nine (the end)

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Sapete, è triste raccontarvelo... Ma loro non ebbero un lieto fine.

L'indomani, Michael e Ruthie fecero una passeggiata, parlarono per l'ultima volta.
Di cose banalissime, risero e scherzarono; la ragazza però, aveva già in mente un piano.

«Mic, andiamo alla stazione!»

«Perchè?»

«Adoro l'atmosfera che c'è lì. Dirigiamoci verso essa e poi ti spiegherò.»

Arrivarono alla stazione, si sederono sul marciapiede. Ruthie iniziò a parlare.

«Ascoltami bene, Michael. So che può sembrarti strano, tutto questo.
Inizierò dalle cose più semplici: sono venuta qui perchè adoro l'atmosfera delle stazioni.
Chi parte, chi arriva; aria di speranza, delusione, aria di tristezza.
Ci sono persone che qui iniziano un nuovo percorso, e chi invece sale e se ne va, finendone un altro.
Non sono mai stata una di quelle persone che pensa troppo a queste cose, ma appena ieri sera mi sono preparata un discorsetto.
Nessuno è nessuno in questo mondo.
Però tutti possono essere tutti; sai, non è possibile essere unica fra tanti, essere quella ragazza bella, intelligente, solare e stupida. Allo stesso tempo però, dimostrare che c'hai le palle e non farti ingannare dalle persone.

Questo non è facile, vedi?
E allora ho deciso, deciso che voglio finirla qui. Non cercare di fermarmi, non voglio che ostacoli le mie decisioni.
Ti spiegherò solo il perchè. Okay?»

«Ruthie...»

«Fidati di me. Allora okay?»

«Okay.»

«Inizio col raccontarti le mie ragioni allora.
Da piccola, ero una bambina solare, dolce.
Crescendo, sono mutata nei miei incubi peggiori; vari avvenimenti mi hanno portata a quella che sono adesso.
Però, ho pur sempre un cuore.

E sappi, sappi che mi mancherai; anche se ti conosco da pochissimo, anche se forse non provo nulla per te. Non lo so.» Ruthie iniziò a singhiozzare, cercando forse di trattenere il pianto, e Michael le prese le sue mani fra le proprie.

«Anche se non è maturato questo nostro amore, anzi non è ancora sbocciato... Sappi che i miei occhi non finiranno mai, e dico mai, di guardarti come se fossi la cosa più bella, anche se questo significa guardarti da lassú.

Chissà che fine farò, se in Cielo ci sarà un qualcuno che mi apprezzerà e se sarò felice.
Davvero questo non lo so; ma tu lasciami andare, ho bisogno che lo faccia, ti prego.»

«Ma...»

«Ti amo Michael, ti amo tanto tanto. Ora però è giunto il mio momento, scusa.»

Si incamminò verso uno dei due binari della stazione e ci si stese sopra.

«Ti amo anch'io, piccola. Ci vediamo nell'altro mondo.»

Dopodichè, Michael si stese sul secondo binario ed entrambi aspettarono i treni.

Nel frattempo, parlarono normalmente, come se non stessero per essere schiacciati.

«Eccoli arrivare, i nostri treni per l'altro mondo. Ti amo, anche se non profondamente come dovrebbe essere. Come sarebbe dovuto essere.»

«Ti amo anch'io, tesoro. Dove tu starai, io starò. Vengo anche io dove vai tu.»

Ruthie sorrise per l'ultima volta, e Michael anche.

Vi svelerò un piccolo segreto: l'autrice di questa storia sono io, la mamma di Ruthie.
Non ho lasciato che mia figlia si fermasse, ma l'ho seguita fino all'ultimo dei suoi giorni. Ho eseguito il mio dovere fino all'ultimo.
Perchè essere mamme non è solo accudire e crescere una bambina.
Essere mamme è vedere le proprie figlie maturare e accudirsi da sole, senza però imporgli nulla.
E io ho amato Ruthie, la amo tutt'oggi, a distanza di anni da quel tragico suicidio di coppia.

Sto raccontando questa storia a voi, per farvi capire che le vostre mamme vi amano, fanno di tutto per voi e poi, non vi lasciano andare.
Vi guardano e vegliano su voi da lontano.

-

Ho scritto questo capitolo piangendo.
Sappiate, non è facile nemmeno per me; ma così doveva andare.

Ultima dritta: amate le vostre mamme, perchè quando loro non ci saranno più, le rimpiangerete peggio di chiunque altro perderete.

Farò un ultimo capitolo per le mie considerazioni e il perchè di questo finale.
All the love,
-Ale.

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