Capitolo 12

9 0 0
                                    

Poco prima dell'alba arrivò la chiamata tanto attesa. Daniele prese il ricevitore e d ascoltò le parole del capitano. Le due donne si avvicinarono a lui, cercando di capire cosa stesse dicendo. Appena posò il telefono si girò e, un largo sorriso, comparve sul suo volto.
- Ha confessato tutto.
A quelle parole tutti e tre si abbracciarono entusiasti. Fecero colazione con lo spirito sollevato; non vedevano l'ora che arrivasse la sera, per poter sapere quello che aveva detto. Le due donne andarono al lavoro serene. La giornata passò velocemente, e tutti notarono il buon umore della collega. Anche le compagne del corso si accorsero del cambiamento e si rallegrarono di questo. Quando tornarono a casa, il capitano le stava aspettando.
- Bentornate. Dalla vostra espressione sembra che la giornata sia andata bene.
- In effetti è così. Ma credo che potrebbe concludersi anche meglio.
- Io sono venuto qui apposta. Sedetevi che vi racconto tutto. Come avrete certamente capito, è stato un interrogatorio piuttosto lungo. All'inizio ha negato l'evidenza, ma poi ha iniziato a contraddirsi parecchie volte. Il suo programma ci è stato decisamente molto utile, non solo su quell'uomo, ma anche sul vostro collega. Lo abbiamo fatto andare in un'altra stanza per fargli fare dei controlli e abbiamo assicurato all'interrogato che non si trovava lì vicino. Ci ha guardati in modo circospetto ma, dopo essersi convinto che dicevamo la verità, ha iniziato a parlare. Mi ha detto che, prima di una settimana fa, non aveva mai conosciuto il vostro collega. E' stato contattato da un certo Giovanni Fornace, zio di Moretti, che gli ha ordinato di uccidere il signor Tysser. Questo perché, mentre faceva il suo lavoro, si è accorto che il vino era stato contraffatto. Su quel famoso documento scannerizzato da suo marito, c'erano le analisi chimiche effettuate, e avrebbe dovuto portarle in caserma proprio quel giorno. Visto che non è riuscito nel suo intento, e avendo capito l'errore che aveva fatto, ha cercato di contattarla per scusarsi con lei. Ha fatto credere a Moretti di voler fare del male anche a lei e si è fatto dare il suo indirizzo di casa. L'a seguita per alcuni giorni ma, quando lei ha urlato, nel negozio, è scappato via. Mi ha detto di chiederle perdono per quello che le ha fatto.
- Sarebbe più facile se mio marito si svegliasse, ma di solito non mi piace portare rancore.
- Capitano, mi tolga una curiosità: cosa avete fatto con il nostro collega?
- Naturalmente lo abbiamo arrestato, nonostante sita continuando a difendere a spada tratta lo zio che, in questo momento, stiamo cercando. Una volta che avremo arrestato anche lui, potremo affermare che per lei finiranno tutte le preoccupazioni.
- Bene, sono contenta.
In realtà Emily pensava che sarebbe rimasta da sola, e questo la spaventava. Era però convinta che Veronica sarebbe venuta a trovarla non appena possibile.
I suoi pensieri erano palesi e i tre colleghi si guardarono, abbassando lo sguardo: anche a loro dispiaceva abbandonare la casa. Prepararono insieme la cena, in silenzio, con un'espressione triste sul volto. Daniele pensò che, se qualcuno avesse visto quella scena, con il passaggio dalla contentezza alla tristezza in così breve tempo, avrebbe capito che tutti i sentimenti, belli o brutti, sono precari: basta un gesto, una parola, anche solo un suono, per poter cambiare umore.
Il capitano tornò a casa un po' sconcertato; aveva sentimenti contrastanti nel cuore e non riusciva a darsi pace. Da un lato pensava alla gioia di Veronica, che finalmente si sarebbe riunita alla sua famiglia; dall'altro lato comprendeva la tristezza di Emily, visto che si sarebbe sentita sola. Eppure non aveva alternative: i due carabinieri sarebbero dovuti ritornare in caserma al più presto, visto che c'era molto da fare in quel periodo.
Quella notte Emily sognò James. Si trovavano su una barca, in mezzo ad un mare calmo. Intorno a loro, molti delfini nuotavano, rincorrendosi. Sopra di loro, solo il sole caldo ed un cielo azzurro. La donna poteva sentire l'odore del mare e l'abbraccio del sole. Sentiva anche i leggeri spostamenti dovuti al passaggio dei delfini e dolci spruzzi d'acqua. Quando aprì gli occhi, dovette schermarli con una mano. Respirò profondamente e cercò il contatto con il marito. Lui le prese dolcemente la mano e le diede un lieve bacio.
- Sono qui, amore mio. Lasciati abbracciare.
- Mi manchi così tanto. Perché non ti sei ancora svegliato?
- Non è ancora il momento. Abbi pazienza e fiducia; sappi che non ti abbandonerò.
- Hai saputo quello che è successo oggi?
- Certo, anche se tu non mi vedi, io sono sempre lì con te. So tutto quello che succede, e sapevo anche cosa voleva fare l'uomo che mi ha investito. Non ti devi sentire sola, ora che i due carabinieri andranno via. Lo so che non ti è di consolazione, ma io sarò accanto a te e non ti lascerò mai.
- Lo so, ma non ti vedo né ti sento. Ho paura di non farcela da sola. Ho bisogno di te anche di giorno.
- Amore mio, devi solo avere pazienza. Nonostante sia vicino a te in ogni istante, non mi è permesso farti sentire la mia presenza. L'unica cosa che posso fare è parlare con te durante i sogni.
- In questo momento mi sembra di essere sveglia, considerate le sensazioni che sto provando. Non è solo questo sole e questo mare, ma è anche il contatto che ho con te. Mi sento come la prima volta che ci siamo abbracciati, con quella sensazione piacevole di vuoto.
James le prese il volto tra le mani e la guardò, sorridendo. I loro occhi si incrociarono, ed entrambi rimasero senza parole; c'era in loro una tenerezza profonda che quegli sguardi confermavano. La donna sapeva che il marito era sincero e si ripromise di avere pazienza. Dopo qualche minuto di quel silenzio carico di mille parole, i due si abbracciarono nuovamente. Fece scorrere una mano lungo tutto il corpo della moglie, soffermandosi sui tratti del suo viso e rimanendo a lungo sul ventre, che accarezzò dolcemente. Sharon si agitò dentro la donna, quasi capisse quello che stava succedendo. Lei fece la stessa cosa chiudendo gli occhi, ed immaginando i suoi tratti mentre li percorreva. Nonostante il sole, il suo corpo fu scosso dai brividi.
- Amore, sta per suonare la sveglia. Ci vediamo presto. Buona giornata.
Sorrise e, come aveva ormai imparato a fare, chiuse gli occhi. Il calore del sole e l'odore del mare scomparvero a poco a poco, fino a farla ritornare alla realtà. Avrebbe portato il ricordo di quel sogno per tutta la giornata, così da rasserenarla se avesse avuto momenti di sconforto. Quando le succedeva, attribuiva quegli episodi agli sbalzi d'umore causati dalla gravidanza; sapeva però che non era così.
La sua aria serena non lasciava dubbi agli altri due abitanti della casa, che erano contenti per lei.

Ritorno alla vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora