+sono imperdonabile ma sono una pessima organizzatrice
buona lettura kidz
Arrivare a sabato e sentirsi come essere stata travolta da un carro armato, solo una settimana di scuola e mi sentivo già più che stanca, chissà in che stato sarei arrivata a giugno.
Scossi la testa e da perfetta lunatica trotterellai in cucina con un sorrisetto a trentadue denti e questo aveva solo un motivo: l'arrivo di papà nel pomeriggio.
Mi mancava parlare con lui, le sue coccole, le sue parole dolci, i vizi che mi dava, la sicurezza che mi trasmetteva la sua voce e i suoi occhi limpidissimi.
Notai non con tanta sorpresa che anche mia madre era allegra più del solito, tanto da non rimproverarmi minimamente per il mio solito assalto ai biscotti, come non approfittarne allora.
Sommersa da tanta allegria indossai una magliettina giallo canarino infilata nei soliti jeans chiari, il mio senso per la moda poteva aspettare ancora un po'.
Armeggiai col cellulare che non voleva saperne di accendersi e farmi leggere l'unico solitario messaggio della Vodafone che mi comunicava di aver esaurito il traffico dati.
Feci una smorfia e sbuffai, prima di raccattare dal pavimento lo zaino nero borchiato, unico capo trend del mio armadio.
In macchina, sotto lo sguardo attento sulla strada di mia madre e nessun occhio puntato addosso potei leggere gli altri due messaggi, uno era di mio padre che mi trasmetteva la sua gioia di vedermi con l'ormai celebre frase «non vedo l'ora di strapazzarti, a presto» che mi faceva andare ogni volta in brodo di giuggiole.
L'altro invece era di una mia vecchia amica, l'unica superstite della compagnia delle medie, l'unica con cui avessi legato veramente: «Reb, non vedo l'ora di fare una delle nostre chiacchierate. Mi manchi.»
Sorrisi e alzai lo sguardo dal telefono per accorgermi che ero già arrivata a destinazione.
«Perché stai sorridendo?» domandò mi madre, squadrandomi con un sopracciglio alzato.
«Perché è sabato e vedo papà» risposi «e poi mi ha scritto Sara, penso proprio di vederla in questi giorni»
«È una brava ragazza» annuì e mi rivolse un ultimo sorriso raggiante prima di ripartire e lasciarmi al mio destino crudele.
Appena varcato il portone il mio umore fu riscattato da una coppietta felice e appiccicata al muro, troppo romanticismo nell'aria e troppi capelli biondi intrecciati.
Deglutii e voltai lo sguardo, fissando gli occhi a terra e senza alzarli per nessun motivo, a parte uno.
«Sei tu vero?Rebecca?» un tono di voce incerto mi si parò davanti e non potei che ricollegarlo ad un'unica persona: Edoardo, tesi confermata quando notai i suoi ricci ribelli.
«Sì, esattamente» confermai e mi guardai in giro imbarazzata, scorgendo che i due piccioncini non erano più così appiccicati, o almeno, solo una sembrava volersi staccare.
«Sai, ho guardato l'elenco di tutte le prime per trovarti, sei troppo carina per non conoscerti» lui continuò a parlare e a quelle parole non potei fare altro che arrossire.
«Oh, beh, grazie» balbettai in preda a sensazioni strane e lui ridacchiò «scusa, non volevo imbarazzarti»
Accennai un sorriso cercando di mascherare il rossore delle mie guance, coprendomi con le mani «tranquillo» biascicai, mentre il suo sguardo era ancora fisso su di me «comunque volevo chiederti se sabato prossimo ci sarai alla festa per l'inizio della scuola»
STAI LEGGENDO
Baci al cianuro
Roman pour Adolescents❝So che mi sto intossicando, ma non c'è cura che vinca.❝