Capitolo 11- Attraction.

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IKA'S P.O.V.

Arrivai al bar in perfetto orario, e dovetti aspettare Carlos un quarto d'ora.

"Oh, ti sei degnato di presentarti! Mi hai svegliato alle cinque del mattino per questo, e poi neanche ti presenti?!"

"Scusami, colpa del lavoro... sai, negli ultimi tempi stiamo avendo dei problemi con il personale..."

"Ma che c'entri tu?"

"Sono il capo dell'azienda."

"Ah."

Carlos mi fulminò con lo sguardo e si sedette.

Un cameriere arrivò immediatamente.

"Cosa vi porto?"

"Due frullati, uno alla fragola e uno al cioccolato."

"Perfetto."

Il cameriere andò via, poi io guardai male Carlos.

"Perché diavolo hai ordinato anche per me?"

"Perché so che avresti preso il frullato alla fragola!"

"No! I miei gusti sono cambiati! ...no."

"Ho sempre ragione."

Lo guardai male, poi lui iniziò a parlare.

"Come saprai bene... quel 4 dicembre è molto... compromettente."

"No, non ti capisco Carlos. Spiegati meglio."

"Lo sai benissimo."

"No che non lo s-."

I frullati arrivarono e il cameriere andò via.

"Ci siamo baciati. Ti sembra una cosa da poco?"

"Sì! Un errore adolescenziale. Lo chiamano tutti così. Che hai oggi Carlos? Ti sei svegliato con il piede sbagliato?"

"No che non è stato un errore adolescenziale! E lo sai benissimo anche tu!"

"In ogni caso, non vedo nessun problema. Spiegami, se qualcuno venisse a scoprire che ci siamo baciati, cosa cambierebbe?"

"Saprebbero che ho baciato una come te!"

"Cosa significa 'una come me'?"

"Sono sempre stato il popolare! Tu eri una nullità, pensa cosa sarebbe successo se avessero saputo..."

Presi la borsa e me ne andai.

Non volevo ascoltarlo.

Una nullità.

Ma chi si credeva di essere, Dio sceso in terra?!

Nullità c'era lui!

Iniziai a correre, poi mi fermai sotto una casa che conoscevo piuttosto bene.

"Sì?"

"James apri adesso."

La porta si aprì e io entrai.

"No. So che non sarei dovuta venire, ma Carlos... è così stronzo!"

"Ika... calm-."

"Sai che mi ha detto? Per lui ero una nullità! Capisci?! Una nullità!"

"Sì, Ika calmat-."

"No! Non mi calmo! È stato un stronzo! Si è comportato da stronzo per tutti questi anni... non riesco ancora a crederci..."

Misi le mani nei capelli, e dai miei occhi iniziarono a sgorgare lacrime.

"Ehi Ika. Ika."

Non risposi.

"Stai tranquilla, okay? Ci sono qui io."

~~~~~~~~~~~~~~

Parecchi anni prima.

"Quale parte della frase 'Lasciami in pace' non capisci?"

"Non capisco perché ti ostini ad essere così acida!"

"Tu non sai nulla di me! Vattene a fanculo che ti viene vicino!"

"Se tu non mi dici nulla, io non potrò mai conoscerti!"

Scappai, i miei problemi mi perseguitavano.

"Devi stare tranquilla, okay?! Ci sono qui io!"

E a quelle parole mi bloccai.

~~~~~~~~~~~

LEANNE'S P.O.V.

Logan è diventato quasi carino nei miei confronti. Se non lo conoscessi direi che si è addolcito, ma siccome lo conosco benissimo, so che si sta comportando così con me perché deve chiedermi un favore.

Dopo il messaggio di Ika ci siamo tutti allarmati, nessuno sapeva di cosa volesse parlare, né per quale motivo.

"Quindi, la ronda la facciamo io e Mills stamattina, okay?"

"Agli ordini capo."

Ci misi tre secondi a capire cosa aveva appena detto Logan.

"No, Logan, la ronda la dovevo fare con Sol, tu l'hai già fatta questa settimana."

"Senti, io sono il tuo capo e fai come ti dico io. Però mi fai guidare."

Sbuffai, poi mi sedetti sul sedile del passeggero.

"Che zona della città abbiamo oggi?" Chiesi io.

"La... mh, Fourth Avenue, e il Ciecus."

"Il Ciecus?"

"Mh, il quartiere dei ricconi."

Scossi la testa e guardai il finestrino.

Dopo qualche minuto di guida, io chiesi a Logan: "Che hai nell'ultimo periodo? Che favore devo farti?"

"Nessun favore, ma nell'ultimo periodo mi stai mh, meno sul cazzo."

"Magari lo avessi Logan."

"Vuoi per caso guardarlo?"

(Riferimenti a Flatmates, puramente casuali.)

"Non ci tengo guarda."

Logan si fermò nella zona del lungomare, che a quell'ora era quasi disabitata, visto che i ragazzi che la frequentavano erano tutti a scuola.

"Ma... che c'entra il lungomare?"

"Leanne, dovrei parlarti."

"Dimmi pure."

Poi feci l'errore di guardarlo negli occhi.

Quegli splendidi occhi nocciola, impenetrabili.

Fu questione di un attimo.

Le nostre mani si sfiorarono, una scarica elettrica mi attraversò.

E poi ci baciammo.

Le mie mani tra i suoi capelli, le sue attorno al mio collo.

La passione ci divorava, il nostro istinto ci annullava a vicenda.

Non riuscivo più a distinguere nulla in quel momento, se non lui e le sue labbra.

L'unica cosa di cui ero sicura era che non mi sarei mai voluta staccare.

AngelsDevils: Big Time Rush.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora