Capitolo Nove

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Odio svegliarmi in piena notte, sopratutto dopo aver passato la serata in un pub e dopo un ricordo del mio passato.
Nonostante il mio essere così lontana, i miei genitori continuano a perseguitarmi e rendermi la notte il momento più brutto della giornata.
Ho sempre avuto paura della sera, perché era il momento in cui non avevo scuse per scappare da quel posto angusto e quindi le torture potevano svolgersi senza problemi.
Mi sono sempre chiesta cosa potesse scattare nella mente di quei due mostri, ma una spiegazione non l'ho mai trovata.
Per colpa loro, però, ho sviluppato una considerazione di me stessa poco positiva.
Mi hanno segnato nel profondo, sono diventata insicura e non riesco a credere che qualcuno possa davvero affezionarsi a me.
In fin dei conti io sono una nullità e come tale nessuno può davvero prendermi a cuore, come sostenevano loro.
Cerco di non far cadere le lacrime che stanno bagnando i miei occhi, così decido di indossare una felpa e mi dirigo verso il balconcino presente nella mia camera.
Oggi il cielo è limpido e si nota qualche sfumatura dell'alba, uno scenario meraviglioso.
Per le strade non circola nessuno e si può udire il rumore delle foglie mosse dal vento, sembra tutto così tranquillo e surreale che vorrei non muovermi più, fermando il tempo in questo preciso istante.
Ma ho imparato che non otterrò mai nulla di quello che io desidero ed infatti l'arrivo di un messaggio, mi riporta alla vita reale.
Infreddolita rientro in camera e afferro il mio telefono: numero sconosciuto.

"Stai dormendo?" cita.

"Chi sei?".

Ho paura e sto tremando per questo, se sono i miei genitori e sanno dove mi trovo?
Non ho detto a nessuno della mia famiglia dove mi sarei nascosta da tutto quello che vivevo prima, non riuscirei più a respirare se loro irrompessero nuovamente nella mia quotidianità.

"Ah si scusa!
Ho preso il tuo numero da Scott e non ti ho detto nulla, sono Ben".

Stiamo scherzando vero?
Come mai mi sta scrivendo alle cinque di mattina?
In realtà la vera domanda è: perché mi sta scrivendo?
Non riesco a comprendere i suoi atteggiamenti e le sue azioni, forse è lunatico.
Ci sono momenti in cui sembriamo due estranei ed altri in cui sembriamo persone che si conoscono da una vita e che si comportano in modo civile.
Devo ammettere che il suo abbraccio improvviso mi ha destabilizzato molto, ma non devo pensare a nulla di strano quando mi accade tutto ciò.
Ho notato anche le altre abbracciarsi così con i ragazzi e devo ammettere che mi sono sentita molto stupida, perché per me tutto quello che sto vivendo ora mi è nuovo.
Mi sento un pesce fuor d'acqua quando esco con loro, come se fossi stata presa da una gabbia con mura oscurate e poi liberata senza nessun preavviso, nonostante loro siano in grado di farmi divertire e none armi  sentire sempre quella appena arrivata.

"Sei crollata?" mi scrive ancora.

"No, sono sveglissima.
Perché mi stai scrivendo?".

Posso passare per l'acida di turno, ma sono solo curiosa.

"Mamma mia non ruggire tigre.
Volevo parlare con qualcuno e siccome tu sei strana, ho pensato che ti avrei trovata sveglia AHAHAH".

Che grande stronzo, si fa anche la risata alla fine.

"Ma come sei spiritoso a notte fonda, forse è meglio se mi parli a quest'ora e non durante tutto il giorno" ridacchio mentre scrivo il tutto e scommetto che lui sorriderà non appena lo leggerà.

Sto pensando al suo sorriso? Davvero?
Sarà il sonno, perché anche se Ben è un bellissimo ragazzo non posso pensare al suo sorriso e altamente inquietante tutto questo.

"Anche tu sei più simpatica, comunque sei pronta per la mia festa?" entro in panico per questo suo messaggio, avevo dimenticato questo piccolo grande evento.

"Non vedo l'ora" rispondo ironica.

"Non fare la spiritosa, oggi lavori?".

"Purtroppo si ed ho un sonno incredibile".

"Perché non hai dormito?".

"Sono passati dei ragazzi e le urla mi hanno svegliata" mento spudoratamente.

"Come mi dispiace" scuoto il capo per la sua stupidaggine.

"Antipatico, comunque ci vediamo stasera".

"Forse anche prima, ciao Hollie" leggo confusa il messaggio, ma non mi soffermo molto e scendo in cucina per fare colazione.

Ho sempre amato camminare per le strade della città, ma a Glasgow non mi era permesso fare nulla di tutto ciò.
Mia madre volevo evitare il più possibile che qualcuno potesse vedere la parte malata della sua famiglia.

«Lola» dico entrando in negozio.

«Buongiorno mora» urla la rossa salutandomi.

«Scusa il ritardo, ma ho perso il pullman e sono venuta fin qui correndo» dico appoggiando la borsa dietro il bancone.

«Non preoccuparti, ho saputo che hai fatto le ore piccole - ridacchia - e comunque noi dobbiamo parlare» mi fa un occhiolino.

«Non capisco, come fai a sapere di quello che ho fatto?» chiedo curiosa.

«Lo capirai tra un po'» ridacchia ancora e scrollando le spalle mi dirigo verso lo scaffale da sistemare.

Sono immersa nella lettura dei brani di un CD di qualcuno a me sconosciuto, quando sento una mano toccarmi i capelli lentamente.
Mi irrigidisco di scatto, ma comunque mi volto cautamente e mi si ferma il cuore quando riconosco Ben.

«Ma tu mi perseguiti?» dico scioccata.

«Ti piacerebbe - ammicca - comunque Sam vuole il DVD di Hunger Games» mi informa.

«Prendiglielo» dico ritornando al mio lavoro.

«Ti preferisco di notte, almeno sei simpatica - mi stuzzica - e poi non ti comportare da acida solo perché non sono venuto esclusivamente per te» dice pizzicandomi il fianco destro per poi andar via.

Ma cosa sta succedendo?

«Allora tu ora parli e mi racconti tutto» sbuca improvvisamente Lola facendomi sobbalzare.

«Non ho da dirti nulla» rispondo sincera.

«Perché è sempre qui? Perché vi stavate stuzzicando in quel modo? L'avete fatto?» chiede in modalità macchinetta e a causa dell'ultima domanda mi scivola dalle mani un CD.

«Ma sei scema? Siamo semplici conoscenti» metto in chiaro le cose, mi guarda scettica e poi torna al bancone dove i clienti aspettano la cassiera.

«Non lo trovo» sbuffo voltandomi verso il moro e dico di seguirmi mentre mi dirigo verso il reparto dei film.

«Sei così intelligente che il cervello si è consumato per colpa dello studio» lo prendo in giro e gli consegno quello che cercava.

«Grazie acida, comunque stasera vuoi che ti passi a prendere?» chiede senza titubanza e resto spiazzata da questa sua proposta.

Non voglio far sorgere dubbi a nessuno, non sta succedendo nulla tra noi e se ci vedono troppo insieme penseranno qualcosa di sbagliato.

«Ho già organizzato tutto con Jennifer e le altre, grazie comunque» sorrido timidamente e lo vedo annuire.

«Bene, ci vediamo dopo» mi saluta con un veloce bacio sulla guancia e poi sparisce dalla mia visuale.

Sospiro e cercando di non pensare al ragazzo che si trova al bancone, riprendo le mie attività.

Mi guardo allo specchio per la millesima volta e dopo aver capito che non posso cambiare il mio riflesso, sistemo la mia gonna a vita alta nera con una camicia bianca dentro e scendo in salotto dove mi aspetta Hazel.

«Ciao bella, stai molto bene» mi saluta non appena mi vede.

«Grazie anche tu stai benissimo, dobbiamo andare da Jennifer?» chiedo prendendo il cappottino.

«Stanno già andando al locale, quindi nessuna tappa» annuisco e dopo aver preso le chiavi di casa, ci dirigiamo verso l'auto blu notte.

Prepariamoci a questa serata alternativa e spero, come sempre, di divertirmi con tutti loro.

Best Fake Smile (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora