Capitolo 5.

18.5K 857 223
                                    

"Eccomi, Gally." mi annunciai, richiamando l'attenzione del ragazzo e andandogli incontro.
Lo vidi sorridere compiaciuto e per l'ennesima volta quella sensazione di prurito fastidioso prese a tormentarmi il cervello. Non riuscii a capire come mai provassi una cosa del genere solo stando accanto a determinati Radurai. Era come se li avessi già visti, da qualche parte, in qualche circostanza. Mi sembrava di aver vissuto un'intera vita, ma senza avere l'accesso ai suoi  ricordi. Mi sembrava di aver già conosciuto Gally o per lo meno di aver già incontrato una persona con i suoi modi di fare, eppure non riuscivo a ricollegarlo nel tempo. Con Ben invece era stato diverso.
Gally mi circondò le spalle con il suo braccio, attirandomi a sé e stritolandomi felice.
"Bene così. Stavo iniziando a pensare che te la fossi data a gambe." ammise ridendo.

"Be', ti sbagliavi. Dopo il combattimento sarai tu a dartela a gambe, testa puzzona." risi entrando nel cerchio disegnato a terra e buttando da parte tutti i pensieri.
Forse era solo nella mia testa.
Gli altri risero e fischiarono divertiti, sbeffeggiando Gally. I Radurai presero a fare gruppo attorno al cerchio, intenti ad accaparrarsi il posto con la visuale migliore prima che lo scontro cominciasse.
"Sì, come no." disse, lanciando un'occhiata che fece zittire tutti. "Tranquilla ci andrò piano con te." promise, entrando anche lui e aprendo le braccia come in segno di sfida. "L'unica cosa che devi fare è buttarmi fuori dal cerchio." 

"E come faccio? Ci sono regole, metodi..." iniziai, cercando di capire meglio lo scopo e i tratti di quel gioco. Il ragazzo tuttavia, sembrò sfruttare quel mio momento di incertezza e si diresse come una furia in mia direzione, cogliendomi impreparata e paralizzandomi sul posto.
Quando mi fu addosso il ragazzo mi placcò, iniziando poi a spingermi velocemente all'indietro.
L'impatto fu abbastanza violento da togliermi il fiato e l'unica cosa che riuscii a fare fu chinarmi all'avanti e tentare in tutti i modi di puntare i piedi sulla terra rossa, cercando in qualche modo di frenare, ma senza riuscirci.

Quando la spinta del ragazzo si bloccò di colpo, Gally si allontanò da me, aprendo le braccia e sorridendomi con un ghigno dispettoso. "Così." rispose in ritardo. "Sei fuori, Fagio."
Abbassai lo sguardo e vidi che i miei piedi fossero esattamente fuori dal cerchio. Incrociai le braccia al petto, arrabbiata. "Ma così non vale! Non ero pronta!" replicai scocciata.
Lui non se la prese, ma ridacchiò e si rimise in posizione.
"Allora dimostrami quello che sai fare. Ritenta." esclamò saltellando sui piedi.
Rientrai convinta nel cerchio e ricordai le parole di Newt: se avessi giocato di velocità e riflessi, forse sarei riuscita a coglierlo di sorpresa. 

Scrocchiai le ossa delle dita e pregai di non rompermi nulla nel processo, poi gli dissi di farsi avanti. Ora sapevo cosa dovevo fare. Più o meno.
Mi avvicinai il più possibile alla linea del cerchio, senza però uscire fuori e attesi paziente la sua carica, il cuore a palla nel petto. Gally, in maniera del tutto prevedibile, si lanciò nuovamente all'attacco correndomi incontro, ma questa volta quando fu a un passo da me lo schivai, schizzando di lato.
Lui come previsto continuò a correre, incapace a quel punto di frenare. Per incoraggiarlo nella caduta allungai persino una gamba, facendogli lo sgambetto e vedendolo ribaltarsi rovinosamente a terra.
Lo guardai sorridendo beffarda, mentre Gally si lamentava fuori dal cerchio, con la faccia spiaccicata contro la terra.

Mi guardai le unghie con nonchalance. "Sei fuori, Fagio." lo scimmiottai, animando gli altri che presero a fischiare e applaudire divertiti.
Poi un viso mi venne in mente e, quando lo cercai tra la folla, lo vidi: Newt se ne stava seduto per terra, sorridendo soddisfatto e divertito. Quando i nostri sguardi si incrociarono lui ammiccò.
Mi girai nuovamente verso Gally che nel frattempo si era rialzato e si stava togliendo la terra dai vestiti. Mi guardò divertito e poi scosse la testa.
"Hai cervello, ragazza." ammise, avvicinandosi. Senza preavviso mi sollevò da terra e mi buttò sulla sua spalla, facendomi girare la testa. Mi aggrappai al suo busto, terrorizzata all'idea di cadere, ma il ragazzo non mi mollò e prese a camminare con me in sella. "Ma ora non hai scampo!" esclamò iniziando addirittura a saltellare.

The Maze Runner - RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora