Tra cioccolata e gelosia...

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Una chioma riccia e color caramello spuntava da una poltrona rossa davanti al fuoco in Sala Comune. Era Hermione, ovviamente, e stava studiando: come al solito.
Era sola. Gli altri studenti erano tutti fuori a giocare con la neve.
Ron le si avvicinò esitando e poggiò sul tavolino un vassoietto con due tazze fumanti, piene di cioccolata calda. Hermione alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo, lo posò prima sulle tazze e poi sul rosso, infine lo riportò sulle pagine del libro. "Chissà per chi è quella cioccolata. Una è di sicuro per Ron, ma l'altra?"pensava la ragazza un po' dispiaciuta. "Chi starà aspettando?"
Era da quando il rosso aveva fatto vincere la squadra di Grifonforo che tutte le ragazze gli orbitavano intorno.
Di sicuro aveva un appuntamento.
Il grifondoro si sedette sulla poltrona accanto a lei e le domandò d'un tratto, rompendo il silenzio cristallino: "Che stai leggendo?"
"Sto ripetendo pozioni."rispose la ragazza, scocciata.
"Capisco"sospirò il ragazzo.
Le porse una delle due tazze di cioccolata calda.
Hermione squadrò prima lui e poi la tazza, infine la prese dopo un breve indugio.
Fuori i fiocchi di neve danzavano lenti e il lieve vento li sbatteva delicatamente sui vetri delle finestre.
Il fuoco scopppiettava allegro nel camino, illuminando il viso dei due.
Questi ultimi portarono contemporaneamente le tazze alle labbra abbassandole subito dopo.
La cioccolata era decisamente troppo calda.
Si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere, divertiti.
Era sera, una fredda sera di dicembre : ottima, appunto, per bere della cioccolata.
I due ragazzi iniziarono a parlare del più e del meno e, quando non erano coperti dalle tazze i loro visi erano illuminati da sorrisi allegri.
All'improvviso quella magica atmosfera fu interrotta dal fragore di qualcosa che sbatteva contro il vetro.
I due si girarono di scatto verso la fonte del rumore. Un gufo si era appena scontrato contro la finestra.
Hermione si alzò e, aperta la finestra, prese il povero uccello tra le mani e tornò a sedere. Alla zampa del gufo era legata una lettera.
Hermione la prese e dopo aver adagiato il "postino" sul tavolino lesse mentalmente la lettera.
Era per lei. Da parte di Krum.
Più andava avanti nella lettura e più un sorriso sempre più luminoso si andava via via formando sul suo viso.
Ron la guardò e sentì un vuoto dentro di sé appena ebbe capito che il mittente era Krum.
Dopo non molto tempo la ragazza aveva finto di leggere la lettera e aveva già preso carta e penna pr scrivere una risposta.
Si rivolse a Ron: "Ron, perfavore, mi passeresti l'inchiostro? È lì sul tavolino" poi notò lo sguardo triste del ragazzo. La luce che fino a qualche minuto fa invadeva i suoi occhi si era spenta. "È tutto ok? Sicuro si stare bene?"
"Sì, è tutto ok. Non ti preoccupare. Scrivi pure la tua lettera."rispose lui con tono stizzito.
Hermione cominciò ad arrabbiarsi.
"A me sembra che ci sia qualcosa che non vada"
Silenzio tomba.
"Be', sai che c'è?"rispose Ron rompendo il silenzio. "Mi da' fastidio che tu ti senta con..."breve pausa "Krum" disse con disprezzo.
Ora era Hermione quella infastidita.
"Perché ti dovrebbe dare fastidio? Ora non posso neanche sentirmi con chi mi pare e piace? Chi sei tu per impedirmelo? Chi sei tu per decidere chi posso frequentare e chi no? Allora?"sbottò lei.
"Be'... il punto è che..."il ragazzo si fermò. Avrebbe dovuto continuare? "Il punto è che?"lo incalzò lei.
"Il punto è che...oh...be'...Hermione...vedi... insomma...io ti amo Hermione. Ti amo dal primo momento in cui ti ho vista su quel treno cinque anni fa. Ti amo e be', adesso lo sai, perciò..."
La faccia di Hermione era indecifrabile.
Ron pensava che si sarebbe infuriata, e invece... delle lacrime calde scesero copiose per le sue guance e sorrise gioiosa.
"Be', adesso puoi anche non parlarmi, possiamo pure non essere più amici, potrai odiarmi lo so, ma io avevo bisogno di dirtelo, me lo tengo dentro da troppo, mi sentivo scoppiare. E poi..." Hermione interruppe quel flusso di parole. "Ron, non dire così. Io non ti potrei mai odiare perché"altre lacrime scesero abbondanti.
"Perché ti amo anch'io Ronald Weasley!" Ron rimase spaesato dall'improvvisa dichiarazione, poi sorrise alla ragazza e avvicinandosi le asciugò le lacrime, prese il viso di lei tra le sue mani e la baciò dolcemente.
E in quel momento non esistevano più né Krum, né la lettera, né tanto meno la voglia di rispondere al mittente, né il povero gufo che gustata la scena, né il fuoco che scoppiettava e né le tazze in cui rimaneva ancora della cioccolata.
Ora esistevano solo loro.
Loro e nessun altro.
Loro due insieme per sempre.

W. G.  Cold december nightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora