Era sera e Ninfadora Tonks si trovava davanti al numero dodici di Grimmauld Place, il nascondiglio dell'Ordine della Fenice, una società segreta fondata da Albus Silente che cercava di sconfiggere il mago Oscuro più potente di tutti i tempi: Lord Voldermort.Tra poco avrebbe conosciuto tutto l'Ordine della Fenice al completo e per l'occasione indossava un paio di jeans a vita bassa strappati in più punti, una maglietta aderente delle "Sorelle Stravagarie", il suo gruppo musicale preferito, e i suoi capelli erano lunghi fino alle spalle, di un rosa cicca , che, essendo una metamorfomagus, poteva cambiare tranquillamente, e portava delle scarpe da tennis bianche e rosa.
Tonks suonò il campanello, ricordandosi solo dopo che Silente gli aveva detto di non farlo, ma non si ricordava proprio il perché.
Capì quando si trovò davanti una Molly Weasley alquanto seccata e sentì degli urli provenire da un quadro dietro delle tende che aveva visto aprirsi improvvisamente."Sozzura! Feccia! Ibridi, mutanti, mostri! Via da questo luogo!..." Gridava il quadro che raffigurava una vecchia.
Un secondo dopo vide due uomini precipitarsi a chiudere e le tende e dopo averle chiuse il quadro si zittì.
"Su, entra mia cara, non vorrai rimanere lì fuori a congelare" le disse la signora Weasley.
Tonks sorrise e appena mise un piede in quella lugubre casa
CRASH!
Si ritrovò lunga e distesa per terra mentre l'orribile quadro aveva ricominciato urlare. Come prima i due uomini lo fecero tacere.
"Per l'amor del cielo, Tonks!" urlò la signora Weasley.
L'oggetto che l'aveva fatta cadere era stato un portaombrelli a forma di zampa di troll, posto davanti all'ingresso.Tonks si ritrovò davanti una mano pronta ad aiutarla ad alzarsi. Alzò lo sguardo e vide un uomo che indossava abiti consunti e rattoppati in più parti, i suoi capelli erano di un castano spento con molte striature di grigio, aveva gli occhi color ambra, il viso era ricoperto di cicatrici, ed era molto magro: sembrava stanco e malato.
Tonks prese la sua mano e si fece aiutare ad alzarsi.
"Grazie" mormorò infine rossa in volto.
Che bella entrata, complimenti Tonks! Pensò.
"Figurati" gli rispose l'uomo con un sorriso e poi aggiunse:"Io sono Remus John Lupin, e tu devi essere Ninfadora Tonks, giusto?"
"Si sono io, ma preferisco essere chiamata solo Tonks, grazie, odio il mio nome."
"Ciao cuginetta! Ben arrivata, vedo che hai già conosciuto la mia splendida e dolce mamma".
Stavolta era stato l'altro uomo a parlare. Era magro, i capelli neri e lunghi fino alla spalle: Sirius Black. Erano cugini ma si erano visti poco anche prima che Sirius finisse ad Azkaban.
"Ciao Sirius" rispose "Quel quadro è tua mamma?"
"Si, ma ti spiego tutto dopo, ora andiamo di là che l'Ordine ti vuole vedere"
Così dicendo, Sirius le fece l'occhiolino e le fece strada verso il salotto.Tonks, venne presentata a tutto l'Ordine della Fenice. Certe persone la conoscevano già come la famiglia Weasley, poiché era in classe con uno dei loro figli: Charlie Weasley. La conosceva anche Moody, un auror che stimava molto e infine la conosceva Kingsley Shacklebolt che lavorava al Ministero della Magia con lei.
Finite le presentazione andarono tutti in cucina a mangiare.
La serata passò velocemente tra le chiacchiere e i pasticci di Tonks: era riuscita a rompere dieci piatti e due bicchieri nell'arco di tutta la cena e in più aveva rovesciato la buonissima frittata di Molly addosso a Moody. Poi gli vennero spiegate un po' di cose riguardo l'Ordine e la tenebrosa casa dove era ospitata in questo momento che non era altro che la casa dei Black, cioè la casa di suo cugino Sirius e in più aveva conosciuto anche l'insopportabile, per non dire altro, elfo domestico che ci abitava: Kreacher.
Infine avevano concluso la serata con una riunione dove venivano decisi i turni per sorvegliare alcune case che potevano essere di Mangiamorte, gli aiutanti di Voldemort, e lei era finita con nientedimeno che Remus Lupin.
Tornò a casa esausta con un terribile senso di vuoto, ripensando a tutto quello che era successo durante la serata, a quanto si era divertita e a quanto si era sentita subito a "casa".