capitolo 1- Esmeralda

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Una ragazza con dei capelli color pece era seduta in fondo alla classe.

Nessuno si avvicinava a lei.

Tutti i suoi compagni di classe si erano raggruppati in diversi gruppi, c'era chi parlava di cosa avrebbe fatto stasera, chi di cosa avrebbe mangiato e tanti argomenti del genere. Be i ragazzi parlavano del ultimo gioco che era uscito, di come la grafica fosse straordinaria e la trama era anche meglio.

Sembrava persa nel suo mondo mentre guardava il cielo ormai scuro.

La luna le illuminava dolcemente il viso mostrano la sua carnagione chiara come essa e i suoi occhi rossi. Indossava una felpa nera e dei Jens lunghi grigi, con le scarpe bianche.

Tra poco tutti sarebbero tornati al caldo della propria casa.

Il suono della campanella risuonò in tutti i corridoi della scuola, un fiume di studenti incominciò ad uscire in tutta fretta e furia dalla scuola. Tutti sembravano avere fretta, c'era chi spingeva, chi correva e chi saltava le scale, forse perché domani non si andava a scuola?

Solo una persona non sembrava avere fretta, la ragazza che prima era seduta nella ultima fila. Finì di guardare il cielo e decise di mettersi la giacca, il suo sguardo si fermò sulla uscita. Le era sembrato di vedere qualcuno ma pensò che si fosse sbagliata.

Prese la giacca e la borsa ed uscì fuori al aperto.

Camminava velocemente per la strada, sapeva che a quella ora non era molto sicuro girare sola, ma nessuno della classe la voleva vicino solo per colpa dei suoi occhi, che erano rossi. La consideravano la figlia del demonio per quella particolarità. Nessuno le parlava anzi appena lei si avvicinava scappavano come se lei con lo sguardo potesse lanciare una maledizione.

Sentì qualcosa che le prendeva per un braccio con una forza enorme. Girò la testa e vide la faccia di un uomo. I capelli erano biondi e gli occhi azzurri erano freddi come due pezzi di ghiaccio.

Guarda qui che bel bocconcino abbiamo trovato - disse l'uomo rivolto ad un secondo che sta arrivando.

Il secondo si mise a ridere, mentre con la mano stava toccando il viso della ragazza con forza la costrinse aguardarlo negli occhi.

La ragazza in un impulso per salvarsi da quella situazione sferrò un calcio in un punto molto delicato per i ragazzi.

L' uomo che non era stato colpito disse - ti insegneremo noi le buone maniere - poi la spinse sul pavimento.

Il biondo si alzò dal asfalto dove era finito dopo aver subito il calcio nelle parti basse e disse - piccola cagna maledetta, questa me la paghi - e poi le tirò un calcio sullo stomaco.

L'altro uomo disse - quando avremo finito con te, ci guardageremo molto. Sopratutto con gli occhi che ti ritrovi, ma per il carattere...quello lo sistemiamo ora -.

La ragazza chiuse gli occhi per la paura del calcio, ma quest'ultimo non era arrivato.

Quando aprì incerta un occhio vide una chioma chiara davanti alla sua faccia, non era quella del uomo di prima, ma di un ragazzo.

Questo ragazzo riuscì a far scappare i due uomini poi si girò verso la ragazza e porgendole le mano disse - stai bene? -.

Nella sua testa la ragazza pensò si sto benissimo ho rischiato pochissimio con quei due uomini, stavamo solo giocando...idiota, ma non lo disse.

Scosse la testa, le faceva male lo stomaco e anche il capo.

Il ragazzo quando la corvina gli prese la mano disse - ti accompagno a casa -.

Lei seguì il ragazzo per la strada che stava diventando sempre più illuminata della luce tenue dei lampioni.

Io devo andare da questa parte - disse lei.

Lo so - disse lui.

La corvina si chiese come facesse a sapere che doveva andare da quella parte.

Beh... io sono arrivata- disse la ragazza.

Allora ciao - disse il biondo ma mente mentre si allontanava urlò - la prossima volta stai più attenta Esmeralda -

La corvina si girò per chiedergli come facesse a sapere il suo nome, ma non c'era nessuno.

Sono a casa - disse mentre apriva la porta ma il suo pensiero era su quel ragazzo.

Come faceva a sapere dove abitasse? come sapeva il suo nome? Ma sopratutto chi era?

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