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Martedì.
ANNA.

-Non credi che dovremmo preparare la cena?-
Domandai a Mostro con un velo di incertezza. Questa sera sarebbe venuta sua madre a cena da noi, ma Mostro non ne aveva idea. Volevo che le cose tra lui e tra sua madre migliorassero, o almeno è quello che spero. È da domenica che nessuno di noi due nomina la donna, Francesca, e neanche il padre, anche perchè non si è fatto vedere.
Volevo che mostro si riappacificasse con sua madre per fare i conti con il suo passato, per superare l'abbandono e per essere finalmente felice.
Erano le 19 e 30 quando chiesi a Mostro di cucinare. La famiglia sarebbe arrivata alle 19 e 45, e l'ansia si faceva sentire sempre di più.
-Cos'hai Anna? Sembri sconvolta..-
Ho solo paura di aver fatto una stronzata.
-Sono solo affamata, tranquillo.-
Gli risposi cercando di camuffare la mia agitazione. Il campanello suonò nel momento stesso in cui mostro tornò in cucina.
Aprii ai nostri ospiti con un certo imbarazzo, non ero truccata e indossavo un semplice maglione di Mostro con dei pantaloni della tuta, diciamo che non ero al massimo della perfezione.
-Buonasera...?-
Iniziò Francesca con un tono che mi incoraggiava a dirle il mio nome, ma quale nome dovevo dirle? Anna, o Maria?
Meglio andare sul sicuro.
-Maria.-
-Maria..- ripetè la donna sorridendomi. In quel momento non sembrava affatto la vecchia megera di Domenica, sembrava solo un'anziana signora che abbandonò il figlio.
Ti sembra tanto diversa, Anna? A me no.
-Prego acc..-
Stavo per dire "accomodati", ma un omone dietro di lei mi fece correggere automaticamente.
- ...omodatevi.-
È lui il padre di Mostro?
-Tesoro chi era?... Tu.-
Disse Mostro appena uscí dalla cucina. Il suo sguardo era un misto tra odio, paura e odio. Provava tanto di quell'odio per quella donna che se solo li avessi lasciati da soli per parlare, Mostro si sarebbe ritrovato davvero senza una madre.
-Buonasera Giorgio.-
Disse la donna, con tutta la pazienza di questo mondo, rivolta al figlio.
-Sono Mostro, cosa ci fai qui? Anna cosa ci fa lei in casa nostra?!-
La donna si girò verso di me e con il veleno negli occhi, mi chiese:
-Si, Anna, digli cosa ci faccio qui.-
Andai a passo svelto dove si trovava Mostro, mentre dicevo:
-L'ho invitata a cena da noi, visto che tra sei giorni ce ne andiamo volevo che vi diceste addio un'ultima volta. E sono Maria per te.-
-Maria?-
Chiese la donna.
-Maria come l'erba?-
Ma perchè mi fanno tutti la stessa domanda?
Non risposi.
- Per quanto mi riguarda, loro addio se lo sono già detto.-
Disse all'improvviso l'accompagnatore della Madre di Mostro.
-E tu, cosa ci fai qui con Lei?-
-Ci siamo sposati.-
Mostro fumava dalla rabbia, stava per esplodere sicuramente, dovevo fare qualcosa.

MOSTRO.

Di nuovo quegli occhi. Mi ero ripromesso che non li avrei mai rivisti, ache se li vedrò ogni giorno quando mi guarderò allo specchio, ma non volevo mai più rivedere la persona a cui appartenevano i sosia dei miei occhi. La sua voce è puro odio mentre parla con Anna. La vedo avvicinarsi a me, la stringo come se volessi proteggerla da quella donna spregevole che riconosco come "madre".
Il suo odio non deve macchiare la mia Anna.
Anna cerca di evitarla il più possibile, vedo che cerca di mantenere la calma, ma non ci riesce, credo che da un momento all'altro esploderà.
Sto per rassicurarla, quando i miei occhi si posano su l'uomo dietro mia madre, e li ci vidi rosso. La rabbia amentò pericolosamente, se Anna non mi stesse avvinghiata a quest'ora quell'uomo sarebbe mezzo morto, e le mie mani piene di sangue estraneo.
-Mostro, che succede?-
La mia ingenua Anna deve aver invitato anche quello pensando che fosse mio padre. Ma non lo è, allora dovè mio padre, il mio vero padre?
-Dov'è papà?-
Alla mamma si spensero gli occhi e abbassò la testa. Allora capii tutto.
Mi sentii morire ancora una volta.
Ecco perchè non lo avevo visto domenica, ecco perchè non mi ha mai contattato in questi anni.
O gesù.
-Tuo padre è morto. Quando abbiamo fatto l'incidente, io sono stata ricoverata d'urgenza, e lui non ce l'ha fatta.-
Anna si avvinghiò di più a me. Se pensa che così mi aiuterà, ha sbagliato tutto, non sto soffrendo all'esterno, ma all'interno.
Tutto sfuocato, non stavo per piangere, ne sono sicuro, stavo solo ripercorrendo tutti i momenti con mio padre. È stato un uomo giusto con me, mi proibiva le cose pericolose, mi sgridava quando sbagliavo e mi lodava quando mi riusciva qualcosa. Mi confortavo con lui quando la mamma era troppo pesante, mi immedesimavo in lui, ero convinto che sarei diventato come lui. Ricordo la delusione nei suoi occhi quando me ne andai.
È come se fosse morto a causa mia.
Io li ho costretti ad andarsene.
Io li ho condotti contro quella macchina.
Io l'ho condotto tra le braccia gelide della morte.
-Mostro...-
Mi allontanai dalle braccia del mio angelo per avvicinarmi a grandi passi contro l'uomo dietro mia madre.
-Tu! Eri il suo migliore amico, come hai potuto fargli questo? Prima ti scopi sua moglie e appena lui muore tu te la sposi? Mi fai schifo.-
-Giorgio! Smettila!-
-Pensi che sia io il mostro? Lui è morto a causa tua, erano venuti a cercarti, non se ne stavano andando, hai ucciso tuo padre e tua madre è viva per miracolo...-
Ma quale miracolo?
-...tu sei il mostro.-
Ne sono consapevole.
Io sono il Mostro.

"ⓜⓞⓢⓣⓡⓞ" Io avrei fatto di tutto per scordarti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora