C'è ancora speranza per noi

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Lexie mi aveva detto che mi amava e io, da idiota che sono, non avevo risposto. Anche io l'amavo, l'avevo sempre fatto; non avevo il coraggio di dirglielo. Al diavolo il chirurgo del Seattle Pres, io volevo solo la piccola Grey.

Ero seduto su un piccolo aereo che avrebbe portato me, Cristina, Arizona, Meredith, Derek e Lexie in un altro ospedale per poter effettuare un'operazione molto particolare. Lei era seduta nell'altra fila di sedili, dal mio posto riuscivo a vederla. Stavo per alzarmi e andare da lei, volevo dirle che anche io non avevo mai smesso di amarla e che mi ero comportato da stronzo, ma qualcosa andò storto: l'aereo cominciò a traballare, come se non riuscisse più a stare in alta quota. Ci attaccammo tutti ai sedili e poi sentii il vuoto portarmi via: quell'aeroplano si era spaccato in due.

Caddi a terra e persi i sensi, la botta che avevo preso era molto forte. Non so per quanto tempo rimasi svenuto sul suolo argilloso, ma quando mi svegliai il mio primo pensiero fu quello di trovare Lexie e assicurarmi che stesse bene. Mi alzai molto lentamente, sentivo male al petto ma non era così forte da impedirmi di andare dall'amore della mia vita. In lontananza sentivo il rumore di una cascata, sopra la mia testa alcuni uccellini cantavano; Cristina continuava a dire a Meredith di alzarsi: per lo meno loro erano vive. Chi avrebbe mai pensato che sarebbe toccato a noi?

«Dove sono Derek e Lexie?» domandò Meredith a Cristina. Anche lei era preoccupata per la sorella: avevano un ottimo rapporto, nonostante abbiano scoperto l'esistenza l'una dell'altra solo pochi anni prima. «Non lo so. Ho perso una scarpa.» Volevo mettermi a ridere: Cristina Yang, ex specializzanda in cardiochirurgia, aveva perso una scarpa e di certo non si sarebbe fermata finché non l'avrebbe trovata. Voglio solo cercare Lexie, e a quanto pare non è qui. Arizona sta urlando, non smette un secondo, ha così tanto fiato in corpo che inizio a chiedermi se quando ci troveranno avrà ancora voce.
«Dov'è Derek? Derek! Cristina, dov'è Derek?» "Lexie, dov'è la mia Lexie?" lei era importante per me, avevo bisogno di lei e dirle la verità. Cristina parlava così velocemente che faticavo a capirla, parlava di risucchi, la coda dell'aereo staccata... Non ricordavo dove era seduta la mia amata Lexie.
«Lexie era in fondo, era in coda.» No! Non poteva essere, Lexie era in chissà quale parte di quella specie di bosco e dovevamo salvarla. Finalmente, la Yang urlò ad Arizona di smettere di urlare e iniziammo a sentire tutti un rumore metallico, come se qualcuno stesse battendo qualcosa pur di farsi trovare.
«Lo sentite il rumore? Da dove viene il rumore?» Arizona parlò per la prima volta quel momento: «Da là. Viene da là.» e indicò un punto alla sua destra, in mezzo agli alberi. Iniziai a camminare, Cristina e Meredith al mio seguito. Chi poteva essere? Mancavano solo il mio migliore amico e la piccola Grey all'appello.

«Lexie...» iniziai a dire, sperando che mi rispondesse. «Lexie!» Trovai un pezzo dell'aereo sopra quella bellissima ragazza dai lunghi capelli castani che mi aveva fatto perdere la testa. Vedere il suo viso fu un enorme piacere per me: da quando ci eravamo schiantati la mia mente pensava solo a lei, al fatto che l'avevo fatta soffrire troppe volte, costringendola così a lasciarmi: una volta per via di mia figlia che stava per partorire, un'altra perché avevo messo incinta Callie. Solo in quel momento pensai a mia figlia Sofia: così piccola, così dolce e indifesa.
«Lo sapevo che saresti apparso.» la sua voce era incrinata, faceva fatica a respirare. Il suo esile corpo era schiacciato dalla coda dell'aereo, accanto al suo braccio la cintura di sicurezza. Meredith mi chiese come stava la sorella e, felicissimo, le risposi che era attiva e vigile. Saperla viva mi aveva reso l'uomo più felice della terra; non mi importava di altro, se non di tirarla fuori da quel macigno metallico che la schiacciava.
«Come va lì dentro?» domandai a quella bellissima donna, nonostante il suo volto fosse sporco di sangue e terra.
«Bene. Sto bene.» La donna più caparbia del mondo: i suoi meravigliosi occhi fissavano il mio volto cercando di sorridere il più possibile.
«Ti tireremo fuori, okay?» Ero determinato a farlo, ma Cristina aveva una spalla fuori uso. Mentre la moglie del mio migliore amico era andata a cercarlo, io facevo di tutto per salvare la ragione della mia vita. Sistemai la spalla a Cristina come avevo visto fare tante volte a Callie con i pazienti poi, insieme, cercammo di tirare via la coda di quel maledettissimo aereo dal corpo di Lexie.

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