Capitolo 6

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Josh guidava la macchina concentrato, con lo sguardo fisso sulla strada.
Melanie, di fianco a lui, sorseggiava un frullato ai frutti di bosco.
Dietro Taryia dormiva con la testa appoggiata alla portiera, mentre Holt guardava fuori dal finestrino, pensieroso.
-Dobbiamo trovarla. Non possiamo far finta di niente. Sia i carabinieri che la polizia non stanno facendo nessun passo avanti, che noi sappiamo.- disse Josh, senza distogliere lo sguardo dalla strada.
-Finché non l'avvistano, noi non ci possiamo muovere.- rispose Melanie.
-Suo padre era via per lavoro. Forse era questo il motivo di tutta questa sua agitazione. Non capisco perché si ritiene così distaccata dalla sua famiglia.
Poi ad un certo punto Holt si illuminò. Scattò sul sedile e sporse la testa in avanti, spostandosi al centro.
-Melanie sei un genio! Questa è la chiave!- urlò. Taryia si svegliò, e notando che Holt era decisamente vicino a lei, gli rivolse un aria disgustata.
Ma Holt era troppo concentrato su quello che stava dicendo: -Come abbiamo fatto a non pensarci prima? Che stupidi! La risposta era davanti ai nostri occhi!
Melanie corrugò la fronte-Ma di che parli! Io non ho detto proprio n...- Holt la baciò sulla guancia felice.
-Ehi, vacci piano con la mia ragazza.- lo rimproverò Josh -E poi ancora non ho capito cosa blateri...
-È così semplice raga! Allora, Melanie ha detto che suo padre è via per lavoro. Quindi lei, dato che non ha sorelle e sua madre e morta di cancro, è a casa da sola. E qual'è il posto in cui una persona vorrebbe passare gli ultimi attimi della sua vita?

Josh svoltò bruscamente nella via accanto, diretto a Main Street.
-Quando te l'ha dato il suo indirizzo?- chiese Mela.
-Non me l'ha dato.- rispose Josh -Solo che una volta, mentre passeggiavo per Main Street, ho visto una ragazza riccia, rossa e lentigginosa uscire dal condominio 35.

Scesero di fretta dall'auto e attraversarono la strada. Entrarono nella hall del condominio e si sporsero sulla scrivania del portiere mezzo addormentato.
-Cerchiamo l'appartamento di Elizabeth Crowe.- parlò stavolta Melanie.
-Settimo piano, n°579.- rispose il portiere, stupito nel vedere così tanta agitazione negli occhi di quei ragazzi.
Essi entrarono nell'ascensore e premettero il pulsante 7.

Scesero dell'ascensore ed irruppero nel corridoio. Cercarono con lo sguardo 579il numero 579 inciso in oro sulle porte bianche.
-Eccolo.- indicò Taryia. Aprì la porta e gridò a squarciagola: -Elizabeth! Siamo noi! I tuoi... ehm...- esitò.
-Lascia perdere.- gli confessò Holt, mettendogli una mano sulla spalla, che lei respinse riluttante.
Attraversarono il soggiorno e in fretta raggiunsero l'enorme terrazzo.

Io ero lì. Sulla sedia, di fronte al l'immensa Seattle, che calcolavo impaurita il gigante rapporto tra l'altezza e la velocità a cui avrei potuto precipitare. Ma allo stesso tempo ero sicura. Sicura che quello fosse ciò che volevo davvero.
-Elizabeth! Ti prego scendi da lì!- urlò Taryia.
Melanie era abbracciata a Josh: - D-devo chiamare la polizia?
-No.- le rispose Josh, rassicurandola con un bacio sulla fronte.
Io continuavo a fissare il traffico a sette piani da me.
Holt le si avvicinò: -Elisa, mi dispiace davvero tantissimo per quelle cose che ti ho detto l'altro ieri. Fidati, non le pensavo davvero. Ero solo, arrabbiato e... confuso.- io avevo le lacrime agli occhi -So bene che è difficile per te accettare una vita così dura: una famiglia che non ti vuole bene, nessun amico, brutti voti a scuola, un destino... che non vuoi.
Appoggiai un piede alla ringhiera e tutti sussultarono.
Holt continuò a fatica il discorso: -E lo so che noi siamo stati talmente sciocchi da non capire affatto come ti sentivi. Ti abbiamo trascurata e fatta sentire esclusa. Ma la realtà è che tu sei la migliore tra tutti noi. Sei quella che ci fa ricomparire il sorriso anche nei momenti bui. Sei quella che ci ama più di tutti e che non ci ammira solo per la nostra popolarità, hai tirato fuori la parte più buona di noi.- scoppiai in lacrime.
-Non so davvero come ringraziarti. Per aver cambiato la vita a tutti noi. E ora noi ti offriamo di viverla con noi.

Io, commossa e intenzionata ad accettare la proposta, scostai il piede dalla ringhiera per appoggiato sulla sedia.
Ma proprio in quel momento successe l'irreparabile.
La sedia si spezzò ed io persi l'equilibrio.
Holt mi afferrò in tempo prima che cadessi nel vuoto, però non era abbastanza forte.
Gli altri, avvolti dalla preoccupazione, cercarono di tenere Holt fisso a terra.
Guardai sotto di me: migliaia di macchine velocissime.
Per un momento ripercorsi la mia vita da quando ero nata.
In quel momento di enorme tristezza e confusione, Holt mi guardò con gli occhi gonfi di lacrime: -Non ti lascerò.

A.A.
Ehi amoriii♥♥♥
Sono ancora qui.
Sto andando avanti piuttosto in fretta e il prossimo è l'ultimo capitolo.
E come avrete notato...
Ta Ta Taaaaaaa: finale con suspence!!!!
Lo so che vi sto facendo soffrire *si strofina le mani e sogghigna*
Aspettate ansiosi.

La scomparsa di Elizabeth CroweDove le storie prendono vita. Scoprilo ora