Capitolo 6.

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Quando aprii gli occhi era ancora tutto buio. Mi girai su me stessa e appena alzai lo sguardo notai che Newt fosse a qualche centimetro dal mio viso.
I nostri nasi si stavano sfiorando appena e potevo sentivo il suo fiato caldo sulla pelle. Dato che il ragazzo stava dormendo beatamente, con tanto di labbra leggermente schiuse, ne approfittai per osservarlo da più vicino.
Dovevo ammettere che fosse davvero un bel ragazzo e il modo gentile in cui si era comportato con me, mi faceva sentire sempre più al sicuro e ben accetta. Certo, quasi tutti i Radurai mi davano attenzioni, ma avevo il sentore che fosse per il fatto che non avevano mai visto una ragazza in vita loro e fossero curiosi di approcciarmi.
Con Newt invece era diverso. Sentivo che il ragazzo fosse stato da subito carino con me per altri motivi. Forse provava un forte senso di protezione nei miei confronti, forse gli ricordavo qualcuno a livello inconscio, come una sorella. O magari lo incuriosivo a tal punto da accaparrarmi la sua totale attenzione ogni volta. 

Mi sentivo estremamente a mio agio con lui, il che era strano, contando che non avevo mai provato quella fastidiosa sensazione di familiarità con lui, che invece mi aveva permesso di fidarmi di Gally più velocemente. Se da un lato quest'ultimo aveva catturato la mia curiosità per la sensazione di prurito che mi faceva nascere in testa ogni volta che lo guardavo, dall'altro lato Newt mi attirava ancora di più proprio per l'assenza di familiarità.
Se mi sembrava di conoscere già Gally o almeno la sua fisionomia, Newt era un libro tutto ancora da scoprire.

Un movimento repentino del suo naso mi fece tornare alla realtà. Mi guardai intorno e, dopo aver abituato i miei occhi al buio realizzai che fossi tornata nuovamente all'interno del Casolare. Tutti attorno a noi dormivano beatamente.
Come ci sono arrivata io qua dentro? Pensai.
Mi ricordai la frase dolce di Newt e sorrisi. Se non altro, da quando mi ero riaddormentata i miei sogni erano stati molto tranquilli, quindi il ragazzo era riuscito nel suo intento. Ma dopotutto, doveva essere notte inoltrata, quindi mi aspettavano ancora diverse ore di sonno. Così decisi di approfittare di quel tepore caldo che emanava il ragazzo steso al mio fianco e tornai a dormire per la terza volta.






Quando la luce del sole arrivò a disturbarmi, realizzai di essere riposata, nonostante le palpebre mi pesassero comunque. Decisi di tenere gli occhi chiusi per qualche altro minuto, giusto per gustarmi gli ultimi minuti nel tepore del sacco a pelo.
"Tra quanto pensate si sveglierà?" sussurrò una voce.
Pensai di essere ancora intrappolata nel limbo tra sogni e realtà, perciò sospirai per scacciare quella voce fastidiosa dalla mia testa.
"Siamo qui da mezz'ora. Mi sto stancando." si lamentò ancora un'altra voce. "Dovremmo tornare al lavoro o si accorgeranno che manchiamo."
"Vi dico che ne vale la pena."
"E come fai a saperlo? È la prima volta che vedo una ragazza dormire. E sicuramente è così anche per voi."
Corrugai le sopracciglia confusa. No, quella conversazione sembrava fin troppo reale per essere ancora sogno.

Sbarrai gli occhi e misi a fuoco tre figure che mi stavano fissando in modo alquanto spaventoso.
"Avevi ragione. Vedere una ragazza svegliarsi è la cosa più bella che ho visto fino a ora nella Radura."
Sbattei più volte le palpebre per essere sicura di essermi completamente svegliata e, quando le tre figure non si polverizzarono nell'aria, realizzai quanto quella situazione fosse imbarazzante e fuori luogo. Mi rannicchiai sotto il sacco a pelo, portando il tessuto fin sopra il naso per cercare di ricavare un po' di privacy. Concetto che quei tre non sembravano aver afferrato.
"Buongiorno raggio di sole. Sorgi e risplendi." borbottò un ragazzo biondo, ridendo.
"Andatevene." ordinai scorbutica, la voce impastata di sonno.

Mi coprii il viso totalmente con il sacco a pelo e gli feci segno di sloggiare e lasciarmi in pace. Mi sarei alzata, certo, ma non finché quei tre babbei non fossero usciti dalla stanza.
"Ti abbiamo lasciata dormire, ma ora ti devi svegliare." spiegò uno, scuotendomi.
"Mh." mugugnai. Possibile che non capissero che volevo essere lasciata in pace?
Parlare stava diventando uno sforzo enorme, come se il mio cervello non si fosse riattivato completamente da quella bella dormita. Odiavo dovermi relazionare con degli estranei in quanto comportava sempre un alto spreco d'energie, ma farlo di prima mattina... quello era un bel no.
"Come vuoi tu. Se non vuoi uscire dal Casolare, ti ci porto io fuori." bofonchiò sempre la stessa voce, ridacchiando.
Mi piacerebbe vedertici provare. Ringhiai tra i miei pensieri, rigirandomi nel sacco a pelo e dandogli le spalle.

The Maze Runner - RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora