Chapter 3.

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Louis' pov.

Mi era parso di notare che il presunto signorino Harry Edward Styles III si fosse agitato un po sulla poltrona che ospitava il suo corpo, seduto e intento a fissarmi.
Pensai che il suo modo di guardarmi mi infastidiva alquanto, ma non era il caso di lasciarsi intimorire così da un ragazzetto nobile.
"Conte Styles" dissi dunque, "sono onorato di trovarmi al suo cospetto per un incarico così importante, la prego di pormi tutte le domande che le sovvengono".
Il Conte sorrise lateralmente, quasi compiaciuto da qualcosa che avevo detto ,anche se non riuscivo proprio a capirlo.
"Signor Louis William Tomlinson, la prego di accomodarsi. La ringrazio per essere accorso a Corte e, se devo essere del tutto sincero, mi aspettavo la sua visita che, come immaginavo, non ha tardato ad arrivare".
Ero un po confuso e infatti "Mi confonde un po Signor Conte, sarebbe così cortese da spiegarmi a cosa allude?" Chiesi ingenuamente.
Il Conte rise appena e "Non faccia il modesto Signor Tomlinson! Le voci corrono, e sopratutto se sono voci positive e degne di nota. Numerosi letterati e servitori mi hanno messo a conoscenza del fatto che Lei sia uno dei più grandi e illustri Maestri dei dintorni" disse, scandendo i complimenti malamente velati.
"Non sapevo Signor Conte, la ringrazio davvero per la considerazione" arrossì lievemente, rispondendo quasi stupito.
Nel frattempo Harry Edward sembrava stesse pensando ad altro, perché fissava la mia figura ma non sembrava prestare minimamente attenzione alla discussione, "Giovani d'oggi" pensai aspramente.

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Harry's pov.

Non avevo ascoltato quasi nulla da quando il presunto Maestro Tomlinson era entrato in sala.
I suoi occhi e la sua bocca sembravano trasmettere emozioni contrastanti quali timore e sicurezza.
Aveva gli occhi di chi non sembrava per nulla a proprio agio, di chi non vedeva l'ora di andar via, ma la bocca di chi ,sicuro di se, stava esponendo ciò che era diventato nella sua vita con grandi sacrifici e dedizione.. E forse mi passò per la testa che non era del tutto vero ciò che dimostravano i suoi occhi, ovvero che quello fosse l'ultimo posto dove volesse essere in quel momento.

Mio padre mi distolse dalle mie congetture e i miei pensieri, e mi invitò a porgere la mano al Maestro che sembrava stesse andando via.
Sollevai lo sguardo verso di lui e mi alzai, porgendogli la mia mano piuttosto grande, per essere quella di un diciottenne.
Presi a fissarlo dritto negli occhi e strinsi vigorosamente la sua mano, quasi a volergli infondere un messaggio, quale "Comunque andrà, non mi sottometterai al tuo sapere", e parve capire che il gioco non sarebbe stato tanto facile come credeva.

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Eppure Louis non aveva pensato neppure per un attimo che le cose sarebbero state facili, semmai l'incarico fosse stato assegnato a lui.
Ma infondo le sfide gli erano sempre piaciute, soprattutto quando doveva affrontarle per necessità.
Si, perché a Louis quel lavoro serviva e non sarebbe stato di certo
un ragazzino ricco ad intimorirlo..ne era sicuro.



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Ciao a tutti, eccomi tornata ad aggiornare!
Lo so che sono passati 5 mesi buoni dall'ultima volta che ho aggiornato, ma oggi ho ritrovato l'ispirazione e inoltre durante tutto questo tempo qualcuno sembra aver notato la storia.
Spero vi piaccia il capitolo e ne vorrete sapere di più!
Vi prego di farmelo sapere con una stellina oppure con un commento, alla prossima!

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 17, 2015 ⏰

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