36•Nomi e figli.

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Faccio un forte starnuto, ci mancava solo la febbre con il raffreddore.
Qui all'hotel c'è stato un virus e molti si sono influenzati, anche Austin ha il vomito.
"Queen ti stanno per portare il brodo di verdure" mi avvisa Layla da sotto la mascherina.
Annuisco e mi copro meglio con le coperte.
Portano tutti una mascherina così da non dover sospendere altri servizi.
"È una noia restare a letto" sbuffo e tossisco.
"Però il brodo che fanno qui per l'influenza non è male" ammette.
"Se non hai la gola dolorante" mi tocco il naso rosso ed è gelato.
Sarei dovuta andare a casa fra alcuni giorni, ma il virus ha agito su di me. Cameron non può venire visto che non ha più i finanziamenti di prima, ha insistito per venire ma io ho insistito ancora di più per il contrario, non voglio che consumi i suoi risparmi.
Gli ho promesso però che andrò fra alcuni mesi, quando finirò il contratto, è quasi un anno che non ci vediamo, che non vedo gli altri e neanche li sento.
"Queen" sussurra.
"Che c'è?" soffio il naso.
"No, niente. Stavo solo pensando perché ti hanno chiamata così?"
La guardo curiosa.
"Non che sia un brutto nome ma Queen vuol dire anche regina forse ha un significato del genere" continua.
"A te invece perché Layla?" stringo meglio la sciarpa di lana.
"È un significato un po' metaforico" dice.
Mi metto una mano sul petto e annuisco.
"'Buia come la notte' vuol dire il mio nome, mi hanno chiamata così perché sono nata in una notte di inverno senza stelle, la luna era anche coperta dalle nuvole" spiega.
"sono fissata con i nomi l'ho preso da mia madre, lei si chiama Valerie perché è un po' imbarazzante ma i suoi genitori erano fissati con i Pokemon e da quel che mi ha detto si chiamava così un'allenatrice nella serie" arrossisce.
"Sai siamo proprio fanatici di significati"
"Penso che mi madre abbia voluto chiamarmi Queen perché significa regina, magari per padroneggiare e cose del genere" ipotizzo.
"Mi hai raccontato che tua madre si chiama Luna e tu Queen, chi lo sa cosa gli passa per la testa" alza le spalle.
"Però sai che a volte un nome non si dà solo per il significato, ma anche perché piace e basta" le faccio notare.
"Certo ma secondo me si dovrebbe fare come la mia famiglia, chi lo sa cosa potrebbe dire un nome, solo perché suona bene non deve essere bello per forza" dice.
"Se avrai dei figli come li chiamerai?" le chiedo.
Si siede sulla poltrona e ci pensa.
"Dipende da cosa potrebbe essere quel giorno, mi piacerebbe però per una femminuccia Sole per un maschio Andrea che in greco vuol dire coraggio" fa uno sguardo sognante.
Sorrido.
"E a te?" riporta gli occhi su di me.
Ci penso appena, ma ho sempre avuto un'idea chiara.
"Credo che quando lo guarderò negli occhi deciderò, ma c'è tempo a tutto questo"
"Ovvio, l'ultima cosa che voglio è dover accudire un marmocchio" fa una faccia divertita.
"Layla pensavo ti piacessero i bambini" scoppio a ridere.
"A te piacciono?" alza un sopracciglio.
"Non sono quel tipo del è troppo carino, ma neanche del fa schifo" alzo le spalle.
"E io anche" conclude.
"Ad esempio io ho una sorella più grande che ha un bambino di nome Cosmo, lei non vive più! È costretta a pensare solo al bambino" spalanca gli occhi scocciata.
"È una scelta che si fa, però ci sono quelle volte in cui capita per puro sbaglio" continua.
In quel momento tossisco e mi va di traverso la mia saliva.
Si copre la bocca nonostante la mascherina.
"Non avrei dovuto dirlo scusa" congiunge la mani e le salgono gli occhi lucidi.
Da quando le ho parlato di ciò che è successo piange ogni volta che ci pensa, è molto emotiva anche se al primo colpo sembra snob ed egoista.
"No stai tranquilla, ti ho già detto che più o meno sapevo che sarebbe andata così" mi pulisco il naso con un fazzoletto di stoffa.
"Queen ma cosa dici, sono pur sempre i tuoi creatori, non puoi essere così menefreghista" si asciuga gli occhi.
"Almeno so da chi ho preso l'indifferenza" sbuffo.
"Se non ti volevano potevano abortire" commenta.
"Per poi tenersi una vita sulla coscienza? Ma certo che no, sarebbero stati considerati degli schifosi, meglio abbandonarmi e poi negarmi" bevo un bicchiere d'acqua.
Qualcuno bussa alla porta, Austin entra con un'altra mascherina e una serie di sacchetti.
"Ragazze posso restare?"
"Se non vomiti sulla moquette" lo avvisa Layla.
Lui alza le mani e si siede su una sedia.
Io starnutisco e tossisco.
"Austin tu come lo chiameresti tuo figlio?" gli chiedo.
"Perche certe domande? Chi ha parlato di matrimonio e figli?" rimbalza sulla sedia.
"Stai calmo, giusto per vedere come la pensi" ridacchia la mia amica.
"Semmai farei scegliere un nome alla madre e un nome io, se femmina credo Gretel, se maschio Hansel"
Sia io che Layla ridiamo forte.
"E poi cosa fai li mandi nel bosco?!"
Si gratta il capo imbarazzato.
"Voi ragazze come siete pignole" borbotta.
"E invece voi saltate alle parole matrimonio e figli" lo accusa.
"Mi sembra ovvio è come mettersi le manette"
"Ecco vedi come comprende Queen?" indica la mia direzione.
"Grazie grazie" mi vanto.
Layla mi fa la linguaccia.
La porta si spalanca e Felia entra.
"Queen come ti senti?" chiede.
"Ho un po' mal di testa"
"Spero che ti riprendi presto, non c'è tempo da perdere"dice nel panico.
"Non sono io che decido per i miei anticorpi" poggio il mento su una mano.
"Allora dì al tuo corpo che Felia aspetta e non ama aspettare!" si copre gli occhi.
Ridiamo ancora.
"Glielo dirò appena li vedo" faccio l'occhiolino e trattengo un'altra risata.
Mi stiracchio e un po' intontita mi alzo.
"Accidenti quasi non ricordavo più com'era state in piedi" indosso le pantofole a forma di coniglio.
"Carine le calze" Austin indica le mie calze azzurre con sopra delle zucche arancioni e verdi.
"Sono le mie calze da malattia" apro appena la finestra e guardo giù in piscina.
"Assolutamente no! Torna dentro o peggiori le cose!" urla Felia.
Tiro la tenda e mi siedo sul davanzale della finestra.
"Ma certo restiamo abbandonate qui per sempre" borbotto.
"Ti dò la possibilità di uscire per cena, quindi vestiti e aggiustati, ci vediamo giù" prende Austin per braccio ed escono.
"Su Queen muoviamoci" esorta Layla.
"Un po' di rispetto per i meno fortunati no?"
"Vediamo ,no!" apre l'armadio e sceglie cosa deve mettere.
"Credo metterò qualcosa di leggermente pensante" tossisco e mi soffio il naso.

"Leggermente pesante o da Antartide?" mi guardano tutti come un fenomeno da baraccone.
"Cos'ho che non va?" sussurro.
"A parte i due maglioni, la pelliccia, i guanti, la sciarpa, i paraorecchie, il pantalone di velluto e i calzini con gli stivali? Assolutamente niente." scoppia a ridere.
Io mi limito ad alzare gli occhi al cielo.

#Spazio autrice
Cioccolatine❤️❤️❤️vi ringrazio di cuore per i voti,le visualizzazioni e per aver aggiunto la mia storia agli elenchi💚💙💚💙💚💙
Quasi 9K è per me un gran obiettivo,anzi è il NOSTRO GRANDE OBIETTIVO💛anche se il mio sarebbe più di 10k:-3,ma siamo comunque grandi💜💜
Ciao ciao💗,Princessofpink26

La chiamavano principessa. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora