Capitolo 54

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Tornammo a Roma, avevo detto a mia madre che io e Antony ci eravamo lasciati ma non ci aveva creduto molto, visto che stavo tanto bene e non stavo piangendo.
Comunque cercai di far finta di stare male.

Arrivò il compleanno di Antony, era il giorno in cui dovevamo partire. Andai alla stazione e quando lo vidi gli misi le mani davanti agli occhi.
-Chi sono?
-Qualcuno che non mi ha fatto gli auguri.
Si girò.
-Tanti auguri, ora sei maggiorenne!
-Sì, così se facciamo qualche cazzata adesso possono arrestare anche me!
Alzai gli occhi al cielo.
-Sei proprio stupido.
Mi prese le mani.
-Lo so, grazie.
Salimmo sul treno, sarebbe stato un viaggio lungo. Mi misi le cuffie e mi persi nel mio mondo.

Arrivammo verso ora di cena, tutte quelle ore erano distruttive ma il posto era bellissimo.
Appena arrivata in albergo mi buttai sul letto. Antony andò a prendere qualcosa al bar ritornò con due tramezzini.
-Spero che ti sazino per un po'.
Disse lui sedendosi sul letto.
-Mica sono un pozzo senza fondo!
-Ho i miei dubbi.
Gli diedi un pugno.
-Ti ho fatto un regalo, comunque.
-Ah sì?
-Aspetta.

ANTONY POVS

Greta prese una fascia nera e mi bendò gli occhi.
-Che vuoi fare?
-Ti fidi di me?
Sorrisi.
-Sì.
-Ok, vedi qualcosa?
-No, come faccio a vedere?
Mi prese le mani e mi baciò.
Mi tirò e iniziai a camminare. Sentii la porta della camera aprirsi e dopo qualche passo si chiuse. Greta mi lasciò le mani e entrai nel panico ma poi sentii le sue braccia in torno alla mia vita. Mi disse di camminare e poi forse entrammo in un ascensore, il suono mi pareva quello.
Quando uscimmo passammo dal caldo al freddo, quindi stavamo fuori dall'albergo.
-Non è che cado per le scale?
-No, tranquillo... adesso metti un piede avanti.
-Secondo me sei impazzita, Grè.
Scendemmo le scale e sentii la neve fredda. Greta si staccò da me.
-Grè?
Mi tolse la benda e quando abbassai lo sguardo sulla neve c'era scritto: "togheter, forever" con delle candele. Sorrisi e mi girai verso Greta.
-Buon compleanno, amore.
Mi baciò.
-Ti amo, è la cosa più carina che qualcuno abbia fatto per me.
Greta sorrise.
-Anch'io ti amo.
Mi abbracciò.

Tornammo in camera.
-Che hai detto a tuo madre?
-Che c'era una fiera, poi dovrò inventarmi un'altra scusa ancora.
-Mi dispiace che devi mentire.
Guardò in basso.
-È l'unica soluzione.
-Spero solo che non incontri mia madre.
Lei spalancò gli occhi.
-Perché? Non le hai detto che ci siamo lasciati?
-No, se glielo dico quella mi organizza un'appuntamento con Valeria.
-Si ma non hai pensato che potrebbe parlare con mia madre?!
Restai in silenzio per qualche secondo.
-No.
-Ma sei stupido?!
-Dai non ti scaldare, adesso la chiamo e le dico che ci siamo lasciati e che sto tornando.
-Però tu non stai tornando.
-Mh, è vero.
Greta sospirò.
-Ci rinuncio con te.
Mi avvicinai a lei.
-Dai non ti arrabbiare.
-Spazio vitale.
Risi.
-Ancora?
Greta si girò verso di me e ci ritrovammo faccia a faccia.
-Sei stanco?
-Sì, ma non voglio dormire.
Sorrise.
-Credo che una doccia sia quello che ci vuole, vado a farmene una.
-Ok.
Si alzò.
-E anche tu.
-Ok.
Dissi con più espressione.

