Fluorescenza

184 31 15
                                    

la mia impossibilità nello scrivere qualcosa di felice (e che contenga personaggi etero, am I right ladies?) si fa vedere.
trigger warning: si menziona un suicidio.
____________________________________



Noi due assieme eravamo perfetti. Non scherzo, non uso iperonimi, non fingo e le mie non sono parole che dicono gli innamorati alla loro prima settimana da fidanzati. Noi due ci conoscevamo da tempo, lui era la mente e io il braccio, io lo proteggevo dai bulli e lui mi aiutava con scienze.
Eravamo una bella coppia, davvero.
Fino a qualche giorno fa.
Una delle cose che mi ricordo meglio, di tutta la merda che mi ha inculcato a forza in questa testa da idiota è stata la fluorescenza.
Un materiale si dice fluorescente quando è un grado di rimettere onde elettromagnetiche emesse da un altro elemento.
Inutile dire che io brillassi solo per merito suo.
Non mi ci volle molto per innamorarmi di lui: era bello, delicato, con i capelli rossi e sempre arruffati.
Io, al contrario, ero aggressivo e poco gentile, non mi consideravo la persona con l'aspetto più bello in tutta la scuola e non brillavo.
Quando glielo dissi (e me lo ricordo, mi ricordo benissimo quanto lui abbia pianto dopo che gli dissi di amarlo) mi guardò un poco incerto, si tolse gli occhiali e sighiozzò.
All'inizio pensai stesse ridendo di quello che avessi detto, pensavo fosse talmente idiota che lo avesse preso per uno scherzo, ma dopo mi abbracciò, affondando il volto nel mio collo e forse sarò io un inguaribile romantico, ma mi sentii davvero bene.
Non ci mettemmo insieme, non ci fidanzammo, non durò.
Quello che mi ricordo di lui è stato un bacio, un bacio a fior di labbra, un "ti amo" sussurrato davanti agli spogliatoi della palestra, qualche lacrima e poi il nulla.
Il mio essere forse un po' troppo ingenuo non me lo aveva fatto capire, e credetemi, non c'è un giorno nel quale non me lo rinfacci, non esiste momento nel quale non mi senta in colpa, ma le sue lacrime non erano di felicità.
Oh, se solo ci ripenso ora mi pare tutto chiaro, ma prima non mi era passato nella testa quel pensiero.
Lui brillava, brillava come una supernova, ma proprio come una supernova stava per raggiungere il suo limite.
Non mi aveva mai detto che quando io non ero vicino lo picchiassero, mi aveva nascosto i lividi.
Non mi aveva mai detto che quando tornava a casa suo padre ubriaco andava pesante con la cinghia, teneva sempre la maglietta.
Non mi aveva mai detto che quel "ti amo" sussurrato sulle mie labbra fosse una scusa.
Insieme funzionavamo, se fossimo vissuti in altre epoche, in altri corpi, se avessimo preso strade e scelte diverse, se fossimo stati più furbi e se soprattutto io lo avessi protetto, ora non sarei qua a raccontarvi questa storia.
La fluorescenza è diversa dalla luminosità, ha bisogno di stimoli per avvenire, diversamente da chi brilla di proprio conto. Lui brillava, e con la sua luce stimolava me a fare lo stesso.
Era importante per me, tanto importante e mi si sta spezzando il cuore a dirvi queste cose, davanti ad un feretro e famigliari che non mi conoscono, ma ci amavamo e ci amavamo a causa della mia fluorescenza e del suo essere luminoso.
Questa storia è fatta di se solo.
Farei di tutto pur di impedirgli di perdere la sua luminosità, per non ricordarmi il suo corpo appeso a quel ponte con una corda, ma non posso.
Non posso, perché senza di lui io non rifletto niente, perché lui era una supernova e io un semplice pezzo di materiale fluorescente.
E ora che ho perso la mia luce vorrei solo farvi sapere quanto l'avessi amato.
Semplicemente lui poteva brillare senza di me, al contrario, io senza di lui non posso fare niente.

▲▼

sono incapace di creare qualcosa che abbia un finale quantomeno felice.
scusate gli eventuali errori grammaticali.

FluorescenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora