New York 10 Agosto 1968.

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Avvertimento: Questa storia è tratta dal mio libro che dovrebbe uscire entro a dicembre 2015. Spero sia di vostro gradimento, fatemi sapere cosa ne pensate. 


Correvano gli anni sessanta, dal suo inizio erano passati ormai otto anni.

Nieuw Amsterdam, sotto il dominio Inglese da ormai quattro anni, era stata ribattezzata New York.

New York 10 Agosto 1968.

I bambini giocano allegri per le strade di New York, il sole è alto in cielo e i genitori li osservano il lontananza.

Un gruppetto di bambini che fa il girotondo poco più distante dagli altri si differenzia dalla massa; non indossano abiti nuovi e profumati, non hanno i capelli i ordine, né la faccia pulita, anzi, è esattamente l'opposto, ma hanno un sorriso che gli altri bambini non possiedono, il sorriso dovuto alla fratellanza e all'amore che provano l'uno per gli altri.

Sono cinque ragazzini e due bambine, la maggiore tra le due tiene in braccio la più piccola di soli pochi mesi.

Sette bambini che non si somigliano per niente, eppure, tutti sanno che quelli sono i fratelli Tresor, figli di due mendicanti e membri della famiglia più povera dell'intero quartiere.

Alcuni passanti si voltano dall'altra parte oltrepassando i volti sporchi di fuliggine dei piccoli, un po' per dispiacere, un po' per omertà, mentre altri, i signori di alto rango, gli scansano come se avessero la lebbra ed altri, i più gentili d'animo, li guardano impietositi e desolati per poi di tanto in tanto qualcuno va lanciandogli qualche spiccio.

L'elemosina, ecco cosa mandano a fare i figli per strada i 'signori' Trèsor.

Mentre tutti gli altri genitori vestono i figli tutti impettiti e gli danno un cestino con tante squisitezze da mangiare durante la merenda per poi mandargli a scuola per avere un po' di cultura, loro vestono i figli di soli stracci, sporchi di fango e di polvere che hanno acquisito il giorno prima vagabondando per le strade.

La bambina dai capelli rossi, porge l'ultimo pezzo di pane, rubato la sera prima dalla cesta dei genitori, ai suoi fratelli, restando così a mani vuote e bocca asciutta, ma questo poco le importava, lei si cibava della felicità dei suoi fratelli, quando vedeva loro stare bene il suo cuore era sazio.

Nel frattempo, in lontananza si odono dei passi pesanti avanzare in contemporanea per poi scorgere delle ombre nere farsi spazio tra la polvere che si innalza nelle strade.

Uno squadrone di uomini vestiti di grigio si avvicinava al gruppo dei sette bambini, uno di loro prese per un braccio il maggiore tra i sette, lui puntò i piedi a terra e si oppose, ma il grande omone in divisa lo trascino ugualmente in un furgoncino poco distante da loro, gli altri presero i quattro maschi rimasti e gli strattonarono fino a destinazione, mentre il più vivace tra i quattro, nonché il più giovane tra i ragazzi, che di seguirli proprio non ne voleva sapere, venne caricato in spalla da uno di quegli omoni e gettato di peso nello stesso mezzo in cui precedentemente avevano rinchiuso con la forza i suoi fratelli, allora gli uomini si avvicinarono all'unica bambina rimasta ancora fuori, che in braccio teneva stretta sua sorella, ma una donna, l'unica nel gruppo, si fece spazio tra quegli uomini per poi piegarsi con il busto in avanti verso le bambine.

Era vestita distintamente, non indossava una divisa come gli altri, ma un semplice completo beige che le dava un aria più sofisticata e la rendeva più snella.

«Tu e la tua sorellina dovreste venire con noi, non vi faremo del male, lo prometto.» disse alla maggiore con un sorriso rassicurante.

La bambina si guardò intorno disorientata cercando una via di fuga che però non trovò, così strinse salda al petto il fagotto con sua sorella e annui debolmente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 18, 2015 ⏰

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