Capitolo 6

647 42 8
                                    

Narra Lali:
Quando mi sveglio, e non sono nel mio letto mi viene un attacco di panico, ma ricordo che non sono in un'altro hotel, e che sono completamente da sola. Sola in una casa non mia. In una vita che quasi sicuramente non mi appartiene. Non sono la Lali di sempre, certo, la rottura con Pablo mi ha spiazzata, anche perché quella sera era il mio compleanno e mi aspettavo mi avrebbe chiesto di diventare sua moglie, però quello che avevo fatto andava contro ogni logica. Non mi riconoscevo. Mi sembrava più una cosa da Cande, che da Lali, lei si che al mio posto si sarebbe divertita, io invece mi sentivo male a ricordare ciò che era successo. Mi alzai dal letto, contro voglia, con un forte mal di testa, ed uno strano sapore di ferro in bocca. Forse avevo sbagliato a non mangiare, e a non aver fatto il mio "sputino". Mi guardo allo specchio e faccio una smorfia disgustata. Ero un disastro. "Così mi sono fatta vedere ieri da Peter?" Mi chiedo, e poi mi do uno schiaffo mentale, ricordandomi che non mi importava ciò che pensava di me. Ma certamente potevo coprirmi un po' in più. Sospirai ed iniziai a vestirmi. Poi scesi. Peter aveva preparato la colazione. Lo guardai. Il mio stomaco mi tradii. Fece un rumore potente, come un boato di un leone. -Un terremoto?- Chiede girandosi verso di me. Lo guardo male, e mi dirigo alla macchinetta del caffè, me ne verso una tazza. -Quella è tutta la tua colazione?- Chiede indicando la tazza fumante di caffè che sto bevendo. Faccio cenno di si con la testa. -Fa male, la colazione è il pasto più importante della giornata- Mi rimproverò. Poi si girò verso il bancone, pieno di cibo, di ogni genere, dalle frittelle alle uova all'occhio di bue. Mi venne quasi la bava alla bocca. -Poi, guarda tutto ciò che ho cucinato per te, io non posso mangiare tutto questo- Sospirai e mi sedetti al tavolo, più per il cibo, che per la compagnia. Però dovevo anche chiarire ciò che era successo quella notte, dovevamo parlare di tante cose. Lo guardai, afferrare una frittella ed infilarsela interamente in bocca. Scoppiai a ridere. Lui sorrise. -Perché mi guardi?- Mi chiese dopo aver ingoiato e masticato la frittella. Alzo le spalle, e gli dico, dopo aver mangiato un pezzettino d'uovo -è solo che è strano, è la prima mattina nella tua casa, come tua moglie- Guardo il mio piatto, improvvisamente imbarazzata. Lui ha gli occhi su di me. Lo so, lo percepisco. Alzo lentamente lo sguardo, il suo sorriso è accentuato. -Oggi cena fuori- Mi dice, non credo si a una domanda, infatti aggiunge -Niente no- Mi dice, poi si alza, mi bacia la fronte ed esce, senza che possa ribattere.


Ti amerò per sempre. LaliterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora