Capitolo 17

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Finalmente usciamo da scuola e leggo il messaggio che mi aveva inviato Lawrence durante la ricreazione.

*Davanti al bar all'angolo, ti aspettiamo lì*

Okay sono un po' spaventata. Ma in fondo perché dovrebbe andare male?

Pensa positivo Sophie, dio santo

Stai soltanto uscendo con degli amici.

Saluto le mie amiche e mi organizzo per bene con Kelly per oggi pomeriggio. Spero di farcela.

Mi incammino verso il bar e da lontano vedo delle figurine scure, alte e possenti vicino a delle... moto.
Appena mi avvicino i ragazzi mi salutano.

-Ehi, Soph la porto io!
Dice Law agli altri.
Ridacchio. Non so perché ma Sean sbuffa. O almeno credo stia sbuffando. Forse me lo sono solo immaginata.

Lawrence mi passa il casco e nel frattempo penso a quanto mia madre si arrabbierebbe se sapesse cosa sto facendo.
Ho bisogno di sentirmi così, un po' più libera. Sono sempre stata una figlia che non dà preoccupazioni, lei non si è mai lamentata di me.
Non sto facendo qualcosa di sbagliato, giusto?

Mi risveglio dai miei pensieri e Sean mi si avvicina mentre osservo dubbiosa la moto. Non è la stessa di Ryan, quella di Law e molto più grande.
Si da il caso che io me la cavo a malapena a salire con il mio scarso metro e sessanta.

-Serve una mano?

Neanche mi accorgo che Sean stava parlando con me e già sento le sue mani sui fianchi che mi tirano su e mi adagiano con leggerezza sul bolide.

Gli altri non sembrano essersi accorti di nulla, Lawrence compreso dato che sta controllando il cellulare.
Mi giro verso Sean e lo ringrazio, lui accenna un sorriso, si infila il casco e sale sulla sua moto.

-Ci siamo?
Urla Ricky. Gli altri fanno cenno di sì con la testa e partiamo.
Mi aggrappo forte alle maniglie e mi godo il venticello fresco.
Dietro di noi ci sono Sean e Ryan e davanti Rick fa da capofila.

-Tutto okay bellezza?
Rido e rispondo un sì convinto, va tutto okay. Tutto molto okay.
I ragazzi si parlano tra loro, gridano, ridono, accelerano e rallentano, riescono a coinvolgermi.

Arriviamo davanti a una bella casa rossa e bianca e ci fermiamo di fronte al garage. La casa di Ricky.

-Ti è piaciuto?
Chiede Ryan accennando il viaggio mentre gli altri chiacchierano e si tolgono i caschi.
Annuisco.

-È solo l'inizio

E mi fa l'occhiolino. Potrei morire.

Ricky preme un tastino su un piccolo telecomando che tiene assieme alle chiavi e il garage si apre. Dentro vedo un paio di chitarre, una pianola, una grande batteria e tre microfoni. Di lato sono accatastati oggetti di tutti i tipi: scatole, CD, una TV, vestiti, libri, cibo. Devono passarci molto tempo qui.

Ryan mi passa una merendina.
-Ben venuta nel Covo Segreto

A sentire queste parole mi viene in mente una cosa: il raduno da Jenette.

Ho una stretta al cuore, questa settimana l'abbiamo saltato. Non posso permettere che succeda. Poi manderò un messaggio a Jen.
Intanto i ragazzi si sono sistemati accanto ai loro strumenti, li accordano e si preparano.

-Soph questa è un'esclusiva solo per te, è una tra le ultime canzoni che abbiamo provato

Mi urla Lawrence.
Lean on.
Partono le prime note e già la riconosco, nonostante lo stile sia diverso, più punk rock.
È bellissima, sono davvero bravi. Hanno talento.
E io sono qui, a pendere dalle loro labbra.

Chissà se qualche altra ragazza li abbia già sentiti suonare qui nel Covo Segreto.
Forse sì.
Forse no.

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