
Cercó più volte di strapparsi dalla mia presa ma non mollai, anzi la strinsi più saldamente.
In lontananza vidi Dylan che camminava a passo deciso ma lentamente. Forse ci aspettava.
La via per arrivare a casa è lunga e gli autobus sono tutti fiori servizio.
Velocizzai il passo e quando fui a qualche metro da lui lo chiamai e lui si voltò fermandosi nel bel mezzo del marciapiede.
"Grazie per esserti fermato.."-dissi con il fiato corto ma non mollai la presa dal polso di mio fratello.
Dylan lanciò un occhiataccia a mio fratello il quale ricambiò.
L'aria iniziava ad essere frustante e tesa e credo che ognuno di noi la percepisse.
Con la mano, e con quella poca forza che avevo, ma che mi viene sempre fuori in certi momenti, riuscì a portare mio fratello davanti a Dylan.
"Adesso vi chiedete scusa a vicenda."-puntualizzai spostando lo sguardo prima su uno e poi sull altro.
Entrambi mi guardarono congelandomi all'istante con i loro occhi.
"Avanti."-li incitai incrociando le braccia al petto.
"Io a questo non gli devo dire dire niente."-disse mio fratello.
"Nemmeno io a lui."-disse questa volta Dylan.
Alzai lo sguardo al cielo, imprecando.
"Dylan, almeno tu, ti prego.. sei più grande e dimostralo, dimostra di essere un vero uomo chiedendogli scusa.."-dissi pregandolo con lo sguardo.
Dylan rise, una risata forzata che metteva quasi paura.
"Io? Chiedergli scusa? Spero che tu stia scherzando.. Lui qui è l unico che deve chiedere scusa e non le deva fare di certo a me, ma a te!"-disse indicandomi.
In effetti non aveva tutti i torti. Dylan mi ha solo aiutato a combattere contro mio fratello.
Guardai Christian, il quale aveva abbassato lo sguardo.
"Christian.."-la mia voce lo smosse, alzò lo sguardo.
"A te chiedo scusa ma a lui no."-disse indicando Dylan.
"Sopravvivo lo stesso senza le tue scuse, che credi?!"-battibecchó Dylan.
"Adesso basta tutti e due, mi avete stancato! Non so chi sia il bambino fra voi due, anzi no, lo so, siete dei bambini entrambi!"-dissi ormai esasperata dal comportamento di entrambi.
Dei bambini di cinque anni sono molto più maturi.
Entrambi abbassarono lo sguardo dandomi ragione.
"Adesso muoviamoci, che la strada per tornare a casa è ancora lunga.."-dissi sorpassandoli camminando a passo svelto.
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My StepBrother. // Dylan O'Brien
Ficção AdolescenteUn ragazzo e una ragazza costretti a diventare una specie di fratelli. Litigano ogni santo giorno, ma con il passare del tempo l'affetto si crea, diventano amici.. o forse qualcosa di più. Alexis Grey e Dylan O'Brien. Cover by @onedxsweet I comport...