Entrammo in bagno e mi avvicinai al lavandino per accendere la radio, almeno c'era un po' di musica.
Mi girai verso Greta, lei si avvicinò a me e mi baciò poi iniziò a togliermi la maglietta. Dall'altra stanza il telefono squillò.
Alzai gli occhi al cielo.
-È il tuo Grè.
Greta andò in camera. Mi misi sulla soglia della porta.
-È mia madre... mamma mi hai chiamato prima!
Greta fece una faccia strana.
-Sì... no, ok non c'è una fiera... no non sono con Antony, ci siamo lasciati! Sì sono con Sofia... ciao ciao.
Sospirò e buttò il telefono sul letto.
-Che è successo?
-Ha incontrato Samuele e lui gli ha detto che non c'è nessuna fiera.
Samuele era il nostro autista.
-Dai, ha creduto alla storia di Sofia, no?
Mi guardò.
-Sì, spero.
Si avvicinò a me e mi baciò.
-Ci siamo proprio lasciati, eh.
Mise le sue mani sopra al mio petto e mi spinse in bagno.
Dopo aver fatto la doccia insieme, ci addormentammo.

Il giorno dopo ci svegliammo e andammo a fare colazione.

GRETA POVS

-Grè oggi prendiamo lezioni di Snowboard?
-Ma io volevo sciare, almeno quello lo sapevo fare.
-Dai, ti prego.
-Va bene.
Dopo aver fatto colazione uscimmo di fuori.

Antony prese la tavola e si mise seduto per legarsela ai piedi.
-Forse è meglio che aspetti l'istruttore.
-Dai, è solo una discesa.
-Antony, l'altra volta ti sei rotto un braccio dallo skate!
-Oddio Grè!
Si mise in piedi e iniziò a scendere, per poi cascare a faccia avanti sulla neve. Lo raggiunsi ridendo.
-Sei contento adesso?
Si mise a sedere e si scrollò la neve dalla faccia.
-Fanculo.
-Sei cocciuto eh!
-Già, se non mi casco non sono contento.
Scossi la testa.
-Tu sei pazzo.
-Di te sicuro.
Sorrisi e lui mi baciò. Risalimmo nella pista e aspettammo l'istruttore.

ANTONY POVS

L'istruttore cominciò a parlare ma mi era difficile ascoltarlo, visto che fissava Greta.
-Il segreto è restare in equilibrio, qualcuno vuole provare? Tu?
Chiese l'istruttore indicando Greta. Ma lei non aveva parlato.
-Vieni.
Disse invitandola sullo snowboard. Greta si mise sulla tavola e l'istruttore la resse per la vita.
-Sì ma penso che Greta sappia reggersi da sola!
L'istruttore mi guardò.
-Potrebbe cadere.
-Sì ma...
-Antony, sta tranquillo.
Mi sorrise Greta. Incrociai le braccia e sbuffai.
-Dopo fai provare me o solo ragazze?
L'istruttore mi lanciò un occhiataccia.
-Antony!
Esclamò Greta.
-Ok, sto zitto.

Finita la lezione andammo a mangiare a un ristorante lì vicino.
-La smetti di essere così geloso?
-Non sono geloso.
Greta sorrise.
-No?
-Quello deve solo provare a toccarti un'altra volta...
Mi baciò.
-Smettila, ok?
-Se me lo dici così, d'accordo.
-Che poi nemmeno è carino.
-Ah perché, se era carino?
Greta rise.
-No adesso me lo dici!
Lei non smetteva di ridere.
-Greta!
La abbracciai.
-Dai scherzo Antony, ti pare?
-Oh anch'io scherzo.
-Sicuro?
-Sicurissimo.
Lei sorrise.
-Ok.
Mi baciò.
-Senza di te non ce la farei.
Disse lei.
-Mia madre non capisce, perché vuole separarmi da te? Non mi interessa se Fede prova ancora qualcosa per me e non vuole vederci insieme.
-Sta tranquilla, ora sei con me e se tua madre ti scopre non può fare niente.
-E se viene qui?
-Perché lo farebbe?
-Non lo so.
-Sei troppo ansiosa.
Mi guardò.
-Sì ok, mangiamo.

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora