I'm not sentimental

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L'Oltretomba era silenzioso, stranamente silenzioso.
Di solito Killian riusciva a distrasi dai suoi pensieri, dai ricordi di Emma ed Henry e del sorriso del piccolo Neal.
Invece quella sera si trovava solo, davanti ad uno specchio che non aveva mai visto, ogni suono e rumore era bloccato, l'unica cosa che poteva vedere era una figura molto simile alla sua, ma più vecchia e con gli occhi scuri.

"Brennan?", Killian non riusciva a capacitarsi di quello che stava vedendo.

"Killian" fu la semplice risposta del padre. Era più duro e composto di come lo ricordava, ben diverso dall'uomo ubriaco che entrava nel loro cottage ogni sera.

"Non può essere vero, tu-tu sei morto", sapeva bene che quello era l'unico reame dove avrebbe potuto rivederlo.

"Lo sei anche tu, anche se a dire la verità lo eri ben prima di arrivare qui."
Killian corrugò la fronte, ma prima che potesse chiedere spiegazioni, Brennan ricominciò a parlare: "Sei morto insieme a tuo fratello, sull'Isola che non c'è. A proposito, dov'è Liam? Sono sicuro che neanche luiè fiero dell'uomo che sei diventato. Lui e Milah ti hanno abbandonato appena hanno potuto. Sono certo che non se ne pentono, come non me ne pento io", il ragazzo rimase lì fermo, ad ascoltare un'insinuazione dopo l'altra come un pugno allo stomaco. Ecco perché vedere suo padre allontanarsi fu così sollevante.
Ma non ebbe neanche il tempo di respirare prima che Liam comparve di fronte a lui, nella sua divisa lucente e pulita.

"Liam! Sei qui! Ho sempre sognato di rivederti!", Killian fece per abbracciare suo fratello, ma vedendolo immobile si fermò e lo guardò con aria interrogativa piegando leggermente la testa da un lato.

"Lo so, anche io ero al corrente che questo giorno sarebbe arrivato. Proprio quando mi ero sbarazzato di te, eccoti di nuovo."

"Ma Liam... sono io, Killian, il tuo fratellino!", non gli era mai piaciuto quel nomignolo, ma in quel momento voleva solo sentirlo di nuovo.

Liam sbuffò e scosse la testa, quasi divertito: "Come se non lo sapessi. Mi sono sempre dovuto occupare di te, anche quando trovavo del tempo per me, dovevo tornare perché c'eri tu." Le insinuazioni di suo padre non avevano fatto male quanto le accuse del suo caro fratello e Killian cominciò a piangere lacrime silenziose che gli rigavano le guance.
"Eri sempre tra i piedi, una preoccupaziose fissa! È stato un sollievo essermi liberato di te. Spiegami, cos'è che fai tu a Storybrooke? Emma è la Salvatrice, David e Snow sono i leader, Tremotino e Regina si occupano della magia, tu cosa sei, a parte un bel faccino? Non sei neanche capace di fare il genitore, guarda cos'è successo a Bealfire!"

L'immagine cambiò ancora rapidamente, Killian si aspettava di trovarsi faccia a faccia con Neal, invece Henry era lì di fronte a lui con un ghigno in viso e le braccia conserte. Killian si asciugò le lacrime rapidamente e cercò di ricomporsi, le parole di suo fratello gli rimbombavano ancora nelle orecchie.

"Ehi, ragazzo. Cosa-cosa ci fai qui?"

"Sono solo venuto ad avvisarti e a raccontarti le ultime novità." Ormai Killian non riusciva più a distinguere la realtà dai trucchi dello specchio.
"Da quando te ne sei andato tutto è più semplice sai? Senza uno sporco pirata sempre tra me e mia madre, io e lei abbiamo passato finalmente tanto tempo insieme, non lo facevamo da prima che lei rompesse la maledizione e a dirla tutta lei è molto più felice così, senza l'uomo che ha ucciso mio padre. Se tu avessi fatto come ti avevano chiesto i nonni e avessi tenuto mio padre al sicuro, avrei ancora qualcuno da chiamare così." Henry rimase lì a fissarlo crollare di nuovo, fin quando un'altra figura non apparse dietro di lui: Emma.
La sua dolce, bellissima Swan, lo guardava come se fosse ancora l'Oscuro, con gli occhi privi di emozioni.

"Ciao, Uncino." Sentirle usare il suo vecchio nome faceva male, non aveva neanche la forza di fingere.
"Guardati..." cominciò dopo un po'. Lui sapeva che non l'avrebbe potuto sopportare. "Sei debole, prima avevi uno scopo, poi hai incontrato me e sei diventato un cagnolino senza spina dorsale, bastavano le parole giuste per farti cadere ai miei piedi. È stato divertente solo finché non è stato solo patetico."

Killian fissava l'anello che Emma portava al collo, l'anello che lui le aveva dato, se non l'aveva tolto voleva dire che non era tutto vero, ma quasicome se gli avesse letto nel pensiero, si tose la colanna, la gettò a terra la spinse verso di lui con un calcio.

"Tienilo, non mi entrava comunque." Prima che potesse dire altro, l'immagine si fratturò e tutto quello che c'era davanti a lui erano cocci di vetro e Snow con l'arco ancora in mano.

Non ebbe il tempo di riprendersi che un paio di braccia gli cinsero il petto ed Emma era lì stretta intorno a lui con la testa nascosta dal suo petto. Sentiva la maglietta impregnarsi di lacrime.

"Mi sei mancato così tanto..." continuava a mormorare accarezzandogli la schiena, ma lui non riusciva a muoversi, ancora sotto shock, quando Emma se ne rese conto alzò il viso per guardarlo. Entrambi avevano gli occhi gonfi e arrossati, ma per due motivi ben diversi.
"È finita, Killian, guardami! È tutto okay, sono qui, era solo un incantesimo."

Lui finalmente la guardò e sorrise, tornato finalmente alla realtà, e bisbigliò: "Swan?"

Lei annuì, ridendo: "Sì, sono io."
Si alzò sulle punte per baciarlo finalmente, dopo due settimane separati erano di nuovo insieme.

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