Capitolo 13_la mattinata di Christian

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||CHRISTIAN||
La sveglia è suonata da circa dieci minuti, poco più poco meno. Mi piace rimanere così, nel letto, a riposare un po'. Anche questa notte, come tutte le altre, sono rimasto sveglio. È per colpa dei miei incubi. Sogno che un uomo entrava in casa nostra e spegneva le sigarette su di me. Anche quando io mi nascondevo nell'armadio, lui riusciva a trovarmi. Io avevo paura, tanta paura e mia madre non mi difendeva mai. . . "Christian, la colazione è in tavola!" Grace, precisa come sempre, mi ricorda che oggi devo tornare a scuola. Mi alzo e mi do'una rinfrescata, poi vado in cucina. Che buon odore c'è qui. La nostra governante Eleanor come sempre ha riempito la tavola con pancake, sciroppo d'acero, bacon, uova strapazzate, waffle e frutta di stagione. Strano, oggi manca il caffè, che Carrick prende ogni giorno prima di andare allo studio. "Oggi papà non c'è?" Chiedo. "Oggi il signor Grey è uscito presto per lavoro."risponde Eleanor con serietà. "Grazie, ora puoi anche andare." Grace le risponde educatamente. Grace risponde educatamente sempre e a tutti. Anche quando è arrabbiata. "Ciao fratellone!"eccola qui, Mia. Allegra come ogni mattina. Mi è mancata tanto in questi giorni. "Ciao scimmietta!" Lei odiava quando la chiamavo così da piccola, poiché sosteneva di non essere poi così brutta. "Le scimmie non mi assomigliano affatto! Io non ho la coda!"mi rispondeva. Ora Mia ha diciassette anni, ma in alcuni comportamenti ne dimostra ancora dodici. Ha lo spirito di un'eterna bambina. Alcune ragazzine che vanno in classe con lei sembrano già più adulte, si atteggiano a persone importanti soltanto perché i loro genitori hanno un conto in banca multimilionario. Ad esempio, Lily, una sciocca presuntuosa che pensa di essere chissà chi. C'è stato un periodo, prima che io andassi a Boston, durante il quale quella mocciosetta ha cercato di mettersi insieme a me. Quando Mia me ne ha parlato (il suo scopo era mettere una buona parola per l'amica), giuro che stavo cadendo dalla sedia per le troppe risate. Ma insomma, un po'di buonsenso! Ha. Ha. Ha. Parli proprio tu di buonsenso, quando il tuo unico scopo è quello di usare una ragazza come se fosse un oggetto? Rispondi. Non hai per caso niente da dire? Qualcosa da dire ce l'ho eccome. Stai ancora qui a rompere, vocina del cazzo? Vorrei specificare che fino a quando esisterai tu, esisterò anche io. Vuol dire che devo rassegnarmi. Non ho ugualmente intenzione di risponderti. A dopo. Oh cazzo. È davvero difficile combattere contro la propria coscienza, a volte. "Christian! Presto, va a cambiarti, altrimenti farai tardi!" É ora di alzare il culo dalla sedia e andare a prepararmi.

Quindici minuti dopo.

"Mia! Sei pronta?" Urlo a mia sorella, che non dà segnali di vita. "Se non ti dai una mossa, vado senza di te!" La minaccio. "Eccomi qui fratellone. Uffa, con te si deve andare sempre di corsa la mattina." Sbuffa lei, mentre inserisce il tasto del garage. Usciamo finalmente dall'ascensore e ci avviamo verso la mia Audi A6. "Mia, tu al sedile posteriore, non farmi incazzare." Non voglio che mia sorella debba correre pericoli. "Ma io sono grande ormai! Christian, non essere sempre il solito dispotico" Mi rimprovera lei. "Sta zitta scimmietta" Fa la finta offesa, ma mi obbedisce e non dice una parola per tutto il resto del tragitto. "Ci vediamo dopo, fratellone!" Mi saluta dall' ingresso dell cancello della sua scuola. Dopo averla salurata accellero in direzione dell'università.

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Questo capitolo lo dedico alla mia amica Ross, che ha passato un brutto momento. Un capitolo speciale per una persona speciale!

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