Questo è l'inferno

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Un assordante bip mi martellava nelle orecchie, sembrava però un suono lontano e ovattato, che mano a mano si intensificava ancora di più.
Aprii gli occhi e una forte luce bianca mi investì in pieno, troppa luce per i miei occhi.
Cercai di capire dove ero ma la luce era davvero troppo intensa e la testa mi girava troppo per restare sveglia.
Di nuovo il buio più totale.

La sensazione che qualcuno mi stesse acarezzando la guancia costrinse i miei occhi ad aprirsi.
Sta volta le luci erano spente e dalla finestra di quell'edificio entrava una calda luce lunare.
Mi voltai verso la figura che era il mio fianco e nel buio distinsi due occhi color ghiaccio che mi fissavano attentamente.
Sapevo benissimo di chi erano, potevo riconoscerli tra mille.
Io:- dove mi trovo?-.
Jack:- sei in ospedale -.
Mi voltai verso la finestra, dopo quello che era successo mi vergognavo troppo per guardarlo: o meglio ero l'unica che si sentiva in imbarazzo.
Io:- da quanto sono qui?-.
Jack:- quattro giorni -.
Deglutii appena, chissà che mi aveva ignettato nel corpo quel maledetto clown... Però se era stato lui poi a portarmi poi in ospedale lo dovevo assolutamente ringraziare.
Io:- sei stato qui tutto il tempo?-.
Jack:- si -.
Io:- grazie -.

Intanto nel cimitero dove era sepolta Vicky

Una figura si avvicinò alla tomba di Viky Tommilson, vi poggiò un antico talismano e pronunciando un rituale. Un fulmine si abbattè sulla tomba investendo il tizio da una forte folata di vento.
La tomba tremò per poco e come per magia sul terreno comparve il corpo di Vicky: lei era viva.
Si toccava ripetutamente il corpo, cercava una qualsiasi spiegazione di quello che che era appena successo.
Guardò prima la figura misteriosa e poi le sue mani leggermente sporche di terra.
Vicky:- tu chi saresti -.
X:- piacere Vicky - disse semplicemente - io sono Isaac -.

Laughing Jack's pove

In lontananza si stava avvicinando una tempesta, di quelle davvero pesanti.
Chiusi la finestra della camera di Sam, mi girai per guardarla un'altra volta: stava dormendo tranquilla e alcune ciocche di capelli le ricadevano morbide sul viso.
Mi sedetti ancora sulla sedia vicino al suo letto: anche se ero un demone avevo tutto il diritto di dormire e di certo non potevo addormentarmi li in ospedale.
Dalla tasca dei miei pantaloni tirai fuori una caramella dai mille colori, la posai sul suo comodino.
Jack:- proteggila-.
Mi alzai dalla sedia e sparii nella mia nuvola di fumo nero, qualcosa stava per accadere.

Sam's pove

Mi svegliai a causa di un tuono troppo forte per i miei gusti, la pioggia cadeva incessante sui vetri dell'ospedale provocandomi un forte mal di testa.
Mi misi a sedere tenendomi il capo con una mano per cercare di farmi passare l'emicrania che da poco mi affliggeva.
Mi voltai per cercare Jack ma lui non c'era, dov'era andato a finire?
Vabbe, di certo non mi dovevo intromettere nei suoi affari: ovvero uccidere bambini.
Ma chissà se al di fuori di killer, gli piaceva fare altro, per esempio qualche sport o qualche hobby.
Ripensandoci io non ne avevo neanche uno, ero un vegetale vivente: non avevo mai considerato l'idea di poter praticare qualche sport o ad interessarmi a qualche hobby.
Mi rimisi a letto tirandomi le coperte fin sopra la testa cercando di non pensare a quel tremendo dolore... ma era impossibile.
Di nuovo mi rialzai da letto cercando qualcosa che mi potesse aiutare a placare quel male. Ma niente.
Era soltanto questioni di minuti, il dolore prima o poi cessava.
Mi calmai sedendomi sul letto e notando solo ora che sul mio comodino era poggiata una caramella dai mille colori.
La presi in mano osservando ogni sua singola afumatura e al dolce profumo che emanava: sapeva di Jack. Arrossii a quel pensiero e l'appoggiai di nuovo sul comodino portandomi le mani al viso.
Perché il mio cuore si emozionava così tanto? Per un killer? Ma stiamo scherzando??
Non potevo permettermi di provare emozioni per nessuno: perché nessuno mi aveva dato un po' di amore e nessuno da parte mia ne doveva ricevere. Questa era la regola, non doveva essere infranta.
Mi guardai intorno esaminando tutta la stanza, la porta chiusa, la sedia e quelle maledette pareti bianche che mettevano solo tristezza ai pazienti.
Chiusi un attimo gli occhi sospirando pesantemente. Qualcosa però attirò la mia attenzione: una luce fece capolino nella mia stanza rivelando una figura ne troppo alta ne troppo bassa, nella media.
Io:- lei è l'infermiere?-.
X:- hehehe... HAHAHA -.
Usservai meglio la figura: qualche dito gli mancava e su tutto il corpo erano presenti tagli e ferite; i vestiti erano strappati e un inquietante sorriso gli percorreva il volto.
Era uno dei bambini del circo di Jack, che era venuto a fare li?
Si avvicinò piano piano mentre continuava a ridere, era più inquietante di Jack ( e ce ne voleva).
Indietreggiai sul letto finché non arrivai al bordo, qualcuno doveva pur arrivare. Qualsiasi persona andava bene... anche lui, Jack.
Il bambino avanzò ma andò a sbattere contro qualcosa di invisibile come se intorno al mio letto ci fosse una barriera.
X:- oh? Il padrone ha messo una barriera per proteggerti? Che sciocchezza -.
Da non so dove tirò fuori un ascia e la puntò contro la barriera, com'era possibile? Guardai la caramella poggiata sul comodino e poi guardai il bambino che cercava di rompere lo scudo.
Una crepa comparve nell'aria, quella crepa segnava la mia fine?
Un altro colpo e quella volta l'ascia si ruppe cadendo a terra, ne approfittai: presi la caramella e spinsi via il bambino che cadde a terra sbattendo violentemente la testa sul pavimento.
Uscii dalla stanza e mi ritrovai nel corridoio e la scena che si presentò sotto i miei occhi era oscena: tutti gli infermieri erano morti; chi senza testa e chi senza arti come le mani e i piedi. Sangue, sangue e sangue imbrattava il corridoio prima bianco come la neve.
Incominciai a correre verso una meta non definita stringendo forte al petto la piccola caramella che mi aveva salvato la vita da quel pazzo furioso.
Io:- questo è l'inferno -.

Oltre la follia // Laughing Jack \\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora