Capitolo 2

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Bail non fu sorpreso dal clima ventoso e pungente che lo accolse appena fuori dalla corvetta. Non voleva pensarci, ma anche quello gli ricordava Alderaan.

Scosse impercettibilmente la tessa, cercando di scacciare quella nostalgia costante dalla sua mente.

"Suppongo che quella sia la delegazione regale" disse Teral indicando un carro a repulsione dorato e dalle forme sottili e incurvate. Si avvicinava piuttosto lentamente, scendendo per il sentiero in mezzo a altri carri e persone che prendevano la strada per la loro zona abitata.

A Bail sembrava di vedere fin dallo spazioporto la gente che si inchinava rispettosamente alla vista del vessillo regale, con raffigurato un animale locale, chiamato terder, simile a un grosso felino. Grazie a queste riverenze, il mezzo avanzava senza intoppi e al massimo della sua velocità: poco più che a passo d'uomo.

"Non hanno tecnologie molto avanzate" commentò il soldato scelto dal Capitano, di nome Dillis.

"A volte l'apparenza inganna. Guarda, per esempio, gli scudi del palazzo". Da due generatori posti ai lati del maestoso edificio erano generati i raggi quasi trasparenti che costituivano la cupola difensiva. "Sono di ultima generazione".

La guardia annuì. "Magari hanno scelto di mantenere la velocità dei veicoli ridotta per qualche motivo particolare" borbottò con disappunto Teral.

"Non ti piace tutto ciò, Capitano?"

"Non mi fanno impazzire, questi carretti che si muovono a rallentatore. Sono un bersaglio fin troppo facile".

Bail doveva immaginarsi che dovesse esserci qualche pericolo che lui non poteva vedere; rimase comunque divertito da quella inesauribile ricerca di problemi compiuta dal suo Capitano.

Rimasero tutti e tre in silenzio, e qualche minuto dopo la delegazione arrivò nello spazioporto. Dal carro scesero cinque uomini: uno dalla carnagione molto chiara e vestito con abiti sontuosi, uno che indossava una veste di evidente ottima foggia ma più semplice e meno colorata, e due che indossavano qualcosa di vicino a una divisa.

Organa intuì che si trattasse di un messo, di un ufficiale e di due soldati. A conferma della sua supposizione, il meglio vestito prese parola: "Sono il Consigliere Ados Ceon, inviato da Sua Maestà per accogliere gli ospiti repubblicani. Lui è il Comandante Sato, comandante della sicurezza. I suoi uomini faranno in modo che non ci siano disordini".

Il Senatore fece un inchino e rispose: "Come già saprete, sono il Senatore Bail Organa della Repubblica Galattica. Vi chiedo di portare con me due guardie del corpo, in modo che... non ci siano disordini". Aveva ammiccato verso la navetta separatista, e anche gli occhi di Ceon si erano spostati su di essa per un secondo.

"Potranno venire con voi, ma sappiate che non sono ammesse armi a palazzo".

Teral non riuscì a trattenere il suo disappunto. "Come sarebbe a dire che non sono ammesse armi a palazzo? Il Senatore non può mettere a repentaglio la sua vita!"

Il Consigliere sorrise. Un sorriso gelido, quasi sarcastico, che fece preoccupare notevolmente Organa. "Queste sono le regole, che voi, come anche i Separatisti, rispetterete".

Il Capitano digrignò i denti con rabbia, ma si calmò quando Bail lo pregò di non protestare in modo da non creare problemi. "Suppongo che nessuno possa portare armi nella reggia, neanche le stesse guardie, giusto?"

Sato annuì. "Saremo al sicuro".

"Ottimo!" esclamò quasi con entusiasmo il Consigliere. "Possiamo allora dirigerci a palazzo".

Percorse i pochi passi che lo separavano dal carro, seguito da Organa e dalla sua piccola scorta. Salirono tutti a bordo, e si avviarono verso la reggia.

***

Alle porte dell'edificio trovarono ad attenderli un manipolo di guardie e un altro uomo vestito come il Comandante Sato.

"Dovrete consegnare le armi a loro" disse con decisione Ceon, comprendendo con un ampio gesto del braccio gli otto soldati. Bail scese dal carro con calma ed estrasse la pistola blaster dalla fondina, andandola a consegnare tra le mani dell'ufficiale.

Si voltò a guardare la sua scorta che, con molta riluttanza, fece lo stesso, quindi anche le guardie arcordiane depositarono i loro blaster lucidi ed eleganti. Solo allora, senza proferire parola, il graduato aprì l'ingresso secondario, posto accanto alle porte maestose alte almeno cinque metri.

I due drappelli entrarono lentamente nell'atrio del palazzo, che videro solo di scorcio andando ad imboccare subito una rampa di scale che portava nell'ala orientale. Bail si guardava intorno, cercando di raccogliere tutti i dettagli che gli facessero scoprire qualcosa di più su Re Lond: gusti, abitudini, ideologie.

Quando arrivarono in un corridoio simile a tutti gli altri, ma in cui erano presenti due guardie di palazzo, il Senatore si era fatto un'idea piuttosto precisa sull'uomo che avrebbe dovuto persuadere.

"La riunione si terrà qui" dichiarò Ceon mostrando una porta in legno scurissimo su cui una targhetta indicava la funzione del locale. "I nostri altri ospiti stanno per tornare dalla loro passeggiata".

"Passeggiata?" chiese in un sussurro Dillis.

Ma prima che qualcuno potesse rispondere, un rumore di macchine in movimento iniziò a riecheggiare per i corridoi.

Bail vide i suoi due uomini tendersi come elastici mentre sentivano i droidi farsi sempre più vicini. Non ci si poteva mai fidare dei Separatisti, questo lo sapevano bene, e lo aveva imparato anche lui a sue spese.

Quando apparvero due droidi da battaglia standard disarmati e con le braccia meccaniche accostate al bacino metallico, per un attimo rimase come sorpreso. Sospettò che lo stesso stesse accadendo a Teral e Dillis.

Dietro di loro apparve, un paio di passi dopo, un Quarren dal fare altezzoso, che doveva essere l'inviato separatista. Bail non lo conosceva, e soprattutto non si aspettava di trovare un individuo della sua specie in un pianeta freddo e montuoso come Arcord. Era con lui, comunque, che avrebbe dovuto combattere la sua battaglia verbale; doveva quindi iniziare a studiarlo fin da subito.

"Vi presento Mantri Cov, membro del Senato Separatista". Si rivolse quindi al confederato: "Cov, le presento invece Bail Organa, Senatore della Repubblica Galattica".

Il Quarren rivolse a Bail uno sguardo arcigno. "Senatore Organa, è un piacere conoscerla" disse con palese falsità. "Non vedevo l'ora di avere a che fare con un politico della sua fama".

"Sono onorato dalle vostre parole, Senatore" ribadì stando al gioco. "Ma credo che il Re ci aspetti e sia meglio non farlo attendere oltre".

"Giusta osservazione" commentò Ceon, che sembrava temesse di passare in secondo piano a causa della tensione tra Repubblica e Separatisti. Il Consigliere aprì la porta ed entrò seguito dai suoi uomini.

Organa dovette accedere per primo, data la sua vicinanza al locale; controllò che Cov rimanesse a debita distanza, quindi varcò la soglia e rimase come fulminato.

STAR WARS: L'arma del tradimentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora