Piccole luci nella notte

578 26 1
                                    

Entrai nella biblioteca senza bussare, ma con il sorriso sulla faccia. "Hey." dissi soltanto, osservando il suo viso, improvvisamente colmo di stupore.
" Non ti hanno insegnato a bussare, nel tuo mondo?" rispose lei appena riuscì a ricomporsi. Il mio sorriso si allargò mentre mi avvicinavo.
Era in piedi vicino alla parete coperta di scaffali, un libro rilegato in pelle rossa e bronzo tra le mani, la veste di velluto color sangue che le fasciava il corpo. I capelli lunghi erano raccolti in un'intricata acconciatura fatta apposta per intimidire. Eppure non mi sentivo intimidita, anzi: in quel momento, ero solo contenta che non mi stesse guardando male. Non troppo, almeno.
" Voglio farti vedere una cosa." sussurrai scherzosamente, come se fingessi di starle svelando un segreto. Regina strinse le palpebre, seria, sospettosa. Non si fiderà mai di me, pensai, triste e divertita allo stesso tempo. Con la sua aria composta e regale era stupenda, ma sapevo che si trattava solo di una maschera. Era come se stesse recitando, come avere Lana davanti a me, non Regina, ed era così assurdo da farmi venire voglia di ridere. Magari un po' istericamente, ma comunque ridere.
Regina alzò altezzosamente il mento, e piantò gli occhi sul libro come se io non fossi mai entrata. " Non ho tempo per la tua infantilità. Vai a giocare con Campanellino se non hai più nulla da pulire."
Sospirai rumorosamente, incrociai le braccia e la fissai fino a quando non rialzò gli occhi su di me. Occhi molto scuri, pericolosi. La Regina Cattiva voleva tornare, eh? Le regalai il più ampio dei miei sorrisi. " Avanti, Regina, ci vorrà solo un minuto!" Il suo sguardo non cambiò. Ritentai con la parola magica. " Perfavooooreee!"
Lei sospirò, alzò gli occhi al cielo, mi fulminò di nuovo con lo sguardo, insomma, le provò tutte per farmi desistere, ma alla fine fu lei a capitolare. Rimise a posto il libro e, riluttante, mi seguì fino al balcone. Aprii la porta-finestra, lasciando entrare l'aria fresca della notte, uscii e mi appoggiai al parapetto, aspettando che mi seguisse. Dopo una fugace occhiata di fuoco vi si appoggiò anche lei, le braccia rigide quanto il resto del corpo, lo sguardo fisso all'orizzonte.
" Ebbene, non vedo fuochi, né eserciti, né sortilegi o minacce di alcun genere. Non comprendo cosa ci sia tanto importante per te qui da interrompere i miei studi."
Trattenni un sorriso mentre osservavo il suo profilo. Vedevo la tristezza e il dolore nelle sottili rughe intorno agli occhi, nella piega delle labbra, nella stretta delle mani sul marmo. Sentivo il mio cuore scricchiolare come vetro sotto una scarpa ogni volta che osservavo così la sua anima.
" Cosa vedi?" le chiesi invece di risponderle, senza smettere di fissarla. Lei mi lanciò un'occhiata obliqua, un sopracciglio inarcato, quindì riappoggiò lo sguardo sull'orizzonte.
" Il mio regno." mormorò, quasi con rancore. Deglutii il groppo che avevo in gola. Sapevo che non lo aveva mai voluto, quel regno. Ma non era questo che volevo farle vedere. Mi scappò un sorriso sporcato di compassione, ma feci in tempo a nasconderlo fingendo di annuire. Mi staccai dal parapetto e, prima che potesse voltarsi verso di me, posai delicatamente la mano sotto al suo mento, spingendo appena per farle alzare lo sguardo. Lei tentò vagamente di opporsi, ma a quanto pare il mio sorriso fu abbastanza rassicurante, perchè alla fine alzò gli occhi al cielo.
" Guarda meglio." le dissi dolcemente, ritirando la mano.
Regina osservò le stelle per un po', dimentica per qualche istante della sua maschera da regina, ma poi abbassò uno sguardo scettico su di me. " Sono solo stelle." disse aspramente.
Annuii con un sospiro. D'altronde non avevo mai pensato che sarebbe stato facile. " Sì, sono solo stelle. Ma sono le stesse che guarda Henry, Regina. Non so perchè, ma il cielo è sempre uguale, qui, a Storybrooke, a casa mia. E anche a New York." Feci una pausa per darle il tempo di riflettere, di riprendersi. Era sconvolta, lo vedevo chiaramente. Evidentemente, come pensavo, non ci aveva mai pensato. L'avevo presa alla sprovvista. Un punto per me. Ma dovevo lasciarle il tempo di riflettere ora. Le sorrisi anche se stava guardando il cielo, le strinsi affettuosamente una spalla e tornai dentro, sperando di essere riuscita a darle qualcosa a cui aggrapparsi, anche se si trattava soltanto di piccole luci nella notte.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 22, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Piccole luci nella notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora